Una vittoria pesante. La miglior risposta possibile al tonfo melodrammatico in casa contro Cremona. La quasi contemporanea caduta di Scafati. Qualcosa in cui credere: Varese, finalmente è ad un passo dalla salvezza. Manca l’ultimo miglio, per ora la classifica dice +4 (che sarebbe +6 in virtù degli scontri diretti proprio con la Givova).
QUALCOSA IN CUI CREDERE
“Qualcosa in cui credere” è stato il leitmotiv del campionato della Openjobmetis. Difficile. Insidioso. Pazzo. Ma con quell’obiettivo, la salvezza, in cui tutti hanno creduto. Specie dopo il tonfo casalingo contro la Vanoli. Specie nel momento più nero di tutti, quello che sembrava aver annichilito le speranze, nel post gara, con gli insulti volati fra tribuna e società, i giocatori che sembravano sfiduciati e la difficile trasferta di Napoli all’orizzonte.
Kastritis ha fatto ordine. Sia da quando è arrivato, ridando un senso ad una squadra che pareva non averne proprio. Sia in questa settimana infernale. Scola e Bulgheroni hanno fatto da scudo alla squadra, lasciandola che lavorasse in pace. Il tecnico greco ha eretto un fortino che a Napoli ha retto perfettamente. Sulle braccia di due ragazzi, italiani, del vivaio: Librizzi e Assui. Capitano e leader ritrovato il primo, da 21 punti in 24 minuti, da regista e sapiente pedina. Da sorpresa e piacevole scoperta il secondo, fisico statuario, 7 punti, tanta garra e quella voglia di farsi vedere e lottare che lo porterà lontano.
PERSONE
Perchè, prima di ogni cosa, Varese è composta da persone. Si perde e si vince insieme e si festeggia e ci si rialza sempre insieme. Il gruppo finora ha pagato e sta conducendo la squadra di Kastritis ad una salvezza che sarebbe oro per come si erano messe le cose. Tanti errori, tante scelte sul mercato sbagliate e tante, tuttavia la convinzione che un allenatore preparato e convinto faccia tutta la differenza del mondo.
Ha dettato la calma, ha ricostruito il gruppo che mancava, ha affidato la regia ad un suo pupillo, Mitrou-Long, che ieri sera ha deliziato il Pala Barbuto con 18 punti e 3 assist. Sgravando così dai ruoli di playmaking Hands, che ha trovato prestazioni incredibili e infiniti punti. Ha costruito sapientemente questo finale di stagione, nel quale Varese si sarebbe potuta trovare già salva con qualche punto in più in alcune partite perse clamorosamente.
Ora, l’ultimo miglio. Varese ha qualcosa in cui credere, finalmente. La vittoria contro la più quotata e meglio attrezzata Napoli dà vigore e speranza. Kastritis, deve essere il punto di partenza del prossimo anno. Soprattuto, con il delinearsi di una permanenza in LBA che non dà più spazio ad esperimenti od interpretazioni. Varese è composta da persone e come qualsiasi gruppo di persone, serve qualcuno che abbia l’esperienza, il carattere e il curriculum per poterlo guidare, per poter vivere una stagione tranquilla. Come non si vedono da alcuni anni, proprio quelli in cui l’ordine e la continuità societaria, tecnica e tattica furono pilastri di una cavalcata che per un cavillo giuridico non portò i playoff.