A Mario Carta su La Nuova Sardegna, il presidente del Banco di Sardegna Sassari Stefano Sardara ha rilasciato una lunga intervista, analizzando l’annata della squadra: “Tutto era cominciato con il Covid, nel peggiore dei modi e senza prospettive di miglioramento. Una stagione complicata e lo sapevamo. Sul piano sportivo volevamo aprire un nuovo ciclo, giovane. Una scelta che ha pagato pochi dividendi, fino all’intervento in corsa per mixare il giusto equilibrio. Cosa non rifarei? Aspettare due giocatori importanti come Treier e Diop, entrati in forma a novembre. È stata presunzione pensare di poterne fare a meno in allenamento e in partita, e non è un caso che ora al di là di Bendzius partiremo dai loro rinnovi”.
E ora resterà Bilan resterà a Sassari? “Qui sta bene, ha un buon contratto ma è di prima fascia e le sirene sono tante. Non dipende solo da noi ma ci stiamo provando. Per ogni club avere italiani di livello è importante. Hai 6 stranieri, ne puoi prendere 10, 15 ma vanno in campo tot. Invece, sarebbe giusto che chi può prendere più stranieri debba mandare in campo sempre gli stessi per evitare disparità. Bisognerebbe distinguere fra tesserati di coppa e di campionato e ne parleremo in Lega. Però noi abbiamo due italiani top come Treier e Diop, e Gentile che quest’anno si è dovuto a lungo sacrificare fuori ruolo. Come base italiana non siamo indietro a tanti”.
Anche la Dinamo ha riabbracciato quest’anno il proprio caloroso pubblico: “È la notizia più bella. Vedevo tanto timore, invece come siamo stati bravi ad abituarci alle limitazioni lo siamo stati altrettanto nel rimuoverle, con le giuste attenzioni. Rivedere il palazzetto pieno è stato grande ma mi ha colpito di più vedere i nostri tifosi a Brescia e a Milano. Noi sappiamo per chi lo facciamo, e non averli te lo fa scordare”.
La stagione si è chiusa con un quarto posto di spessore e una semifinale raggiunta: “Giocheremo la Supercoppa e siamo qualificati di diritto per la Champions. È vero che abbiamo la licenza, ma non utilizzarla ha un grande valore. Per una provinciale è sempre più dura restare competitivi per cui questo quarto posto ha più valore rispetto al passato, e se si guarda la classifica dei budget si capisce che il lavoro e le idee pagano ancora”.
E ora si guarda al futuro e alla nuova Dinamo che sarà “a immagine e somiglianza di coach Bucchi. Le sue doti tecniche e professionali erano ampiamente note ma mi ha stupito per capacità gestionale e un carisma riconosciuto in primis dai giocatori. Pasquini seguirà le sue indicazioni. Una novità per il prossimo anno? Potrebbe riguardare l’impianto. È strategico, senza non puoi crescere. Stiamo parlando con il Comune, la gestione ci consentirebbe di fare economie differenti. Potrebbe essere questa la novità del prossimo anno”.
Fonte: legabasket.it