Il coach dell’Allianz Trieste Eugenio Dalmasson è stato intervistato da Fabrizio Fabbri de Il Corriere dello Sport, queste le sue parole:

“Sulla situazione, di grandissima precarietà. Come allenatore ho dovuto ripensare al mio modo di fare basket. C’è stato un momento in cui il sottoscritto e pochi altri della squadra eravamo negativi al virus. In quei giorni abbiamo giocato sembravamo degli sparring partner timidi contro un pugile, che si preparavamo per il titolo mondiale. Nel piano partita contro l’avversario da sfidare abbiamo inserito una variabile: il tampone. Sulla storia a Trieste, come quella di un allenatore di un college americano. A lunga, lunghissima scadenza (11 anni). A Trieste sono da così tanto tempo e non solo per i risultati, perchè non sempre le cose sono andate bene. L’entusiasmo oggi è quello di sempre, anche di quando per andare avanti si mangiava, lasciatemelo dire, pane e cipolle. L’obiettivo è di avere la squadra al completo domenica prossima contro Sassari. Abbiamo passato settimane a fare allenamenti in due o tre giocatori senza sapere cosa sarebbe successo il giorno dopo. Spero che presto si esca fuori da questa situazione da incubo”.