Cinque uscite e quattro entrate è, finora, il bilancio del mercato giocatori del Partizan, una squadra chiaramente intenzionata a rivoluzionare una rosa che, nella passata stagione, ha reso ben al di sotto delle aspettative, coi playoff di Eurolega mancati, ed una sconfitta per 3-0 in finale di Lega Adriatica contro gli acerrimi rivali della Crvena Zvezda.

Iffe Lundberg dalla Virtus, Frank Ntilikina dai Charlotte Hornets, Vanja Marinković dal Baskonia, ed Arijan Lakić dallo Zadar (quest’ultimo ancora da ufficializzare) sono profili che il Partizan ha reclutato per ovviare all’uscita di giocatori di punta del roster della scorsa stagione.

Kevin Punter, che ha firmato per il Barcellona, e Zach LeDay, probabile nuovo giocatore dell’Olimpia Milano di coach Ettore Messina, si sono infatti già accasati a squadre concorrenti, mentre James Nunnally, PJ Dozier e Frank Kaminsky sono usciti dal contratto col Partizan.

“Non tratteniamo chi è scontento”

Dietrofront rispetto alla ‘soluzione americana’ delle scorse stagioni? Ritorno alla ‘via slava’ (per meglio dire europea)? A chiarire, seppur parzialmente, la strategia di mercato del Partizan è stato coach Željko Obradović, che come riportato da Sport Klub ha spiegato alla TV serba la ratio di base dei movimenti di mercato finora conclusi.

“Abbiamo parlato ai giocatori, ed abbiamo reso loro chiaro che non è affatto nostra intenzione trattenere chi non è contento qui da noi. In alcuni casi, alcuni giocatori non hanno capito cosa sia il Partizan e cosa bisogna fare per il Partizan, segnatamente in termini di atteggiamento” ha spiegato il coach più titolato della pallacanestro europea.

“È proprio questo il metro che abbiamo adottato, e che adotteremo, per compiere le nostre scelte di mercato” ha poi precisato Obradović, riferendosi a come la comprensione dello ‘spirito Partizan’ sia un requisito fondamentale per risultare un giocatore allineato alle aspettative del club serbo e del suo allenatore.

La difesa è la priorità

Al netto dell’atteggiamento e del lato comportamentale, un fattore, sul piano tattico, è palesemente da migliorare per un Partizan che ambisce a fare bene in Europa ed in Lega Adriatica, soprattutto sotto la guida di un coach esigente: la difesa.

Nella stagione passata, la compagine di Belgrado è stata la sesta peggior difesa di Eurolega, con 83,4 punti concessi a partita. Una situazione ancor più impietosa se si considerano le statistiche avanzate, col Partizan quartultimo in termini di efficienza difensiva, con 119,1 punti concessi in 100 azioni difensive.

Non a caso, i primi colpi di mercato di coach Obradović hanno interessato profili dalla solida esperienza internazionale cestisticamente cresciuti e formatisi in Europa, dove la difesa la si gioca e la si applica in maniera particolarmente rigorosa.

Sul mercato europeo

L’acquisto di Iffe Lundberg, giocatore che la difesa ha imparato a giocarla ad alti livelli con allenatori attenti all’aspetto difensivo, quali Sergio Scariolo e Luca Banchi alla Virtus, oltre a Žan Tabak al Zielona Góra, sembra dunque confermare volontà di coach Obradović di ingaggiare atleti dalla solida attitudine difensiva.

Anche Frank Ntilikina la difesa ha imparato a giocarla in Francia, allo Strasburgo, prima di approdare in NBA ai New York Knicks, Dallas Maveticks e ai Charlotte Hornets. Vanja Marinković, invece, roprio al Partizan ha implementato le sue competenze cestistiche, anche e soprattutto in materia di difesa, prima di servire al Baskonia agli ordini di un altro ‘sergente difensivo’ quale coach Duško Ivanović

Arijan Lakić, infine, approderà al Partizan dopo un’esperienza di due stagioni allo Zadar dove, sotto la supervisione di coach Danijel Jusup, che lo ha lanciato dopo averlo scoperto nella Seconda Lega Adriatica, ha imparato a giocare un basket veloce basato su transizione e disciplina difensiva.

Matteo Cazzulani

Nella foto: Željko Obradović. Credits: KK Partizan