Non ha deluso le attese la giornata di apertura di Copa del Rey.

Nella prima gara alla Gran Canaria Arena l’Unicaja Málaga rispetta i pronostici sbarazzandosi della Joventut Badalona con Dylan Osetkowski sugli scudi; la sorpresa arriva in serata con una La Laguna Tenerife che rimonta il Barcellona guidata da un Marcelinho Huertas per il quale la carta d’identità non è altro che un insieme indistinto di lettere e cifre.

UNICAJA MÁLAGA – JOVENTUT BADALONA 100-83

Niente sorprese nel piatto d’apertura della Copa del Rey, l’Unicaja Málaga supera per 100-83 una Joventut Badalona che regge un tempo trascinata Sam Dekker, migliore dei suoi con 23 punti. Un secondo tempo da 58 punti a referto dei biancoverdi, però, è troppo per gli uomini di Carles Durán.

Gli andalusi viaggiano sicuri sulla linea Kendrick Perry (12+9ast) – Dylan Osetkowski (18+7rb) con fermata unica “punti a referto”.

In avvio di ripresa l’unica tripla a segno di Tyler Kalinoski da il là al parziale di 7-0 che segna la fuga.

La Penya arranca e subisce il primo svantaggio in doppia cifra (59-49) quando Barreiro si alza dai 6,75m. La reazione, con Dotson a suonare la carica, non basta, Kraag prova a tenere ancora in vita i suoi ma Tyson Carter chiude il terzo periodo sul 73-61.

La mazzata definitiva arriva subito dopo il rientro in campo, David Kravish e Kameron Taylor (14) costruiscono il parziale di 7-0 che vale il +19, ma non è il massimo vantaggio che la formazione di Ibon Navarro toccherà.

Badalona non ne ha più e riesce soltanto a rientrare fino al -12 (90-78) quando Dekker trova il quinto canestro pesante della serata, ma è l’ultimo sussulto.

La replica dell’Unicaja è mortifera, Carter e Djedovic pescano il jolly, Osetkowski fa scorrere i titoli di coda con il 100-80, la tripla dell’ex Fortitudo Kassius Robertson resta meramente testimoniale.

 

LA LAGUNA TENERIFE – FC BARCELONA 91-86

Cade il gigante blaugrana sotto i colpi dell’ex Marcelinho Huertas.

Il playmaker brasiliano, alla soglia dei 42 anni, sfodera una prestazione monstre con 22 punti, 6 rimbalzi e 6 assist a referto, compreso il canestro del primo sorpasso del quarto periodo che culmina una rimonta che sembrava impossibile al 10’.

C’è il suo zampino anche nella spallata definitiva con la tripla del 79-78 a cui segue quella di Aaron Doornekamp, chirurgico nel capitalizzare lo scarico di Fran Guerra (82-78).

Ed è sempre lui a porre la parola fine alle ostilità dopo che l’ultimo sussulto di Abrines dal perimetro (89-86) aveva riacceso una fiammella di speranza; a 18” dalla fine Marcelinho si guadagna il settimo fallo subito e si presenta glaciale in lunetta, 2/2 e 91-86 per la gioia dei tifosi aurinegros.

Alla Gran Canaria Arena è quindi Tenerife a conquistare l’accesso alla semifinale lottando palmo per palmo per rimontare un pessimo primo quarto in cui subisce ben 33 punti.

A parziale attenuante degli uomini di Joan Peñarroya, va detto, c’è l’infortunio occorso a Kevin Punter che ha costretto l’ex Olimpia Milano ad abbandonare anzitempo il parquet.

Senza la propria guardia titolare i blaugrana perdono in fretta la spinta iniziale nonostante un ispirato Tomas Satoransky da 17 punti e 7 assist.

Jabari Parker esaurisce presto la sua vena realizzativa, 11 i punti, nessuno nel periodo decisivo, Brizuela si mostra discontinuo e la coppia Metu-Fall non riesce ad imporre la propria legge nel pitturato.

L’altro argomento scottante per Peñarroya è Willy Hernangómez.

Tra i più pagati d’Europa, il lungo spagnolo disputa appena 8’52” con 4 punti a referto, venendo presto relegato in panchina, a testimonianza di una frattura che, oggi, va sempre più in direzione dell’insanabilità.

Fa riflettere il come una sola assenza come quella di Nicolás Laprovittola, stagione finita per l’argentino, possa aver inciso nel caos in cui si è trasformata la stagione di un Barça che non fa che sommare errori su errori sia in campo che dietro la scrivania.

Mesto il ritorno a casa, già dimenticato il blitz della Fonteta su Valencia che aveva illuso tutti.

E ora i fazzoletti bianchi sono pronti a sventolare di nuovo al Palau Blaugrana alla prima occasione buona.

 

MVP: MARCELINHO HUERTAS (LA LAGUNA TENERIFE)

41 anni, 8 mesi, 16 giorni.

A quest’età il signor Marcelinho Tieppo Huertas da San Paolo (Brasile) ha dominato il Barcellona con un ultimo quarto da 12 punti dei 22 totali segnati, prendendo 6 rimbalzi, smazzando 6 assist.

Prima o poi quest’uomo dovrà rivelare dove o come ha ottenuto l’elisir dell’eterna giovinezza.

UOMO SENZA TEMPO