Atleta texano che ha avuto l’opportunità di vestire le maglie di due nazionali, quella statunitense e quella polacca, ma anche e soprattutto campione di Polonia in carica, con un’esperienza decisamente meno fortunosa in Serie A. L’identikit di Geoffrey Groselle, che si è concesso ai microfoni di ‘Basket Magazine’, fa del trentunenne centro del Trefl Sopot ed ex giocatore della Fortitudo Bologna un profilo molto interessante, al netto della sua esperienza italiana.
Solo una manciata di settimane fa, Groselle si è laureato campione di Polonia con il Trefl Sopot, riuscendo, per la prima volta nella storia della Ekstraklasa polacca, nell’impresa di ribaltare uno svantaggio di 1-3 nella serie di finale, segnatamente contro i campioni in carica dello Stettino (Szczecin). Così facendo, Groselle ha contribuito a riportare il club pomerano in Europa, nello specifico in EuroCup.
“È stata una situazione strana – ci ha spiegato Groselle -. Dopo gara 4, ad un passo dal perdere la serie, non ci siamo abbattuti, anzi. Eravamo arrabbiati, ma tenevamo il sorriso sulle labbra allo stesso tempo. Sapevamo che la questione non era chiusa, e così, dopo avere vinto gara 5 in casa nostra, siamo andati a giocarci la partita più difficile in trasferta in gara 6”.
“Come spesso accade, aggiungersi ad un collettivo a stagione in corso non è mai facile – ha continuato Groselle, che prima di firmare col Sopot ha iniziato la stagione al Zielona Góra -. Ciononostante, siamo riusciti a diventare più profondi come roster, oltre a rendere il gioco in post basso un aspetto aggiuntivo della nostra proposta cestistica”.
Tra Žan Tabak e Jasmin Repeša
A proposito di post basso, secondo Groselle elemento cruciale per la vittoria del titolo è stata la presenza di Žan Tabak, allenatore con il quale il centro texano ha un rapporto a dir poco speciale. Oltre ad avere vinto il campionato di Polonia nella stagione appena conclusa, Groselle, sotto la guida di Tabak, un coach che fa di difesa e gioco interno il perno del suo credo cestitico, ha anche sfiorato un titolo nazionale nel 2020-2021, ottenendo il titolo di MVP della Ekstraklasa.
“Tabak, da giocatore, è stato un centro dominante in un’epoca nella quale il pivot giocava il post basso in una maniera molto simile a come faccio io oggi. Lui sa come adoperare le mie qualità, e non esita a darmi consigli su come migliorare. Anche quando non era il mio allenatore, Tabak ed io ci sentivamo spesso per analizzare determinate situazioni”.
Come Groselle ci ha confessato, è stata proprio una buona parola di Tabak nei confronti di Jasmin Repeša, oltre al blasone ed alla storia della Effe scudata, a convincere il trentunenne texano a firmare per la Fortitudo Bologna nel 2021, la stagione successiva al conseguimento del titolo di MVP in Polonia.
Nonostante le alte aspettative, e malgrado un infortunio che ne ha rallentato l’integrazione nel roster ad inizio stagione, la permanenza di Groselle alla Fortitudo è coincisa con un’annata nella quale tutto è andato storto. Anche e soprattutto, come ci spiega l’atleta texano in maniera chiara, per via di questioni extracestiche.
Una stagione complicata
“Repeša è stata la ragione principale per la quale sono venuto in Fortitudo – ha dichiarato Groselle -. Pur avendo ricevuto altre offerte economicamente più vantaggiose, volevo misurarmi con una realtà storica del basket europeo, nella Basket City italiana, sotto la guida di un allenatore dalla leadership a dir poco impressionante. Chissà come sarebbe andata la stagione se Repeša non avesse dovuto lasciare per via dei suoi problemi di salute”.
“A proposito della stagione – ha aggiunto Groselle – ciò che rese la situazione davvero stressante, con un impatto poco positivo sul mio rendimento individuale, fu la comunicazione da parte della società. Pur avendo giocato in squadre che pagavano in ritardo, fu la prima volta nella mia carriera in cui, sistematicamente, mi venivano promessi pagamenti senza che essi venissero mai effettuati. Quando sei trattato così è davvero dura rimanere concentrato e motivato”.
“Seguo ancora la Fortitudo”
Nonostante la stagione da dimenticare, che portò alla retrocessione in Serie A2 una Fortitudo che oggi può contare su un assetto societario totalmente rinnovato, con impegni mantenuti nei confronti di giocatori, salariati e partner, Groselle mantiene vivo interesse nei confronti della Effe scudata, dei suoi tifosi, e di alcuni ex compagni, coi quali intrattiene contatti frequenti. Tra essi, come afferma il trentunene texano, capitan Matteo Fantinelli e Pietro Aradori.
“Dai tifosi della Fortitudo ho ricevuto più di quanto mi aspettassi. Sono qualcosa di unico nel panorama cestistico europeo, meritano di ritornare ai vertici del basket nazionale” ha affermato Groselle.
“È per questo – ha continuato l’atleta texano – che ancor oggi seguo e faccio il tifo per Bologna, soprattutto per Fante e Doggy [Aradori, M.C.], coi quali mi sento di frequente”.
Matteo Cazzulani
Nella foto: Geoffrey Groselle. Credits: Ewa Michalik / Ewcia_mk