Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento del giornalista casertano Domenico Landolfo, sul tentativo di rilancio cestistico della città della Reggia ritornata alla ribalta nazionale proprio in questi giorni. Non solo per la Juvecaserta Academy del presidente Farinaro e del direttore Gentile fresca di acquisto del titolo di Busto Arsizio per disputare la prossima serie B, ma anche per la Mondo Camerette Caserta del patron Caruso – il cui titolo è di Casapulla – che ha presentato al tribunale fallimentare l’unica offerta da 2 milioni di euro dopo decine e decine di aste andate deserte per acquistare e rivitalizzare lo storico impianto del PalaMaggiò. Il collega si interroga su questo rinnovato campanilismo cittadino, che al momento vede presenti in città due progetti distinti tra di loro. Buona lettura.

“Non siamo la Nba, non siamo l’America, ma desideriamo disperatamente esserlo. Quella cultura cantonale, rionale, che permea i derby cittadini sembra aver portato più danni che benefici al basket, inteso come sport in salute del nostro paese. Solo qualche giorno fa, in un’intervista apparsa su La Prealpina, un ex giocatore di caratura mondiale come Luis Scola riteneva superflua la coesistenza di tante realtà separate nella ‘sua’ Varese, puntando ad un progetto di unificazione in un’unica società. Il discorso fila, perché oltre che le risorse, sono mancanti le strutture, il sistema è ingolfato e, scendendo verso il livello giovanile, la mini territorialità sembra essere la vittoria di Pirro a cui in tanti anelano, a scapito anche della crescita dei piccoli talenti. Solo Milano e Bologna potrebbero permettersi due squadre di livello, perché hanno tutto per poter costruire e una base così ampia da sfruttare per rendere il prodotto competitivo.

Già Roma, che oltre alla storica Virtus e a vari progetti come Luiss, Stella Azzurra e simili, ha dimostrato una parziale disomogeneità e una mancanza di idonee strutture. Pensiamo a casi scendendo nelle ‘minors’ dove una città come Piacenza si divide tra una Assigeco che neanche è riconosciuta dalla città come propria (perché ritenuta la vecchia Casalpusterlengo) e la Bakery, che ha dovuto cedere il passo. A Rieti la situazione è similare, con due società distinte. Neanche a citare la B, dove troviamo una terza squadra di Bologna e solo scorrendo il primo turno di supercoppa abbiamo i derby di Montecatini, Livorno e Padova, e probabilmente dimentico colpevolmente altro. In questi nomi c’è la storia del basket passato, ma anche e soprattutto il nuovo vagito di rinascita di grandi decadute. E tra queste, ci sarà anche Caserta.

Il 21 giugno 2022 sarà ricordato come il ground zero nella città della Reggia. Un intrecciarsi di eventi che deve far riflettere sul come si metteranno le cose, con una congiunzione astrale notevole e significativa. Alle ore 10, la squadra che militerà in serie B, quella del presidente Farinaro che tramite l’acquisizione del titolo di Busto Arsizio si è garantita la possibilità di disputare la terza serie, ha deciso di cambiare denominazione: da A.G. Sport Caserta in Juvecaserta 2021, una svolta epocale, un chiaro e deciso ritorno al passato che vuole scrivere nuove pagine di una storia che è indissolubilmente legata alla compagine che fu resa grande dal Cavaliere Maggiò e che vinse lo scudetto del ’91. Una società solida, che si sta muovendo sul mercato, con da ultimo le interessanti firme di Drigo e Romano, ottimi per la categoria, ma che ad oggi non ha la certezza di avere un parquet di gioco su cui disputare il prossimo campionato.

Alle ore 12, in quel di Castel Morrone, comune a un tiro di schioppo da quello della Reggia, c’è invece una conferenza stampa da parte di un altro imprenditore, il dott. Caruso, che parla dell’acquisizione del PalaMaggiò dopo secoli di aste fallimentari andate deserte. In perfetta simbiosi col fatto che alla Juvecaserta manchi un parquet, anzi manchi quel parquet, e visto che alla conferenza presenziano esponenti del comune casertano che sottolineano l’importanza della Juve e del basket, sembra finalmente uno spiraglio. Non sarà così. Anche perché l’imprenditore Caruso ha la sua squadra, il Basket Casapulla One Team, società che ha conquistato con merito e sul campo la promozione in C Gold, e che dall’anno prossimo sarà denominata Mondo Camerette Caserta. Il progetto di Caruso è quello di prendere l’area di Pezza delle Noci, su cui insiste il palazzetto dei fatidici cento giorni e di trasformarla in uno sport & family village, che avrà al centro la ‘Mondo Camerette Arena’ ma potrà poi disporre di un centro sportivo per famiglie e appassionati con piscina, campi di paddle, aree picnic e ristoro, con eventualmente la possibilità di organizzare eventi anche extra basket. Se per la nuova società casertana l’obiettivo del taglio del nastro è quello di giugno 2023, in tempo per i playoff di C Gold, i piani per le altre squadre sono di una parziale (tiepida) disponibilità. Nessun accenno è fatto alla Juvecaserta.

Alle ore 17, appare la notizia della scomparsa di Giancarlo Sarti, storico gm della Juvecaserta. Colui che portò Tanjevic e Oscar a Caserta, che fondò le basi insieme al Cavalier Maggiò di una società solida, con foresteria e settore giovanile, capaci di creare il miracolo del ’91 con Gentile, Esposito e Dell’Agnello a guidare la truppa e la presa di Shackleford sotto i tabelloni a regalare il sogno. Allora ci fu il grande sacrificio di tagliare Oscar Schmidt, ma la coesione e l’unione di intenti, con Franco Marcelletti in panchina, seppero andare oltre ogni limite e separatismo.

Forse il tifoso casertano ha pianto molto di più delle retrocessioni e dei fallimenti subiti, molto più di quelle sconfitte con Roma o con Real Madrid nelle finali europee. Ancora una volta si è persa la possibilità di mettersi insieme, di cercare un progetto comune che potesse unire i tifosi casertani, che già non è che adorino la squadra di Farinaro, ma che non certo sono favorevoli a diventare supporter di una franchigia che fino a poco fa rappresentava Casapulla, che è un altro comune sempre a un tiro di schioppo dalla Reggia, ma che soprattutto con il suo progetto sembra voler scrivere una nuova storia su un luogo in cui si è fatta la storia, così, come se non ci fosse un domani.

La verità non ci attiene per il momento, ma Caserta avrà di nuovo due squadre, come prima c’erano il Centro Energia ed i Falchetti, che si contenderanno le attenzioni e divideranno la città in fazioni. Se le indiscrezioni dovessero essere confermate, entrambe potrebbero condividere per questa prima stagione il palazzetto di viale Medaglie d’Oro, la storica casa della Juve dove nacque la squadra che dalla A2 seppe arrivare ai vertici europei, ma che ad oggi sta stretta ad entrambe ed ha parecchie problematiche impiantistiche e di agibilità. Ha davvero senso il dividi et impera del decentramento amministrativo? Per una squadra che deve rinascere dalle sue ceneri ancora una volta, può essere produttiva la concorrenza del vicino di casa? Si può cancellare la storia passata con così tanta facilità? Senza voler offendere nessuno, senza colpevoli, da tifoso della Juve ho pianto più volte, mai di gioia, ma soprattutto non saprei che fare, chi sostenere o chi scegliere di seguire. Speriamo che qualcun altro scelga per noi, così forse tutto sarebbe più facile…”

Domenico Landolfo