Dopo un anno di bagordi, si torna all’antico. Sarà ancora Real Madrid – Barcellona la finale di Copa del Rey, un epilogo mai stato in discussione in due semifinali senza storia.

Nella prima gara il Barça ha fatto un sol boccone della Lenovo Tenerife, concedendo anche tanto spettacolo nel 108-76 con cui si è assicurato il primo biglietto per l’atto conclusivo.

I blaugrana chiudono i conti con un secondo quarto stellare in cui segnano addirittura 40 punti ma, allo stesso tempo, ne concedono appena 8 agli uomini di Txus Vidorreta, stabilendo il record stagionale sia di punti segnati in un singolo quarto che di scarto nella singola frazione di gioco.

Con le distanze già chiare, il secondo tempo è utile a Roger Grimau per ruotare tutti gli effettivi e dare riposo ai vari Parker e Laprovittola.

6 gli uomini in doppia cifra, a cominciare da Willy Hernangómez, autore di 15 punti, per seguire con Brizuela (13), Satoransky (11, 5 rimbalzi e 7 assist) e gli altri a quota 10; altri 3 si fermano ad un canestro dal raggiungerla.

Tenerife, guidata dai 15 punti dell’immortale Marcelinho Huertas e dai 16 di Tim Abromaitis, paga la poca presenza in area e la mira sbilenca (1/8) dal perimetro di Kyle Guy.

 

Anche il Real Madrid va sul velluto e supera per 95-76 Valencia dopo aver condotto anche di 27 lunghezze.

Facundo Campazzo (10 punti e 9 assist) fa il regista di un film che ha il finale fin troppo scontato per gli spettatori neutrali ma che offre vette di spettacolo innegabili, il tutto con la complicità di un ritrovato Dzanan Musa che mette a referto 18 punti e della coabitazione della coppia di lunghi Tavares-Poirier che si dividono quasi simmetricamente i minuti.

Valencia, ancora una volta deludente, si piega definitivamente nel terzo quarto dopo aver comunque inseguito anche nei primi 20’ (48-39).

I Taronja si aggrappano all’ennesima prestazione positiva di Brandon Davies ma mettono in luce le carenze di un roster che ha talento a profusione ma non complementare nelle caratteristiche tecniche dei propri interpreti.

Un’altra delusione, insomma, per un progetto che mira all’ulteriore salto di qualità della Nova Fonteta che potrebbe essere realtà già nel 2025.

 

Elio De Falco