Ci sono momenti e momenti, di certo la vittoria di Trento in finale contro Milano è stata dominata, una partita che l’Olimpia ha cercato di recuperare ma che non è mai stata veramente messa in discussione.
Trento, però, per arrivare in finale, ha dovuto superare Reggio Emilia e Trieste, di sicuro non due avversarie che lasciano il tappeto rosso. E così, dopo aver battuto Reggio Emilia nell’ultimo periodo ai quarti, in semifinale la Pallacanestro Trieste ha seriamente messo in difficoltà l’Aquila che, a 44 secondi dalla fine, è sopra 78-77, con la possibilità per Trieste di segnare il canestro del vantaggio con pochissimi secondi da giocare.
Nella penetrazione di Ruzzier, protagonista della partita di Trieste, Uthoff si allarga per ricevere lo scarico, sulla palla Trento ha chiuso con due uomini, mentre ci sono Uthoff e Brown liberi nella zona della linea da tre punti. Ruzzier li vede e gira la palla, il più velocemente possibile, verso Uthoff.
Il problema è che, nel percorso della palla verso il numero 9 di Trieste, il centro italiano di appena 20 anni, Saliou Niang, allunga il braccio per toccare quanto basta la sfera a spicchi. Il pallone rallenta quasi fino a fermarsi, Niang riesce così a farlo suo e recuperare il possesso.
Con 44 secondi da giocare la palla scotta, e non poco, e Niang dovrebbe quindi passare la palla ad uno dei playmaker della sua squadra per gestire. Il giovane italiano, però, non ferma neanche il palleggio, si gira verso il lato opposto del campo e nota come ci sia spazio per attaccare.
Brown, infatti, non si aspetta minimamente che il giovane italiano possa iniziare a palleggiare per andare a canestro, così quasi passeggia in mezzo al campo per non lasciare la linea di passaggio scoperta. Preso però alla sprovvista, è obbligato ad accelerare…intanto però Niang ha raggiunto l’area offensiva, Brown è troppo distaccato e in ritardo, può solo mettersi avanti e fare da ostacolo nella penetrazione.
Niang sposta la palla da sinistra a destra e poi appoggia al tabellone, da dietro Johnson riesce a toccare la palla che, però, ha ormai già toccato il tabellone, insaccandosi poi in ogni caso nella retina. E’ il canestro dell’80-77, che vale praticamente la vittoria, il punteggio finale dirà 82-79 ma, intanto, la giocata decisiva è stata quel recupero palla in difesa e il coast-to-coast successivo fino al canestro avversario, percorrendo in appena 4 secondi circa 25 metri, quindi più o meno 22 km/h.
Una freccia che si è conficcata nel cuore e nei sogni di Trieste e che ha invece fomentato quelli di Trento e dei suoi tifosi che, da quella palla recuperata, è poi andata in finale e ha conquistato la Coppa Italia, conquistando il primo titolo della storia del club.
Il tutto, forse, senza quella palla recuperata a 44 secondi dalla fine della semifinale contro Trieste di Saliou Niang, non sarebbe mai successo!
Foto di Ciamillo Castoria, Saliou Niang nel contropiede decisivo per la vittoria di Trento in semifinale contro Trieste.