Hornets, Rockets e Bradley Beal: è tempo di scoprire i protagonisti della sesta settimana NBA

La settimana appena conclusasi, ovvero la sesta della stagione 2020-21, è stata ricca di partite selvagge e risultati imprevedibili. I Detroit Pistons hanno battuto i Los Angeles Lakers e i Philadelphia 76ers. I Washington Wizards hanno battuto i Brooklyn Nets. I Milwaukee Bucks hanno perso contro i New Orleans Pelicans e gli Charlotte Hornets. Risultati che hanno rimescolato parecchio le carte, e soprattutto compattato maggiormente le due classifiche di Conference. Anche perché gli Utah Jazz hanno visto la propria incredibile striscia di vittorie interrompersi a undici partite, Lakers e Clippers sono incappate in qualche pesante sconfitta, e Nets, Celtics e Bucks stanno giocando in maniera più discontinua rispetto ai Philadelphia 76ers. Tra i migliori della settimana, comunque, vanno sicuramente inclusi i giovani Charlotte Hornets e gli Houston Rockets (4-0), che stanno acquisendo pian piano una nuova dimensione, fatta soprattutto di giocatori contenti di essere in squadra. All’estremo opposto, invece, i New York Knicks, deludenti rispetto alla settimana scorsa, e i Dallas Mavericks, indubbiamente i peggiori della sesta settimana NBA.

Le sorprese: Charlotte Hornets e Houston Rockets

Charlotte aveva iniziato male la settimana, con una sconfitta  contro gli Indiana Pacers, ma ha saputo subito rialzarsi in piedi (prima prendendosi la rivincita contro i Pacers e in seguito vincendo contro Bucks e Heat). Risultato: gli Hornets sono la squadra che ha guadagnato più posizioni in classifica durante l’ultima settimana (+6) e adesso si ritrova all’ottavo posto della Eastern Conference (a pari merito con i Cavaliers). Merito di un gruppo giovane (Graham, Washington, Ball, Bridges, Monk), ma anche di una retroguardia veterana solida (Hayward, Byombo e Zeller). L’unico problema per gli Hornets potrebbe essere l’infortunio di Rozier di sabato, che tuttavia ha permesso a LaMelo Ball di partire titolare per la prima volta in stagione (27 punti per lui contro i Bucks).

Per quanto riguarda la Western Conference, sono gli Houston Rockets la squadra più in forma della sesta settimana NBA (sono passati da un record iniziale di 4-9 a un 9-9, frutto di un 5-0 nelle ultime quattro partite giocate). Una squadra che, da quando è partito Harden, sta sigillando la propria difesa (102.8 punti concessi su 100 possessi), proteggendo meglio il ferro e andando molto più forte a rimbalzo. L’attacco, perlomeno nei minuti in cui Oladipo e Wall sono stati insieme sul campo, deve ancora essere messo a posto, ma i Rockets stanno ottenendo grandi risultati da Christian Wood, che all’interno dell’area avversaria sta tirando con un incredibile 82% ( e che, dopo tre partite di assenza, ha messo a segno 19 tiri su 25 nelle vittorie contro Blazers e Pelicans).

Le delusioni: New York Knicks e Dallas Mavericks

I New York Knicks sono in caduta libera. Nelle ultime sei partite disputate, infatti, hanno collezionato solo una vittoria (1-5). Troppo poco per una squadra che era partita molto forte, e che sembrava aver trovato una nuova dimensione sotto la guida di Thibodeau. Negli ultimi sette giorni, però, qualcosa non ha funzionato per la squadra della Grande Mela. Probabilmente l’attacco, che rimane nella parte bassa della classifica della lega (è il 25esimo dell’NBA), e che al momento non sta riuscendo a sfruttare il grande talento offensivo di Randle, Barrett e Quickley (sicuramente la rivelazione della stagione in casa Knicks). Meglio la difesa (la settima della lega), che tuttavia nelle ultime partite ha avuto qualche falla di troppo (soprattutto nella sconfitta contro i Clippers, che hanno tirato 17-38 da tre).

A Ovest, la squadra più deludente della sesta settimana sono sicuramente i Dallas Mavericks. Una squadra che all’inizio della stagione aveva la seconda difesa del campionato, e che adesso si ritrova con la 25esima (concedendo 117.5 punti a partita). Una squadra che a inizio stagione non aveva mai perso due partite di fila, e che nella ultima settimana ne ha perse addirittura sei. Una squadra che nonostante il talento di Luka Doncic sta faticando anche, se non soprattutto, in attacco, visto che poche settimane fa era prima per punti (su 100 possessi) e adesso gravita nella parte bassa della classifica. Per non parlare del tiro da tre punti, decisamente sotto la media nelle ultime undici partite consecutive.

Focus: Il magico Bradley Beal

Bradley Beal è l’unico vero mago dei Wizards. L’unico giocatore, al momento, capace di incantare i sofferenti tifosi di Washington, e in generale tutti gli amanti della pallacanestro. Perché Bradley Beal sta realmente portando la magia sui parquet NBA, ogni singola notte che scende in campo, e i suoi numeri sono tutti lì a dimostrarlo. 35 punti di media a partita (in 16 gare, con un minutaggio di 35.9 a partita) e primo posto nella classifica dei migliori realizzatori della lega. Medie da fantascienza, che non solo hanno pochi eguali nella storia NBA (Beal ha  raggiunto Michael Jordan, che nella stagione 1988-89 ha avuto 16 gare consecutive da almeno 25 punti), ma che manifestano a pieno il talento, forse a volte un po’ troppo individuale, e la voglia di stupire del fenomeno dei Wizards (che questa stagione, contro i 76ers, ne ha messi anche 60). Un fenomeno che, volendo isolare solo l’ultima settimana, ha viaggiato con medie addirittura superiori rispetto a quelle stagionali (36 punti in poco più di 36 minuti, con il 47% dal campo). Nonostante le superbe dimostrazioni di strapotere cestistico di Beal, però, i Washington Wizards non stanno riuscendo proprio a vincere (o forse a difendere) e si ritrovano all’ultimo posto della Eastern Conference con un record disastroso (4-13). Una situazione frustrante, che sta facendo soffrire tifosi, dirigenza e staff dei Wizards. Anche perché la squadra della capitale non solo ha un organico ricco di talento (Westbrook, Hachimura, Avdija, Bryant), ma può soprattutto contare su un talento del genere. Un vero e proprio stregone della palla a spicchi.