Intervistato da Simone Mazzola nel nuovo format di “Backdoor Podcast” chiamato “One to One”, Kyle Hines si è aperto raccontando l’equilibrio che ha tra vita privata e carriera da giocatore, considerando anche che è papà tre figli: “Per prima cosa è importante avere sicurezza nella vita privata. Avere al mio fianco persone che si fidano così tanto di me mi garantisce di concentrarmi esclusivamente nell’ambito professionale nei momenti in cui gioco e dedicarmi completamente a loro quando sono con loro. Essere padre è un grandissimo esercizio di equilibrio: quando abbiamo giorni di riposo o momenti in cui abbiamo meno allenamenti cerco di passare sempre più tempo con loro. Non è mai facile trovare un equilibrio con una stagione così lunga e un calendario così intasato ma sono prima di tutto un genitore, quindi la mia priorità è crescere loro. Ovviamente, anche trasmettendogli quelli che credo siano i valori fondamentali per una carriera da atleta professionista: gestire gli infortuni, relazionarsi coi compagni di spogliatoio…”

Hines è stato anche uno dei pilastri che hanno porato l’Olympiacos a conquistare due Euroleghe consecutive nel 2012 e 2013: “Se si vanno a rileggere i nomi dei giocatori di quel biennio si trovano un sacco di atleti che hanno avuto una grandissima carriera. Dorsey, Antic, Sloukas, Papanikolau… Al tempo, però, la decisione della dirigenza era quella di affidarsi a un core giovane, alle prime esperienze al massimo livello. Per fortuna siamo stati capaci di trovare da subito un’ottima chimica, abbiamo messo poco tempo per conoscerci. Coach Ivkovic ha fatto un lavoro enorme e, paradossalmente, sottovalutato. Ancora oggi si fa fatica a riconoscere quanto grande sia stato vincere due EuroLeague consecutive con un gruppo così giovane. Anche i veterani, nonostante una lunga serie di infortuni, hanno aiutato incredibilmente dentro e fuori dal campo”.

C’è stata poi anche l’esperienza di altissimo livello al CSKA: “A Mosca ho avuto l’opportunità di lavorare con coach Messina e, dopo la sua partenza per San Antonio, con coach Itoudis, due delle menti più grandi della pallacanestro europea. Del titolo del 2016 ricordo tutto il percorso, incluse le sconfitte dei due anni precedenti, e la serie di momenti in cui avevamo paura di non farcela nemmeno quella volta. Riportare il titolo a Mosca è stata davvero un’impresa storica. Del 2019 mi rimane il rapporto che ho con tutti i miei compagni dell’epoca: ogni volta che ci rincontriamo torniamo a quell’anno, la relazione che ho con loro è davvero speciale e ci ha permesso di alzare il trofeo. In più l’EuroLeague 2019 è l’unica che i miei figli hanno vissuto in prima persona, anche se molto piccoli. Avere le foto con loro durante i festeggiamenti sarà un ricordo che condivideremo per tutta la vita!”.

Hines ha anche raccontato quando e perché ha deciso di venire all’Olimpia MIlano: “Uh, storia lunga… Ero al CSKA ormai da 7 stagioni. Chacho ha iniziato a parlarmi di quanto si trovasse bene a Milano durante la mia ultima stagione in Russia, continuava a ripetermi anche per scherzo “Perché non vieni qui?”. Già dalla prima volta in cui, parlando con coach Messina, si parlava della possibilità di creare una legacy duratura, il programma di sviluppo societario, la mia mente si è aperta e sono stato da subito disponibile a mettermi in gioco. Quando ero stato in Italia non avevo avuto l’opportunità di giocare a Treviso, a Bologna e nelle altri grandi piazze di Serie A, e sarebbe stato un peccato finire la carriera senza provare anche questa esperienza. Far parte di questa sorta di ricostruzione, del nuovo capitolo della storia di Milano mi ha intrigato sin da subito. E poi, toccando ferro, avendo iniziato la mia carriera in Italia chiuderla nello stesso paese sarebbe carino! Mi ha affascinato l’idea, un po’ come col CSKA del 2016, di far parte di un gruppo che avrebbe restituito la credibilità e lo status internazionale di una realtà con così grande tradizione come quella dell’Olimpia, con la mia esperienza e i miei consigli a ogni compagno affamato di vittorie che è passato e passerà da qui”.

E nel futuro Hines potrebbe restare ancora all’EA7 Emporio Armani? “Vedremo, non abbiamo ancora preso nulla di definitivo. Questo è stato un anno particolare, dove non siamo arrivati ai Playoffs di EuroLeague. I piani sono stati un po’ scombussolati, ma io sono ancora innamorato della pallacanestro. Ogni mattina mi sveglio e sono entusiasta di allenarmi e giocare con Nik Melli, Shavon e tutti i miei compagni. Adoro imparare ogni giorno da coach Messina e dallo staff. Vedremo…”

Fonte: legabasket.it