Due fratelli, Stefano e Alessandro, distanti 650 km, ma collegati da un filo invisibile, il primo, a 34 anni, guida da capitano Sassari a una vittoria che mancava da quattro partite, il più piccolo, Alessandro, nel giorno del suo 31° compleanno, porta Scafati al trionfo con Milano giocando una partita da protagonista contro la sua ex squadra.

E’ stata una domenica di basket targata famiglia Gentile, con i due fratelli che hanno deciso, nel pomeriggio domenicale, di prendere le redini delle proprie squadre e portarle alla vittoria, imitando il loro padre, Nando, che di partite ne ha decise. Il maggiore, Stefano, classe 1989, da capitano, ha firmato il parziale di 30-6 nel terzo quarto, chiudendo la pratica del match e giocando in scioltezza il quarto periodo, con una prestazione da 15 punti, 3 rimbalzi e 2 assist per la seconda vittoria di Sassari in stagione, iniziando ad allontanarsi dalla zona bassa della classifica, dove Treviso e Brindisi sono ancora incastrate, entrambe a quota 0 punti.

Circa mezz’ora dopo è iniziata anche la partita del fratello minore, Alessandro, che tra l’altro affrontava l’Olimpia Milano, squadra dove sia lui che il padre hanno giocato e vinto, lui ha portato a casa 2 campionati italiani (2013 – 2014) e un MVP Finals LBA nel 2014, poi è stato scaricato dopo sei anni di battaglie tra le fila dell’Olimpia all’estero, e qui, tra infortuni e difficoltà, è iniziata la sua discesa.
Il destino però, riesce sempre a chiudere un cerchio, e proprio ieri, nel giorno del suo compleanno, ha riaffrontato il suo passato, regalandosi una prestazione grandiosa, chiusa con 15 punti, 8 rimbalzi e 2 assist, marcando un campione come Mirotic e segnandogli in faccia.
La sua rabbia si è vista dal primo minuto in cui è entrato in campo, e la sua esultanza a fine partita racchiude tutta la sua storia, un capitolo che, dopo ieri sera, può considerarsi chiuso, perchè Alessandro la sua vendetta, se così vogliamo chiamarla, anche se il termine più appropriato sarebbe rivincita, l’ha avuta, e quel gesto con le mani che rappresenta le offese delle persone, di chi gli è andato contro, fatto davanti al pubblico scafatese che non aspettava altro per esprimere la gioia di una vittoria sudata ma meritata, prima di finire la sua partita con un 2/2 dai liberi, è il finale perfetto per la sua gara, dove ha zittito chiunque parlasse ancora.

Stefano e Alessandro, ieri sera, si saranno chiamati, avranno parlato, col sorriso stampato in faccia, delle loro prestazioni, delle loro vittorie, delle loro rivincite, loro due, così diversi ma così simili, da un lato il capitano di Sassari, non proprio un talento cristallino ma costante e guida della propria squadra, poi il fratello Alessandro, riferimento dell’attacco di Scafati ieri sera, che sembra tornare ai vecchi splendori dopo anni difficili, dove ha abbandonato anche il palcoscenico della Serie A, accasandosi in A2, come se il suo premio MVP delle Finals LBA del 2014 fosse stato dimenticato, tornato a suonare la carica nella partita da ex, nel giorno del suo compleanno, regalo più bello non poteva farsi.
Sarà sicuramente felice il padre Nando, vedendo i suoi figli giocare così bene nei campi di Serie A, guidando le proprie squadre, seguendo le sue orme.

Alessio Apicella

Stefano Gentile nel match di domenica contro Trento

Foto di Ciamillo Castoria