Nella pallacanestro ci sono due parole che messe l’una vicina all’altra rappresentano la perfezione: gara e sette. Gara7 è la pace dei sensi, il meglio del meglio che possa capitare a chi segue con trasporto e passione questo meraviglioso sport. E che si vada a gara7 nella finale scudetto… è ancora meglio!
Si è giunti all’epilogo più thriller grazie alla vittoria di ieri sera della Virtus Bologna per 85-66 sull’Olimpia Milano.
Per questo torniamo con il consueto appuntamento con L’Ottovolante, rubrica esclusiva di Basket Magazine. 

SALGONO 

ENERGIA E DIFESA: LE CHIAVI DEL SUCCESSO VIRTUS 

La Segafredo ha condotto la partita praticamente sempre. Ha avuto un piccolo calo alla fine del primo quarto (terminato con il vantaggio Olimpia), ma per il resto la gara non ha avuto molto da dire. La Virtus si è costruita il successo grazie ad una difesa ai limiti della perfezione nel secondo tempo. È stato spettacolare il lavoro fatto da Daniel Hackett e Isaia Cordinier. Due giocatori che hanno annullato i rispettivi attaccanti (Napier e Shields), ma sono stati propositivi anche in attacco con letture e soprattutto tanta energia messa sul parquet. 

IL FATTORE CAMPO: ELEMENTO DECISIVO IN QUESTA SERIE 

È facile fare retorica spicciola, ma il fattore campo è stato in questa serie più che mai decisivo. Sei su sei e in gara6 come in gara5 incisivo.
La Segafredo Arena ha sfiorato il soldout, ma la cornice di pubblico è stata meravigliosa. E domani ci aspettiamo lo stesso dal Forum che nelle precedenti tre partite aveva sempre risposto presente.
Gara7 dovrà essere una festa. 

HACKETT, BELINELLI E CORDINIER CHI È L’MVP VIRTUS DI GARA6? 

Un dibattito che ha tenuto impegnati tutti dopo gara6. Chi è stato il migliore in campo? Veramente difficile a dirsi perché ognuno dei tre ha dato il suo contributo in maniera massiccia.
Daniel Hackett è stato perfetto in difesa e molto propositivo in attacco. Ha puntato il ferro sfruttando la sua superiorità fisica rispetto agli esterni di Milano.
Cordinier ha fatto un lavoro in marcatura su Shields molto importante, costringendolo alla peggior partita della serie. Inoltre è stato incisivo anche in attacco facendo saltare più volte tutti in piedi con le sue spettacolari schiacciate.
E poi c’è Belinelli, il capitano, colui che ha ritrovato una seconda giovinezza. Le sue percentuali al tiro sono devastanti ed è stata bellissima la sfida a distanza tra lui e Datome nel primo tempo. 

SCENDONO 

SHIELDS PRIMO SEGNALE DI STANCHEZZA 

Abbiamo dato giusti meriti alla difesa di Cordinier, ma ieri la prestazione di Shavon Shields non è stata sufficiente. Per lo meno, decisamene inferiore rispetto a quello visto nelle precedenti cinque partite. In 28’ ha prodotto solamente 7 punti con un brutto 3/11 dal campo. È apparso nervoso e non dentro alla partita come ci si aspetta sempre da un campione come lui. 

MILANO, C’È UN PROBLEMA ESTERNI 

Il valore dei giocatori di Milano è insindacabile. Stiamo parlando di una vera corazzata che di critiche in realtà ne merita ben poche. Però in questa serie e soprattutto in gara6 c’è stato un problema esterni. Nel senso di fisicità paragonata a quella della Virtus.
Shabazz Napier, Billy Baron e Devon Hall faticano contro Hackett, Pajola, Cordinier e Belinelli. In particolare Hackett e Cordinier in gara6 hanno attaccato regolarmente il ferro senza trovare corpi in grado di contrastarli. E questo può certamente essere un fattore anche in gara7.
A questo punto viene naturale porsi una domanda: Stefano Tonut sfigurerebbe così tanto in questa Olimpia? 

Eugenio Petrillo 

Nell’immagine Isaia Cordinier e Shavon Shields, foto Ciamillo-Castoria