Tom Bialaszewski, nell’intervista a La Prealpina, racconta di questi sette mesi alla guida della Pallacanestro Varese di Luis Scola, in cui si è introdotto alla complessità del basket europeo e italiano, tutto legato al concetto di promozione/retrocessione, all’importanza dei tifosi e del rapporto con loro, ai risultati della squadra.
Sulla calma in panchina: “È l’espressione del mio carattere: alzo la voce solo con i miei figli quando è assolutamente necessario, di sicuro non con i giocatori, lo staff o gli arbitri. Restare composto e mantenere la calma anche sotto pressione aiuta a prendere decisioni lucide e non istintive. Il mio modo di stare in panchina mostra come sono; non è perché non faccio vedere le mie emozioni non sto cercando di pensare al modo migliore per aiutare la squadra a vincere le partite.”
Un bilancio su questi mesi a Varese: “Sapevo che non sarebbe stato facile o scontato vincere partite sin dall’inizio; la squadra era quasi totalmente nuova ed ero consapevole che ci sarebbe stato da lavorare. In parte su di me, in parte con i giocatori e in parte con lo staff. È servito tempo e sono stati necessari anche piccoli aggiustamenti tattici, ma parte degli obiettivi della società sono legati al miglioramento delle risorse interne; credo sia migliorata la squadra, ma anche io. E se continueremo a farlo, ci divertiremo ancora.”
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