Con il 2023 prossimo agli archivi, andiamo a dare i voti alla prima parte di stagione in ACB delle 18 squadre partecipanti.

REAL MADRID, 10

Alla squadra campione d’Europa mancava un solo tassello per essere completa e Facundo Campazzo è esattamente quello. E altro. Il ritorno dell’argentino ha contribuito ad alzare ulteriormente la competitività di chi già c’era e il cammino, macchiato dalla sola sconfitta casalinga con l’Unicaja Málaga, lo dimostra.
Un importante passo in avanti è stato quello di Mario Hezonja, sempre più importante dopo una stagione passata in secondo piano ad acclimatarsi al gruppo.
L’unica incognita riguarda la tenuta fisica dei senatori sul lungo periodo, anche perché gli spazi per i vari Abalde e Alocén sono stati scarsi e non hanno permesso loro di fare quel passo in avanti capace di dare garanzie oltre ogni ragionevole dubbio.

UNICAJA MÁLAGA, 10
14 vittorie, 3 sconfitte. Un Ibón Navarro.

La prima parte della stagione 2023/24 ha i crismi della consacrazione per l’Unicaja. La squadra senza accentratori voluta dal tecnico basco è una macchina che viaggia ai limiti della perfezione e ha inanellato ben 13 vittorie consecutive, compresa quella ottenuta sul parquet del Real Madrid e quella netta, di 20 punti, sul Barcellona. Statunitense con passaporto montenegrino, Kendrick Perry si è preso il timone del gruppo biancoverde; le sue cifre recitano 11,7 punti e 3,6 assist a partita, equamente distribuiti. Lo step successivo è stato fatto, ora manca vedere se si riuscirà a bissare il successo ottenuto lo scorso anno a Badalona, stavolta davanti al pubblico di casa.

BARCELLONA, 5

Non si può dare di più ad una squadra che si è presa il lusso di sostituire Mirotic con Jabari Parker e Willy Hernangómez ma fatica a più riprese, buttando un derby letteralmente vinto contro Manresa e raccogliendo sconfitte contro due delle altre prime 4 della classifica, pesante l’ultima contro Málaga. Vero è che Roger Grimau fa grande uso del turnover, solo Satoransky e Laprovittola superano i 20’ di utilizzo (22 per il ceco, il più utilizzato), ma che qualcosa non vada per il verso giusto lo dimostrano le dichiarazioni di Juan Carlos Navarro che ha parlato di comportamenti sbagliati dentro e fuori dal campo.

Il problema è che, prima ancora dei giocatori (che non vanno giustificati), sono anni che i comportamenti sbagliati sono stati messi in pratica dal club, la separazione da Mirotic è solo
l’esempio più rumoroso, e a Jasikevicius è toccato il doppio ruolo di allenatore e pompiere degli incendi che venivano dall’interno, non certo dalla stampa. Se i blaugrana sono molto dietro in classifica, rispetto al Real Madrid, le responsabilità dei giocatori vengono dietro quelle societarie.

VALENCIA BASKET, 6,5

Qualche passo falso di troppo dopo un inizio brillante mette in evidenza un momento di calo degli uomini di Alex Mumbrù. Le sconfitte casalinghe con Granada e Bilbao sono il neo che impedisce ai Taronja di essere più vicini quantomeno alla seconda piazza. Pesa, va detto, la maledizione che dalla scorsa stagione pare colpire i playmaker di casa alla Fonteta. Anche quest’anno Hermansson ha potuto calcare il parquet appena 3 volte, 7 le presenze di Jared Harper; l’arrivo di Kevin Pangos dall’Olimpia è la dimostrazione della necessità di coprire la posizione in tempi brevi.

A tirare il carro c’è la coppia Chris Jones – Brandon Davies, quest’ultimo rigeneratosi dopo l’addio (non scevro di polemiche) a Milano. Difficile inquadrare le prospettive di questa Valencia; da come riuscirà ad assorbire il nuovo regista e da quanto riuscirà a recuperare i vari infortunati si potrà capire se questa squadra potrà essere tra quelle capaci di approfittare della defaillance del Barça.

UCAM MURCIA, 9

Oltre 300 giorni da imbattuta in casa, 2023 concluso al quarto posto, BCL che la vede lanciata alle Sweet 16. Sito Alonso ha fatto un vero e proprio capolavoro quest’anno. Tenerife, Baskonia e Barça sono alcune delle squadre che hanno dovuto cedere il passo a questa banda di ragazzi terribili guidati dalla coppia Dylan Ennis (fratello di Tyler, playmaker della GeVi Napoli) – Simon Birgander, rispettivamente capaci di produrre 14,9 e 14,1 punti ad allacciata di scarpe.

Lo svedese è una doppia doppia che cammina con i suoi 9,3 rimbalzi di media. Al Palacio de los Deportes, per il momento, solo Valencia e Unicaja sono riuscite a fare il blitz in questa stagione, complice anche una leggera flessione, tuttavia il quarto posto attuale lascia l’allegra banda, in cui milita anche l’ex Brescia Troy Caupain, ad un passo dall’essere testa di serie alla prossima Copa del Rey.
Chapeau.

DREAMLAND GRAN CANARIA, 7

La classifica sorride, regalando anche una qualificazione matematica alla Copa del Rey con un turno d’anticipo e da testa di serie. Allo stesso tempo, però, il derby perso con una Tenerife in tono minore e la maniera in cui sono arrivate le sconfitte – dando l’impressione di non saper superare le difficoltà e sciogliendosi – fa storcere un po’ il naso ai tifosi canarini.

Certo, pesa l’impegno europeo (dove la squadra è in striscia negativa dopo un girone d’andata da imbattuta), ma non può essere una scusa in un campionato dove questo tocca più di metà delle squadre partecipanti. Jaka Lakovic può contare ancora sulla verve dell’italoargentino Nico Brussino (14,9 ppt), buono anche l’apporto della cabina di regia dove Albicy ha concentrato i propri sforzi nel far girare la squadra (4,4 app), più che nella fase realizzativa. Ottima anche la coppia di lunghi Happ-Lammers. Manca il passo in avanti per ripetere la buona stagione scorsa, o migliorarla.

BAXI MANRESA, 8

Ancora una volta Pedro Martínez si è ritrovato un roster rivoluzionato, ancora una volta lo porta più in là di quelle che sarebbero le sue possibilità. Ad un passo dalla qualificazione in coppa, i biancorossi erano partiti per una permanenza quanto più tranquilla possibile; ancora una volta hanno stupito grazie ad una coppia affidabile di playmaker che mescola sapientemente l’esperienza del classe ’94 Brandon Taylor e la vitalità giovanile di Badio.

Sotto le plance comanda Devin Robinson, poi ci sono i due Dani – García e Pérez – a rappresentare il nucleo spagnolo. Pedro Martínez, da vecchia volpe, da uomo con una visione che va oltre l’immediato e le apparenze, ha saputo mescolare vecchio e nuovo, giovani ed esperti, creando una squadra che si diverte e non molla mai. Non è un caso che abbia vinto il derby in casa del Barcellona rimontando 5 punti nell’ultimo minuto. Dopo la Monekemania di due anni fa, Manresa torna a sognare.

BASKONIA, 4,5

Come non iniziare una stagione, capitolo 1. Joan Peñarroya aveva concluso in maniera deludente una stagione partita forse troppo bene, tanto da illudere anche la dirigenza che si potessero raggiungere risultati per i quali la squadra non era stata costruita. Da quella delusione sono nate le incomprensioni che hanno accompagnato l’ex tecnico di Burgos e Valencia fino all’esonero, tirando in mezzo anche Nico Mannion che ha avuto la sfortuna di atterrare al Buesa Arena nel peggior momento possibile e di pagarne le conseguenze.

L’ennesimo ritorno di Dusko Ivanovic ha avuto un effetto breve su una squadra che non ha né capo né coda, che pecca di spessore nel reparto lunghi dove Costello è soft rispetto ai pari ruolo delle parti alte della classifica. Nonostante i 17,1 punti di media, Markus Howard pare aver perso quel fattore sorpresa che aveva stupito tutti, Moneke (14,4p e 7,4rb) potrebbe rendere meglio se vicino avesse più spesso Khalifa Diop (meno di 10’ di media) e Rogkavopoulos, la grande scommessa dell’estate, fatica ad imporsi a certi livelli. Tanto su cui lavorare e non basta la “solita” scossa Dusko. Come dimostra la mancata qualificazione alla Copa del Rey.

LENOVO TENERIFE, 5

In attesa di vedere l’impatto di Kyle Guy, non può bastare il derby vinto con Gran Canaria a dare la sufficienza ad una squadra che ha palesemente bisogno di rinnovarsi. Certo, finché il fisico regge, Marcelinho Huertas è una garanzia, stesso dicasi per Shermadini, tuttavia non sono gli unici “attempati” in una squadra dove solo in 3, incluso il giovane Sangaré, hanno un’età inferiore ai 30 anni.

Il punto è che non si può mettere tutto nelle mani del brasiliano o del lungo ex Cantù, come nemmeno è possibile pretendere che Sasu Salin non possa avere una stagione al di sotto delle proprie capacità (27% da 3). L’arrivo della guardia ex Badalona, in cerca di riscatto dopo una prima parte assai deludente al Panathinaikos, può rappresentare il quid in più di cui una squadra così affezionata alla
soluzione perimetrale come quella di Txus Vidorreta ha bisogno. Dopodichè bisognerà cominciare a programmare sul serio il futuro.

JOVENTUT BADALONA, 5

Andamento altalenante, scelte discutibili, accesso alle Final Eight miseramente fallito. Tutto nasce quando l’ultimo prodotto di rilievo del florido vivaio neroverde, Joel Parra, ha preso la metropolitana e si è accasato dai cugini del Barça. Il sostituto, quel Deshaun Thomas che tanti nasi aveva fatto storcere a Milano, non aveva fatto male, tuttavia è stato escluso il mese scorso e rilasciato pochi giorni fa. L’altra scelta poco comprensibile, più per la testa che per il talento, è stato Chinanu Onuaku; ancora una volta l’ex Sassari non finirà la stagione lí dove l’ha iniziata.

Anche qui il futuro bussa alla porta: Pau Ribas e Ante Tomic sono ormai più prossimi ai 40 che ai 30 e servirà pianificare in tempo per poter sostituire due pesi massimi dello spogliatoio, oltre a doversi ingegnare per trattenere Andrés Feliz. Il rischio è di buttare via tutto quanto costruito negli ultimi anni, Shannon Evans è un’aggiunta di valore, il dubbio è su come s’integrerà con il dominicano.

CASADEMONT ZARAGOZA, 6,5

La stagione era cominciata in maniera turbolenta; l’addio di Aday Mara, attirato dalle sirene NCAA, ha tenuto a lungo banco ma non ha impedito di ripartire. Al suo posto, Porfirio Fisac ha ricevuto due vecchie conoscenze del nostro campionato come Dejan Kravic e Mitchell Watt, senza dimenticare Andrea Cinciarini che ha ben figurato fino al richiamo di casa che l’ha riportato nella sua Pesaro.

Anche il calendario, con Real Madrid e Unicaja da affrontare subito, non ha aiutato, tuttavia, dopo un avvio difficile in cui l’unica vittoria è proprio con gli Andalusi, la squadra è riuscita ad aggiustarsi in corsa ottenendo 4 vittorie consecutive, due delle quali di assoluto prestigio contro Barça e Tenerife. L’obiettivo era la salvezza, non facilissimo da raggiungere con il doppio impegno europeo; per il momento la classifica sorride, per ambire ad altro bisognerà aspettare ancora qualche settimana. Occhio all’arrivo del georgiano Rati Andronikashvili.

BÁSQUET GIRONA, 6

Una truppa di ex LBA guidata da Ike Iroegbu (16,5 ppp), lo scorso anno a Treviso, ma che ha perso Markel Brown, rientrato nel Bel Paese sponda Napoli. L’altro ex del nostro campionato è Corey Davis, visto a Trieste prima di essere tagliato nel finale di stagione. Il tutto sotto la gestione di un saggio come Quino Colom in cabina di regia.

Salutato Aíto, Marc Gasol ha puntato sul giovane Salva Camps per la panchina e sulla verve giovanile dei vari Juani Campos e Sergi Martínez, quest’ultimo in prestito dagli amici del Barcellona. Il momento non è dei migliori, 4 le sconfitte consecutive che hanno risucchiato i biancorossi nei bassifondi della classifica, ma viste le premesse, si può dire che la squadra è in linea con gli obiettivi.

MONBUS OBRADOIRO, 5

Decisamente troppo poco quanto visto in quel di Santiago de Compostela. Il roster a disposizione di Moncho Fernández aveva gli elementi giusti per poter anche giocarsi l’accesso alla Copa del Rey ma questa non è mai stata nemmeno una remota possibilità. Incapaci di inanellare due vittorie consecutive, Jordan Howard e compagni hanno pochi ricordi felici di questa prima parte di stagione, su tutti la vittoria ottenuta sul Baskonia alla 9ª giornata.

L’ex Napoli è un po’ l’emblema di cosa non va in questa squadra: migliore per punti segnati (14,7 di media), è nettamente sotto media dal perimetro (29,9%) come lo è tutta la squadra (25,3% totale). Un altro ex, stavolta di Cremona, come Tres Tinkle, continua a fatturare numeri discreti (9,9 ppp) ma né lui né Pustovyi o Scrubb sembrano prossimi a fare uno step competitivo ulteriore. Molto da registrare per allontanare i fantasmi che sono ad appena una vittoria di distacco.

SURNE BILBAO, 4,5

Netto passo indietro per i baschi, anche con l’attenuante della Fiba Europe Cup. L’aggravante peggiore è quella di aver illuso tutti con 4 vittorie nelle prime 5 uscite in campionato, compresa quella su Murcia, per poi incappare in 6 sconfitte consecutive in cui si è concessa anche il lusso di segnare il minor numero di punti di sempre in ACB, appena 43 contro Málaga.

Tante, troppe, le scommesse anche sugli stranieri, anche a scapito di Melwin Pantzar, potenzialmente un protagonista ma ancora in secondo piano. Dalle parti del Golfo di Biscaglia spopola l’hashtag #PonsarnOut nei confronti del tecnico ex Valencia, serve assolutamente un intervento per liberarsi di giocatori risultati deludenti e far scelte anche non scontate ma coraggiose, altrimenti questa stagione, nella migliore delle ipotesi, sarà anonima. Nella peggiore…

COVIRAN GRANADA, 5

Ad oggi sei salvo per differenza canestri, tuttavia la tonica della stagione sembra quasi la stessa dell’anno scorso. Con una squadra che avrebbe dovuto offrire ben altre garanzie sia per esperienza che per nomi a roster, su tutti quel Joe Thomasson che tanto bene aveva fatto a Manresa da attrarre le attenzioni dello Zenit San Pietroburgo. Qualche sconfitta di misura ha reso impervio il cammino per gli andalusi, salvatisi lo scorso anno per il rotto della cuffia; coach Pablo Pin è chiamato a trarre di più dal suo secondo quintetto, troppo il peso affibbiato ai titolari e corte le rotazioni.

In un campionato come l’ACB, più lungo e con più squadre attrezzate, arrivare in debito d’ossigeno a fine partita si paga caro, anche se lo stesso Thomasson (15,1ppp), l’ex Pesaro Kwan Cheatham (13,7 ppp e 5,2 rpp) e Felicio (12,1 ppp e 6,6 rpp) rispondono presente. L’altra buona notizia è il rendimento di Lluís Costa, oltre 13 punti e 5 assist a partita per un giocatore arrivato tardi al fatidico piano di sopra.

MORABANC ANDORRA, 4

Tanti soldi, tanti nomi, compreso quel Jean Montero che è costato centinaia di migliaia di euro di buyout. Per non parlare dei prestiti dei vari Llovet e Dos Anjos dal Barcellona o di Stan Okoye che tanto bene aveva fatto a Scafati. Appena una vittoria di vantaggio sulla zona salvezza, con incluso il taglio di Goudelock a dare
l’idea che nel Principato il “grano”ci sia ma che manchi un’idea di come spenderlo.

Natxo Lezcano è forse il meno responsabile, più imputabile l’idea che bastasse il denaro sonante a creare una squadra con obiettivi ambiziosi e credibili. La recenti vittorie a Zaragoza e contro Murcia hanno contribuito a guadagnare quel minimo vantaggio sulla zona retrocessione e posto fine a due mesi e 8 partite di sole sconfitte. Se il successo ritrovato supporrà un cambio di rotta dipenderà da quanto questo gruppo riuscirà ad essere compatto. Ad essere squadra.

RÍO BREOGÁN, 4

Distruggere una favola in pochi mesi, lo stai facendo nel modo giusto. Due le scelte che hanno rivoltato come un calzino la stagione di Diouf e compagni: Zan Sisko e Dimitrios Agravanis. Lo sloveno, a cui Veljko Mrsic aveva affidato le chiavi della squadra, ha disputato appena una partita con la maglia celeste, l’ellenico , invece, ha terminato anzitempo il proprio rapporto con il club a causa di problemi persistenti all’adduttore.

A rendere ancora più difficili le cose è arrivata Valencia che ha portato via Justin Anderson. Per rimediare è arrivato Ben McLemore mentre è finalmente rientrato Toni Nakic, tuttavia, per far salire la valutazione e migliorare la stagione, servirà porre dei punti fermi in un roster che ha appena perso Frankamp, andato a Palencia, e potrebbe lasciar partire proprio Momo Diouf. Kamagate può essere un’opzione, ma non sarà sufficiente, serve qualcosa in più per sperare.

ZUNDER PALENCIA, 4,5

Mezzo voto in più perché era chiaro che fosse la squadra con minor budget della categoria, già dal mercato estivo. Tuttavia due vittorie sono davvero poca cosa in un intero girone, se poi sono pari (o inferiori…) agli stranieri sbagliati sul mercato, ecco che i problemi arrivano con virulenza. Brandon Brown e Tanner Leissner sono due errori che gridano vendetta.

L’impressione è che non si fosse poi così pronti per affrontare la massima categoria, arrivata più per defezioni di altre squadre più accreditate (Burgos, Estudiantes…) che per le proprie capacità; l’impatto con l’ACB ha messo a nudo la necessità di crescere non solo a livello
economico. Per svoltare si dovrà ripartire da pochi punti fermi come l’esperienza di un ex campione di BCL come Vitor Benite e dal saper indirizzare le energie del giovane Keye Van der Vuurst, tra le poche note positive della stagione. Luis Guil, subentrato in panchina a stagione in corso per provare a raddrizzare la barca, può essere sicuramente il volto autorevole capace di guidare una possibile risalita, Frankamp cerca riscatto dopo una prima metà di stagione deludente in Galizia.