Il Real rimonta una buona Tenerife, il Barça controlla la sfuriata finale del Baskonia.

Nessuna sorpresa, domani sarà tempo di Clásico per la finale di Copa del Rey.

Il Real supera in rimonta la Lenovo Tenerife grazie all’ennesima grande prestazione di Deck (18), che stringe i denti anche dopo un brutto colpo subito, ed alla precisione di Causeur (18). Determinante l’aumento dei giri del motore a rimbalzo con Tavares che sfodera un dominio shacklefordiano (15r): da lì i merengues hanno potuto correre più spesso, castigando una Tenerife che esce, comunque, con l’onore delle armi.

Il Barça chiude sostanzialmente i giochi nel primo tempo, complice un Baskonia in cui pare giocare solo Pierriá Henry(19) e che si sveglia, Polonara (10) compreso, troppo tardi. L’azzurro sfiora la doppia doppia ma soffre tanto un Mirotic (16) molto più in palla rispetto alla sfida contro l’Unicaja.

 

Real Madrid – Lenovo Tenerife 85-79

Pedalare, pedalare e ancora pedalare: la consegna di Pablo Laso ai suoi è stata chiara ed ascoltata alla perfezione da un Real Madrid sceso anche a -18. Tenerife, con un Fran Guerra (15) che duella nei primi momenti con Tavares, ed un Marcelinho (22) in vena realizzativa, paga l’essersi persa dal punto di vista della fluidità di gioco, con tante palle perse e poca lucidità, invece di gestire il prevedibile ritorno merengue.

 

La cronaca

Txus Vidorreta sorprende tutti lasciando in panchina Marcelinho e Shermadini, con Fran Guerra a vedersela contro Tavares e Fitipaldo a completare l’asse play-pivot. Ed è proprio dal consegnato di Guerra che Fitipaldo trova la tripla che apre l’incontro. La scelta del tecnico aurinegro paga ottimi dividendi: Guerra, prossimo alla prima convocazione in nazionale, batte sistematicamente Tavares, il Real non perde il contatto grazie a tre triple di Causeur, Alocén e Deck.

L’entrata di Marcelinho porta Tenerife al +6, con l’italobrasiliano che fa impazzire il malcapitato Alocén che commette un fallo antisportivo solare che gli arbitri assegnano solo dopo un lungo check all’instant replay. Laso chiama il time out facendo presente ai suoi i problemi ai liberi ed i rimbalzi offensivi concessi, il risultato è un aumento dell’intensità difensiva che riporta a contatto i blancos. Il primo parziale si chiude sul 23-19 aurinegro.

Tenerife prova ad allungare in avvio di secondo quarto con Cavanaugh grande protagonista che segna gli 8 punti che fissano il massimo vantaggio Lenovo (20-32), coach Laso richiama i suoi in panchina in fretta e furia ma dal minuto di sospensione ne escono meglio gli avversari che ritoccano ancora le differenze e forzano falli con un Fitipaldo bollente che porta al +18 (22-40). È Llull a scuotere i merengues con 4 punti consecutivi e comincia la sfida personale con Fitipaldo, poi Rudy e Deck accorciano fino al -7 che obbliga Vidorreta al time out. La tripla di Causeur, che risponde al classico canestro di Marcelinho, chiude il primo tempo sul 40-46.

Dagli spogliatoi il Real rientra con grande energia, l’alley-oop trasformato da Tavares ed il canestro in crossover di Deck rispondono alla tripla di Butterfield ed al canestro di guerra che batte l’avversario sfruttando una frazione di secondo di vantaggio.

La sfida tra Tavares e Guerra si arricchisce di risorse tecniche come il gancetto in post; Deck salva una palla impossibile per trovare due punti dal nulla ma, subito dopo, si accascia a terra dolorante ad un fianco e debe tornare in panchina con una smorfia che non promette nulla di buono.

Ma c’è spettacolo nelle alture, va via Guerra e c’è Shermadini, ma Tavares non fa una piega e posterizza il georgiano con uno schiaccione di pura potenza. Il Real potrebbe riavvicinarsi ma spreca più volte, finchè non la risolve Llull che riporta a -4 (55-59) la differenza sul tabellone. I liberi di Carroll portano il Real al pareggio, complice il bonus raggiunto dalla Lenovo, poi Causeur firma il sorpasso dopo l’ennesima palla persa dagli aurinegros. È il momento del Real, Causeur firma il +5 con la tripla frontale, Marcelinho si scuote con un gioco da tre punti che conta sull’aiutino di Guerra che si aggancia a Tavares per impedirgli la stoppata, la terna arbitrale non coglie lo stratagemma. Llull si gioca l’isolamento a 14” dalla fine e ottiene un viaggio in lunetta che sfrutta a metà per il 65-62 con cui si va all’ultimo riposo.

Rudy Fernández apre la quarta frazione con un livello difensivo eccelso ma deve lasciare il campo per il ripresentarsi dei dolori alla schiena, Llull segna in contropiede ma Marcelinho s’inventa un assist pazzesco per Sulejmani che riporta a contatto la Lenovo.

È un momento di grande tensione, si susseguono gli errori e solo Carroll e Marcelinho trovano la via del canestro; Tenerife si riavvicina a -1, ancora con Marcelinho, Laprovittola risponde poi Tavares cancella Guerra e favorisce la tripla di Gabi Deck che torna dopo il problema fisico patito nel primo tempo. Ma il Real Madrid è in totale trance agonistica, Causeur piazza la tripla dall’angolo ed è +7; Marcelinho trova i due punti ma è ancora Deck a fare la differenza, Tenerife vede sfuggirgli il match di mano ma Doornekamp segna dall’arco per riaprire i giochi ad un minuto dalla fine, la difesa sul possesso successivo rasenta la perfezione ma Llull s’inventa un assist dietro la schiena che Thompkins sfrutta per l’83-77.

Vidorreta prova a disegnare la rimessa nel time out ma il tiro di Doornekamp vede solo il ferro, Deck pesca il rimbalzo e chiude il discorso assicurando il passaggio in finale.

Finisce 85-79.

MVP: Gabriel Deck

Clutch Player: Sergio Llull.

La chiave: La superiorità a rimbalzo del Real Madrid permette agli uomini di Laso di rientrare in partita contro una Tenerife apparsa in partenza più brillante.

FC Barcellona – TD Systems Baskonia 77-68

Troppo brutto per essere vero, il Baskonia salva solo la faccia dopo un primo tempo orripilante in cui sembra tutto fuorchè squadra. Il Barça, che ha imparato la lezione di ieri, mette subito la partita sui binari giusti e la mantiene salda anche quando, nel quarto periodo, Polonara e compagni risalgono fino al -4.

 

La Cronaca

Palla a due vinta dal Baskonia e subito un supersonico Henry segna 4 punti di seguito in nemmeno 30”; il Barça risponde con Mirotic che beffa Polonara con una finta e segna da sotto. L’azzurro difende bene la successiva azione ma l’ex Pelicans è da subito in serata di grazia. Ancora Henry corre e segna, tuttavia il Barça trova il primo vantaggio grazie a Calathes; non è un problema per il Baskonia: Jekiri inchioda la schiacciata del pari, poi ancora Henry segna altri 4 punti con grande complicità della difesa che ruba due palle importantissime.

Il Barça non perde di vista il gioco, la tripla di Kuric dal palleggio permette a coach Jasikevicius di rimettere il naso avanti, poi Higgins culmina con il canestro il contropiede che fissa il parziale di 7-0 dei catalani. Al 10’ è 15-12 Barça che chiude il primo quarto meno prolifico finora.

Il Baskonia è solo Henry, che segna il suo 13mo punto su 15 totali dei suoi, il Barça vola a +6 coincidendo con la presenza di Westermann in campo. Finalmente Polonara, l’azzurro sfrutta il rimbalzo sul tiro di Jekiri e segna il -4, tuttavia, arriva con un secondo di ritardo su Abrines e gli è fatale, l’ex OKC segna la tripla dall’angolo.

È ancora Henry a riavvicinare i baschi a -3, ma sono le difese e la tensione ad imporsi sugli attacchi, Polonara si trova due volte a dover tirare sul filo della sirena senza ritmo e senza successo; Mirotic, invece, è totalmente in partita e piazza due triple che portano al massimo vantaggio il Barcellona (32-23), è Vildoza a frenare l’emorragia.

Ma non basta, Higgins è un gradito invitato alla festa del tiro pesante e piazza il +10 che fa inviperire coach Ivanovic, Polonara risponde dalla lunetta ma ancora l’ex CSKA fa malissimo dall’arco per il 38-27 che chiude il primo tempo.

 

La ripresa si apre con 6 punti consecutivi del Barça, il Baskonia è in bambola e serve la tripla di Henry a svegliarlo. Stavolta segna anche Giedraitis che trova la tripla ed il fallo di Hanga, gioco da 4 punti.

Ma è un fuoco di paglia, Mirotic e Calathes sono protagonisti del controparziale che fa volare a +17 la formazione di Jasikevicius, il greco arriva a 9 assist quando mancano ancora 4 minuti alla penultima sirena mentre ogni tiro baskonista si conclude con il suono metallico dell’anello.

Jekiri prova a rinfrancare i suoi con una grande stoppata ed un successivo and one, il Barça però è caldissimo, Kuric trova la tripla e rispedisce alla massima differenza gli avversari.

Serve qualcosa in più, soprattutto dal perimetro: Vildoza lo trova sfruttando il blocco di Jekiri; il pivot nigeriano trova, poi, il canestro sgusciando tra i difensori in post, ma Henry decide di rovinare tutto con due possessi insensati. Il Barça non perdona e Abrines trafigge ancora la retina dall’angolo. L’isolamento perfetto giocato da Higgins chiude la terza frazione con il massimo vantaggio Barcellona (64-47).

Polonara combatte contro i dirimpettai ma anche contro il senso di frustrazione, la sua tripla in apertura di quarto periodo è frutto del suo talento, non di un gioco eseguito secondo i dettami dell’allenatore: anche il 2+1 di Dragic segue questo spartito, il Barça non fa una piega.

È di nuovo Polonara a riavvicinare a 11 il Baskonia, l’azzurro è tra i pochi a non mollare e trascina con sé Vildoza che firma il -9 con un ottimo taglio sulla linea di fondo. È un momento decisivo, ancora l’italoargentino trova la retina dall’angolo, poi un immenso Jekiri esce vincitore dal mismatch con Higgins rubando palla e favorendo l’attacco baskonista, ma il possesso successivo non viene sfruttato.

L’inerzia, però, pare essere cambiata, Davies commette fallo in attacco su Peters, l’asse Polonara-Henry confeziona l’assist per Jekiri, -4.

Il Barça prova a reagire con Davies che inchioda la schiacciata, Mirotic è glaciale dalla lunetta; Henry rintuzza con l’1/2 dai 4,60m ma Calathes e Westermann non perdonano e rimettono a distanza di sicurezza il risultato. Si chiude 77-68 ed il Barça è in finale.

MVP: Nikola Mirotic

Clutch Player: Westermann

La chiave: Barcellona più squadra per 30’, non può bastare un sussulto d’orgoglio al Baskonia per arrivare in finale.