Arriviamo al terzultimo appuntamento della regular season di Serie A2, in questo weekend si deciderà molto della post-season, con la griglia dei playoff che si inizierà molto probabilmente già a riempire. Probabilmente avremo anche i primi verdetti stagionali, il big match tra Udine e Rimini deciderà se Udine sarà promossa direttamente o se Rimini potrà tornare in corsa. Piacenza è ormai quasi in Serie B, anche se la matematica non lo dice ufficialmente.
Per l’occasione, abbiamo intervistato Marco Calamai, attuale opinionista nel programma televisivo Basketland, che è stato allenatore tra gli anni Ottanta e Novanta, ha guidato squadre come Reyer Venezia, Fortitudo Bologna e Livorno. Insieme abbiamo parlato della Serie A2 e del suo equilibrio, di pronostici e anche di Fortitudo Bologna.
–Quindi questa formula dell’A2 è da promuovere?
“Questa formula mi sembra meglio del recente passato, mi sembra corretto che la squadra vincente venga promossa, poi con i play-in dà possibilità alle squadre di recuperare perchè magari sono partite male o hanno avuto infortuni durante l’anno.
–Qual è il suo giudizio sul livello del campionato e sull’equilibrio che sta dimostrando.
“Di solito quando c’è equilibrio nei campionati è sempre più avvincente e interessante da seguire. In alcune cose l’A2 non è cambiata rispetto a quando allenavo io, soprattutto che non puoi sbagliare i due stranieri, quindi chi ha azzeccato la coppia straniera parte con un vantaggio. Torino ad esempio ha una buona squadra di italiani non fenomenale però, con l’apporto dei due stranieri ce la si gioca, perchè loro spesso realizzano 35 o più punti insieme. L’equilibrio è valido per seguire il campionato, certo che basta una sconfitta imprevista o sfortunata che può alternare il risultato, è un campionato dove puoi perdere anche contro l’ultima in classifica, Nardò, Piacenza, Livorno e le altre sono squadre agguerrite.
–Lotta play-out, chi retrocede insieme a Piacenza?
“Molto difficile dirlo, ci sono squadre partite molto bene come la Juvi Cremona che ora sta facendo più fatica, Nardò dopo l’ingaggio di Stewart mi sembra in ripresa, credo che chiunque sarà la seconda retrocessa, sempre considerando Piacenza ormai retrocessa, che dispiacere perchè ha fatto campionati importanti, avrà molti rimorsi perchè non c’è tanta differenza con le altre squadre.
–Cosa si aspetta da questi playoff?
“Mi aspetto qualche sorpresa perchè in corsa partono almeno 3 squadre che avevano molte ambizioni, parlo delle due retrocesse Brindisi, con tanta sfortuna durante la stagione come la Fortitudo Bologna, e Pesaro, che hanno avuto tanti imprevisti. Ci sono squadre che possono fare un grande recupero, Rimini secondo me è stata straordinaria, costruita molto bene da Dell’Agnello e dalla società, c’è Cantù che sembrava molto forte, poi non so cosa sia successo, sicuramente qualche equilibrio non andato bene, mi sembra che chi ha tanti giocatori come loro faccia anche fatica a trovare le giuste rotazioni e scelte, giocatori come Possamai, dominante in questo campionato, che non giocano mai, a volte averne tanti determina un problema anche di scelte. Cantù però credo che ai playoff parta da favorita. Poi c’è la sempre sorprendente Cividale perchè Pillastrini è bravissimo, ma obiettivamente non è forte sulla carta come altre squadre che la seguono, quindi qualche sorpresa potrebbe esserci.
–Questo weekend c’è il big match per eccellenza, quello tra Udine e Rimini, per i bianconeri una vittoria significherebbe Serie A, per Rimini invece un successo la porterebbe a -2 dai rivali. Che partita si aspetta e quali fattori la condizioneranno?
“Sono un teorico dell’importanza dei playmaker nelle squadre, dal confronto Hickey-Robinson nascerà molto della vittoria e della sconfitta delle due squadre, tante volte il fattore campo fa la differenza, ma quando hai un obbligo della vittoria può diventare un pò condizionante. Udine però ha un vantaggio dal giocare al PalaCarnera e anche da una forza di squadra che ha dimostrato, ha una pallacanestro molto chiara, che dipende dalle percentuali, quindi da come Rimini ostacolerà gli avversari. Ho in mente la partita di Udine a Bologna, con la Fortitudo senza uno straniero e in condizioni rimaneggiate, ha vinto contro i bianconeri con una grande difesa e Udine ha continuato a tirare solo da tre punti. Al ritorno Udine aveva già vinto con medie altissime da tre punti, la Fortitudo aveva altri giocatori fuori, e poi è andata avanti di un punto perchè le medie dei bianconeri al tiro sono scese, dipendono molto da questo. Lo scontro sarà tra i due playmaker e poi dipenderà da chi inciderà di più tra Alibegovic e Marini in questa partita.
–Il ko di Aradori in questo momento della stagione è un colpo importante, ci sarà però più spazio per Mian e Gabriel?
“E’ chiaro che con l’infortunio di un giocatore si creano spazi in più per gli altri, nell’ultima partita dal vivo che ho visto Aradori ha patito in difesa ma ha tirato in attacco con ottime medie da tre punti, è un giocatore troppo importante per la Fortitudo Bologna e non averlo è una tegola che si aggiunge alle altre. Questo si lega al problema di Gabriel, che mi sembra evidente non stia dando il rendimento che ci si aspettava da lui, io ne ero sicuro perchè è un giocatore di talento ma molto incostante e che gioca sempre molto lontano dal canestro.Caja ha trovato, con la sua esperienza, una soluzione: quando Gabriel gioca male viene inserito Mian da 4 aggiunto, però se c’è Aradori da 3, adesso invece Mian dovrebbe quasi solo giocare da 3, se Gabriel gioca male da 4 chi gioca, Battistini sta giocando pochissimo e non bene, Menalo non gode della fiducia dell’allenatore, quindi diventa doppio il problema. Certamente prima di andare a Forlì questo è un colpo improvviso, che si aggiunge a un anno di grande sfortuna perchè poi si può dire tutto della Fortitudo, ma non ho mai visto una squadra che perde tutti i playmaker, Sabatini, che era un’arma fondamentale, fuori Gabriel per quasi due mesi, Aradori fa avanti e indietro dall’infermeria. La sfortuna ci ha messo del suo.
–Che derby sarà quello tra Forlì e Fortitudo Bologna?
“Con Forlì partita fondamentale, perchè se la Fortitudo Bologna dovesse vincere a Forlì potrebbe poi giocare con meno pressione contro Rimini che, in caso di sconfitta con Udine, non è così determinata, in caso di vittoria a Udine invece tutt’altro discorso. Se la Fortitudo perde a Forlì diventano molto dure le ultime due partite, anche la trasferta a Livorno, dove io ho allenato e so che è un campo molto caldo, poi la squadra ha fatto anche ottime partite, quindi diventa difficile. Forlì è proprio uno snodo della stagione per la Fortitudo Bologna, che ha scontri diretti in svantaggio sia con Cividale che con Pesaro, e anche questo può incidere molto, anche per Forlì però il calendario non è facile, vincere con Brindisi è sempre difficile. Cento poi è la squadra rivelazione del campionato, coach Di Paolantonio è il migliore dell’anno per me perchè ha fatto cose straordinarie in una società sana che sa quando deve spendere, ha fatto partite imprevedibili in trasferta e l’ultima partita contro di loro per Forlì sarà difficile, anche perchè è un derby. In ogni caso questa sarà una sfida difficile da giocare, da arbitrare, con due allenatori esperti e con molta tensione in campo.
–Che si aspetta in questo finale di stagione da Gabriel?
“Non saprei. Le medie di Gabriel non sono granchè, a rimbalzo, pur avendo il fisico, da un contributo minimo, in difesa non è il suo mestiere. Non va mai vicino al canestro pur essendo 2.4 metri, mi aspetto che abbia un pò di orgoglio e che si renda conto che il suo apporto è fondamentale, quindi che faccia ricredere quelli che dicono che è stato un americano debole per questo campionato e chi invece, come me, ha pensato che fosse non scarso ma inadatto a giocare in A2 dove devi avere due stranieri che contano. Non dimentichiamoci che a Brescia era un giocatore che rompeva le partite quando entrava dalla panchina, quindi è un giocatore che funziona in Serie A dove hai 5 o 6 stranieri.
–Guardando al futuro, la Fortitudo Bologna dovrebbe pensare ad un progetto sostenibile piuttosto che avere l’ansia di salire in Serie A?
“Io la penso così. Non credo che la Fortitudo debba avere quest’ansia di salire in Serie A e che invece si dovrebbe preparare per andarci e restarci. Sarebbe molto meglio riprogrammare un progetto di ringiovamento graduale perchè la squadra deve restare comunque sempre competitiva. Qualche giocatore giovane, anche 20enne, non come Pillastrini che ha questa capacità di vedere i giocatori prima, come è successo con Marangon e adesso con Ferrari, bisogna essere bravi a sceglierli e anche a farli giocare. La società Fortitudo è costruita da dirigenti e sponsor molto seri, ricordo le parole di Tedeschi e Gentilini un anno e mezzo che dicevano di salire in Serie A con un progetto di tre anni. Non vedo quindi l’obbligo di salire in Serie A.
–Che giudizio dà a questo primo anno e mezzo della nuova società biancoblu?
“Secondo me è un giudizio ampiamente positivo, sono persone che ci mettono la faccia, lo sponsor, Matteo Gentilini, aiuta la Fortitudo con sponsorizzazioni molto alte, oltre ad essere il presidente del Consorzio. Il presidente e gli altri sono persone serie e che vogliono bene alla Fortitudo, ora bisogna però mettersi a tavolino per programmare un futuro importante per questa squadra che dia soddisfazioni ai tifosi, dopo averne riportati 5mila a palazzo, con un allenatore e dei giocatori giusti.
–Non crede che una persona come Teo Alibegovic dovrebbe essere sfruttata maggiormente all’interno di una società come la Fortitudo Bologna?
“Aldilà del suo problema di salute, ho sempre pensato che lui potesse essere un valore aggiunto, nel senso che è uno dei pochissimi grandi giocatori che ha fatto anche l’allenatore e il manager. Conosce la pallacanestro, avere Alibegovic in società è un vantaggio da sfruttare, e che quindi potesse dare un contributo nel consigliare i giocatori, poi tutti gli allenatori hanno bisogno di qualcuno con cui confrontarsi. E’ una figura che si è impegnata molto per mettere insieme questo gruppo di persone in società.
–Cosa vorrebbe da questo finale di stagione dal basket in generale, sia italiano che non.
“Vorrei chiarezza dal basket europeo, capire se e in che misura consiste questo coinvolgimento dell’NBA e chi vorrebbe far parte di questa nuova competizione europea, le mie origini antiche sono per il merito sportivo, ma così vale solo per l’Eurocup. Vorrei che l’Europa resti l’Europa e che la nostra pallacanestro resti quella che vediamo in Eurolega che, io penso, sia di un livello nettamente superiore rispetto a tre quarti della stagione NBA, l’Olympiacos ad esempio ha espresso delle prestazioni stellari, è un livello di basket che mi avvince, quindi vorrei che questa matrice rimanesse europea.
Per quanto riguarda invece l’Italia…è una cosa vecchia, ma vorrei che finisse il discorso che un italiano deve stare in panchina se non merita di giocare, sono stanco che Melli e Datome per affermarsi sono dovuti uscire dall’Italia quando erano tra i migliori giocatori europei, così come ora sta succedendo per Spagnolo e Procida. I giocatori che valgono devono avere la possibilità di farlo vedere, si devono creare regole che valorizzino i giocatori italiani, quando manca uno straniero poi spunta l’italiano, come a Varese, con Librizzi che ha fatto un campionato fantastico. Non posso vedere che Bortolani e Akele non riescano ad incidere nelle loro squadre, o che Diop giochi così poco. Non è un rimprovero agli allenatori ma un discorso generale, c’è bisogno che la struttura del campionato sia organizzato in modo tale che chi lo merita possa giocare, non si possono scoprire dei giocatori in Nazionale. Dovremmo vederli esplodere nelle nostre squadre invece devono andare all’estero o aspettare che Pozzecco li lanci in azzurro, ci sono alcuni stranieri in campionato che fanno ridere, va bene che costano meno degli italiani, ma sono meno forti. Bisogna trovare un equilibrio su questo.
ASSENTI E INFORTUNATI DELLA TRENTACINQUESIMA GIORNATA
Penna (VERONA); Filoni (PIACENZA); De Vico, Vildera (BRINDISI); Peroni (VIGEVANO); Chinellato (AVELLINO); Ghirlanda (TORINO); Woodson (NARDO’); Parrillo (PESARO); Pini, Stefanelli (UDINE); Aradori, Sabatini, Vencato (FORTITUDO BOLOGNA).
NUOVI ACQUISTI
Filippo Gallo (RIETI) da Reggio Emilia; Blake Francis (VIGEVANO) dal Kouvot Koula, al posto di Myles Mack.
QUI il CALENDARIO della SERIE A2
QUI la CLASSIFICA della SERIE A2
Foto di Ciamillo Castoria, tifoseria Torino.