Questa sera, sulle tavole della Segafredo Arena, si chiude la stagione del ritorno nel massimo torneo continentale della Virtus Bologna, dopo quindici anni dall’ultima partecipazione. La squadra bolognese ha sin qui raccolto tredici vittorie e venti sconfitte, piuttosto distante da quelle diciotto vittorie che si erano preventivate per raggiungere i playoff. E’ stata una stagione molto complessa, faticosa e piena di imprevisti a livello fisico, che ne hanno limitato la potenzialità.

Tuttavia, non si può riassumere il bilancio di questa annata citando gli infortuni come unico fattore che non ha permesso alla banda di coach Sergio Scariolo di centrare l’obiettivo fissato.

Che la squadra sia nata sbilanciata sin dall’estate è sembrato piuttosto chiaro a tutti, il mancato arrivo di un italiano importante nel settore lunghi, individuato in Achille Polonara, ha creato una situazione di deficit, a cui il coach ha sempre fatto riferimento in diverse conferenze stampa. Ad aggiungersi a questo, ci si è messo anche l’infortunio di Shengelia ancora prima dell’inizio delle ostilità, che ha privato la Segafredo di un altro pezzo molto importante sotto le plance. Se poi, si aggiunge il rischio di aver scommesso su numerosi debuttanti nel roster, dovendo affrontare una delle edizioni di Eurolega più impegnative di sempre, ecco che molte delle situazioni via via accadute, trovano spiegazioni. La Virtus ha pagato forse anche troppo, l’inesperienza del proprio gruppo, ed ha pure pagato in almeno un paio di situazioni, il fatto di essere una matricola in un torneo dove il blasone e la presenza con licenze pluriennali hanno il loro peso.

Purtroppo quello che rimarrà negli occhi dei tifosi, sarà un girone di ritorno piuttosto avaro di risultati, ma i bianconeri sono stati per lungo tempo in lotta per un posto fra le otto, grazie ad una prima parte in cui si sono viste prestazioni importanti, anche su campi esterni di grande fascino come Madrid e Barcellona.

La mancanza di allenamenti a ranghi completi, la continua emergenza dovuta a giocatori che rientravano al posto di altri che finivano in infermeria, non ha permesso allo staff di lavorare con continuità sul gruppo a disposizione, e questo fattore alla lunga non ha certo aiutato a creare gerarchie e giochi automatizzati. Se poi si aggiunge, che alcuni uomini arrivati l’estate scorsa, che dovevano fornire un valore aggiunto ad un gruppo di ragazzi piuttosto inesperti, non abbia dato nulla o quasi, risultando addirittura nocivo in certi frangenti, ecco che il quadro risulta completo in ogni sfumatura. Forse, se le grida di aiuto lanciate quasi subito dal coach, per porre una toppa alla carenza sotto canestro, fossero state ascoltate, l’avventura sarebbe andata diversamente, oppure sarebbe rimasta la stessa, difficile a dirsi, visto il numero impressionante di stop subito dal roster bianconero. Probabilmente un elemento in più, non sarebbe stato sufficiente a invertire la rotta, altri hanno aggiunto ma senza avere reali benefici.

Giunti al termine della prima annata, si possono tirare le somme, il bilancio non si può certo dire soddisfacente, ma nemmeno così negativo come potrebbe sembrare, leggendo le statistiche dell’ultimo periodo, viziate in maniera profonda dalle tante assenze di uomini importanti, alcuni volutamente tenuti a riposo per preservarli in vista del finale di campionato, ultimo obiettivo rimasto a cui strizzare l’occhio.

Ed è proprio riguardo ai playoff di campionato, che occorre porre attenzione in virtù delle voci di mercato riaperto di cui si sono riempite improvvisamente le pagine dei quotidiani. La domanda che ci si dovrebbe porre oggi, sul perché solo adesso la Virtus vorrebbe riempire la casella mancante, porta a fare considerazioni che evidentemente nel recente passato non erano state prese in considerazione. E’ vero che uno come Jordan Mickey sembra essersi smarrito nel buio dei suoi pensieri e non sembra trovare la via della luce, situazione che ha creato proprio nelle recenti uscite, un rendimento talmente inqualificabile, dal rendere impossibile qualsiasi ipotesi. Ma il motivo che potrebbe aver smosso la società a cercare un uomo d’area, più che l’abulico rendimento dell’americano, siano le prestazioni dell’ultimo periodo di Mam Jaiteh. Che il lungo francese, in scadenza di contratto a giugno, abbia già firmato un biennale con il Monaco francese di Mike James, sembra cosa ormai certa, che abbia motivazioni a lasciare alla piazza felsinea un bel ricordo di sè, un pò meno. E’ vero che si parla di professionisti, che ogni mese percepiscono un compenso concordato, e a cui si chiede sino all’ultimo giorno di mettere in campo tutto il meglio che possono. La sensazione, è che a seguito dell’accordo con la squadra francese, le motivazioni del lungo transalpino siano un pò scemate, facendo quindi nascere nello staff, l’esigenza di sostituirlo con qualcuno che possa almeno mettere grinta e determinazione nelle future battaglie per lo scudetto.

Tutto ciò deve poi fare i conti con il dictat societario che sin dall’inizio di questa stagione è stato molto chiaro, si aggiunge qualcuno solo se può essere anche futuribile e non un “gettonaro”. Il problema però, è che sui lunghi, da sempre merce rara, non è cosi semplice trovare ciò che si cerca, quelli buoni sono per la maggior parte impegnati, altri hanno contratti e non sono disponibili.

CI sarebbe però un’alternativa, un’ipotesi interessante che potrebbe essere l’uovo di Colombo, ingaggiare un lungo sino alla fine del campionato con l’accordo che se si dimostrasse funzionale per il progetto durante i prossimi playoff, potrebbe poi essere prolungato sedendosi attorno ad un tavolo a fine ostilità.

Materiale questo, per fini dissertazioni sui modi ed i tempi, rimane però il fatto che al momento la Segafredo rischia di avere un reparto lunghi in cui il solo Shengelia può reggere l’urto degli avversari, con Ojeleye e Abass a dargli una mano, palesemente insufficienti per un finale di stagione in cui si giocherà ogni due giorni. Contemporaneamente si dovrà a tutti i costi provare a recuperare mentalmente il buon Mickey, e cercare di usare quel poco che può dare Ismael Bako, uomo a cui non si può certo chiedere più di tanto.

Quella di stasera contro Milano, è gara del tutto inutile, buona solo per il prestigio, e per non svelare le proprie carte proprio in vista di quella che dovrebbe essere la battaglia finale, epilogo di una stagione travagliata per entrambe, decisamente più negativa per i meneghini, dovessero fallire anche il tricolore. Ci saranno diversi assenti per entrambe, strano sarebbe stato il contrario vista la stagione, Melli e Napier in casa Olimpia, Cordinier e Abass in quella Virtus. Pajola più di Teodosic dovrebbe rimettere gli scarpini sul parquet, per riassaporare il gusto di mordere le caviglie altrui, facendo attenzione tutti quanti a non farsi male, prima di tutto.

Sarà una gara accademica, la Segafredo dovrà ancora una volta fare attenzione alle palle perse, ai rimbalzi sotto la propria tabella, e soprattutto a non concedere troppi vantaggi agli esterni di coach Ettore Messina, non sempre Milano tira con la bassa percentuale del forum in occasione dell’ultimo scontro con le Vnere.

Inizio alle 20,45 agli ordini dello spagnolo Juaniti Carlos Garcia, del turco Ermin Mogulkoc e del portoghese Fernando Rocha. La gara sarà visibile sui canali Sky Sport Arena, Eleven Sports ed EuroLeague TV. In radio, la cronaca a cura di Dario Ronzulli, si potrà ascoltare dalle frequenze di Nettuno Bologna Uno.

 

Alessandro Stagni