La Virtus a zero punti, unica del torneo, che stasera si presenta alla Stark Arena nella bolgia dei tifosi del Partizan, sulla carta sembra l’agnello sacrificale ad una cerimonia col finale già scritto in partenza.

Ciò che doveva essere, non è ancora stato, un gruppo migliore di quello dello scorso anno, una squadra che avrebbe regalato ancora grandi soddisfazioni ai tifosi ed altri proclami, al momento non sono ancora sbocciati, la tifoseria comincia a dare segnali di palese insoddisfazione, sia sui social che con gli striscioni comparsi sui cancelli dell’Arcoveggio.

Voci incontrollate di possibili cessioni di giocatori, allenatore in bilico con alla porta il nome del possibile sostituto circolano da diverse ore, radio portici in questi casi è sempre accesa, divulgando spesso fantasiose soluzioni, rinfrescando le migliori della storia come quella di Vlade Divac, visto passeggiare sotto gli archi più famosi d’Europa in attesa di firmare il contratto con i bianconeri.

Di vero c’è un consiglio a fine mese, dove è necessario che i due soci di maggioranza prendano una decisione importante, per salvaguardare una stagione iniziata in sordina, con un gruppo che fatica oltremisura a causa di giocatori arrivati a Bologna con grande enfasi, ma che al momento hanno mostrato solo la parte peggiore di sè, ed altri che già c’erano, ma che faticano a trovare un’adeguata forma fisica. Il mix descritto, ha portato zero in classifica in Europa dopo quattro gare, mostrando solo una grande volontà di combattere e poco altro, mentre in Italia, il minimo sindacale, ha aiutato la Segafredo a non cadere e conservare al momento l’imbattibilità dopo le tre gare giocate.

Troppo poco per chi in estate è stato presentato come un gruppo migliore di quello precedente, l’arrivo di una super stella come Will Clyburn, quello di uno dei più fisici player della LBA come Rayjon Tucker, quello di uno dei migliori playmaker dell’Eurocup come Matt Morgan, di un giocatore solido come Andrejs Grazulis, ed infine di italiani di livello come Riccardo Visconti, Nicola Akele e Mouhamet Diouf.

Quella di stasera, contro la nuova squadra di Iffe Lundberg, l’ex di turno che lo scorso anno risolse col proprio tiro, almeno sette gare europee, si presenta come una gara durissima, al limite dell’ impossibile per la Segafredo vista sino ad oggi. Se poi, si aggiunge il fatto che a coach Luca Banchi, mancherà uno dei pochi che ad oggi ha comunque offerto un rendimento importante come Alessandro Pajola, fermo ai box per un problema alla schiena, anche solo il pensare di ripetere quanto fatto lo scorso anno sui legni di Belgrado, diventa davvero esercizio di grande fantasia.

Luca Banchi nelle parole di presentazione della gara, dice giustamente che serviranno durezza e attenzione, per provare a cogliere un risultato in terra serba, quindi più controllo delle palle perse e maggiore concentrazione sul campo. Servirebbero moltissimo le qualità balistiche di capitan Belinelli, quelle mostrate solo in parte da Morgan e quelle immaginifiche spesso ammirate nel passato di Clyburn. Servirebbe che tutto il gruppo facesse importanti passi avanti nella condizione fisica, apparsa sino ad oggi piuttosto indietro rispetto agli avversari, ma questo lo stesso coach di Bologna lo aveva ampiamente detto sin dai primi impegni stagionali, i suoi ragazzi hanno avuto una preparazione estiva molto travagliata, piena di piccoli acciacchi che non ha consentito al gruppo di prepararsi in modo adeguato agli impegni che lo attendevano. Nel frattempo oltre un mese è passato, seppur vero che ci si allena poco e si gioca molto, ma la condizione fisica deve comunque arrivare, perchè ne l’Italia, ma soprattutto l’Europa aspetta, la legge dello sport è questa.

A Belgrado, soprattutto in questo primo spezzone di stagione, è difficile giocare, ancor più vincere, i ragazzi di coach Obradovic davanti al loro caldo pubblico, hanno sconfitto il Bayern in gara tre giocando un primo quarto ad alto livello ed imponendo sin da subito ai tedeschi un divario importante che si è ridotto solo nell’ultimo quarto di gioco a risultato ormai consolidato. Inutile nasconderlo, la Stark Arena è un luogo dove giocarci è sempre difficile, la Segafredo dello scorso anno riuscì a realizzare un’impresa imponendo ai serbi un livello di gioco ed una fisicità bel lontana da quanto visto sin’ora in questa stagione. Potrebbe essere la gara del riscatto per Belinelli e compagni, servirà limitare il tiro dall’arco degli avversari, primi in Eurolega, ma anche sotto le plance ci sarà battaglia, si vorrebbe maggiore durezza da parte di Ante Zizic, l’uomo che dall’inizio di stagione viene additato come uno di quelli che sta maggiormente deludendo quando impiegato in campo. Si vorrebbe insomma una Virtus più viva e soprattutto più precisa, più cattiva nella mischia, più tonica nel finale di partita, insomma una Segafredo all’altezza della competizione come più volte vista lo scorso anno.

Palla a due alle ore 20,30 agli ordini dei signori Perez, Garcia e Konstantinovs. Gara trasmessa dai canali Sky Sport, DAZN e radiocronaca di Dario Ronzulli su Nettuno Bologna Uno.

Alessandro Stagni

Nell’immagine il capitano Marco Belinelli (foto Ciamillo Castoria)