Sebbene non sia ancora certificata al 100%, Varese è ad una percentuale vicinissima dal raggiungerla anche questa stagione A Tyus e Kastritis va l’eterna gratitudine per essere stati, fondamentalmente, i due pilastri di questa salvezza, che senza loro sarebbe quasi sembrata impossibile.

DUE PILASTRI SALVEZZA

C’è chi va e chi resta. Ma nella mente non se ne andrà mai l’immagine della folle risalita, della lotta, della voglia di due uomini che hanno risollevato le sorti di una squadra che sembrava essere spacciata. Il primo, il gigante buono e saggio, probabilmente se ne andrà. E’ quanto si apprende da voci di corridoio, con la sua avventura che continuerà molto probabilmente al Maccabi, per i playoff scudetto. Lui, che ha portato ordine e disciplina in un reparto che sembrava essere completamente fuori controllo e senza speranza. La sua intelligenza tattica, il suo temperamento e i suoi dettami hanno sicuramente fatto respirare spogliatoio e tifosi. Varese è stato un passaggio incredibile e fondamentale. E come riconoscenza è giusto che, a salvezza acquisita, sia lasciato andare a lottare per una causa ancora più grande.

C’è chi resta e diventa il punto di partenza. Ioannis Kastritis è l’uomo dei miracoli. O semplicemente, della verità più cruda e bella che esista: delle volte basta un allenatore competente, autorevole e con delle idee, pur semplici, per fare le cose più semplici. E far vincere e respirare un ambiente che vive di questo sport e non può farne a meno. Kastritis è questo e sarà il punto di partenza della prossima stagione. I due GM di Varese hanno fatto mea culpa e lo hanno confermato. Bulgheroni è stato chiaro e lo ha blindato. Scola non può che credere in lui per poter costruire nuovamente quell’appeal che Varese necessita per poter tornare a competere a livelli anche più alti e attirare nuovi investitori.

Intanto, a Tyus e Kastritis va l’eterna gratitudine: loro sono i due pilastri della salvezza più pazza che ci sia mai stata a Varese. E una tra le più sofferte di sempre.