Higgins (20) è sublime, Llull e compagni si svegliano troppo tardi.

 

Finisce con Pierre Oriola a sollevare la coppa, con Jasikevicius che ha finalmente visto la cattiveria agonistica di quelli che aveva trovato come “bravi ragazzi”, come aveva dichiarato ad inizio stagione.

Il Real non riesce a rompere il sortilegio che lo priva della vittoria sul parquet amico da oltre 60 anni; non ci riesce perchè la difesa blaugrana soffoca le sue principali bocche da fuoco, accettando la variabile inattesa Abalde (15), provando a limitare Tavares (17) con Pustovyi.

L’attacco, invece, castiga più e più volte la scelta di coach Pablo Laso di schierare un quintetto piccolo privo, tra l’altro, dell’astuzia difensiva di Rudy Fernández che ha dovuto cedere ai capricci della sua malconcia schiena.

La sfida Mirotic-Deck è quasi umiliante per il pur volenteroso argentino che paga anche i fastidi fisici con cui aveva chiuso la semifinale di ieri.

La reazione madridista, questa volta, non arriva in tempo, complice un avversario che assomiglia sempre più a ciò che Jasikevicius vuol vedere dai suoi ragazzi e controlla lasciando avvicinare i merengues solo fino al -11.

Titolo meritato per la squadra più forte vista sul parquet, ma non sono solo i tifosi del Real a avere la sensazione che, con Randolph e Taylor abili ed arruolabili e senza tutti i problemi fisici che hanno falcidiato il roster madridista, avremmo potuto assistere ad una sfida ben più combattuta.

 

La cronaca

È la nona finale di Copa del Rey consecutiva per Pablo Laso e comincia con brutte sensazioni: Rudy Fernández non ce la fa ed è costretto a rinunciare al parquet.

Il Barça parte con Calathes, Higgins, Hanga, Mirotic e Pustovyi; quintetto merengue sorprendente, Llull ritrova lo starting five accompagnato da Causeur, Abalde, Deck da ala grande e Thompkins.

La difesa del quintetto piccolo madridista produce subito una palla rubata da Thompkins da cui nascono i due punti di Abalde in transizione. Lo statunitense del Real Madrid manda fuori giri Pustovyi, Jasikevicius lo cambia subito per Davies che porta il blocco necessario al pareggio firmato Higgins.

Abalde è in pieno clima partita e castiga una cattiva difesa blaugrana sul blocco di Thompkins con una tripla frontale a cui risponde Mirotic che domina il post sfruttando il dislivello di statura con Deck.

L’argentino ingaggia un duello fisico durissimo con l’ex di turno, ma l’ispanomontenegrino è in serata e, con 6 punti consecutivi, sigla il primo sorpasso del Barcellona (7-8). I blaugrana, complice anche una serie di errori dei lunghi avversari, completano un parziale aperto di 8-0 in cui Davies tormenta Thompkins; coach Laso ricorre subito a Tavares, sorprendentemente partito dalla panchina, ma Smits battezza l’ex Gran Canaria con canestro e fallo. Il lettone è determinato a guadagnarsi minuti di parquet e bissa da 3; il break di 14-0 è chiuso dall’eurostep di Causeur che, oltre a Higgins, deve evitare anche Tavares.

I due punti della guardia transalpina non servono a scuotere il Real, Abalde rischia il fallo antisportivo su Kuric, poi Pustovyi si porta a casa il ferro chiudendo l’alley-oop su assist di Westermann.

Il primo quarto si chiude con la preghiera di Abalde che sbatte sulla base del ferro, al suono della prima sirena il Barcellona conduce per 11-20.

Alocén entra sul parquet ed apre la seconda frazione con un gioco da 3 punti, Thompkins si aggiunge con un grande tap-in nel traffico; Abrines, però, è in uno stato mistico e segna la settima tripla su sette provate in tre partite.

Ma il Real è finalmente sceso sul parquet, Tavares vola in testa a Pustovyi per chiudere l’alley-oop aperto da Abalde. La maggior precisione madridista permette a Laso di essere ancora in partita contro un Barça in cui Davies e Mirotic continuano a martellare. Il grande ex sente la partita e traduce questo sentimento in punti e difesa: ne fanno le spese ancora Deck e, con uno sfondamento, Tavares che obbliga il coach madrileño a mandare in campo Reyes. Ma i blaugrana non si fermano, Higgins segna 4 punti consecutivi per portare la differenza in doppia cifra.

Mirotic è un vero e proprio incubo per Deck, tuttavia scappa negli spogliatoi accompagnato dallo staff medico; la tripla di Calathes fissa il massimo vantaggio del Barcellona (23-38) che amplia grazie al secondo canestro pesante di Smits ed alla transizione fulminea di Higgins.

Anche Davies è in serata, il suo lavoro in post è da manuale e produce dal post punti, falli subiti, spazio per i compagni ed il +20 dalla lunetta; la tempesta blaugrana porta a chiudere il primo tempo sul 31-52 ai danni di un Real Madrid incapace di trovare il ritmo nel tiro.

Buone notizie per il Barça, Mirotic rientra sul parquet al ritorno dagli spogliatoi; Higgins dà il bentornato al suo compagno di squadra con un 2+1 che significa il massimo vantaggio blaugrana (31-55).

L’ex CSKA è un rebus di difficile soluzione per la difesa merengue, i capitolini faticano a trovare la via del canestro così coach Laso prova la zona che frena l’attacco avversario. L’apparizione di Llull, con un lay-up ed una tripla delle sue, riporta sotto le 20 lunghezze lo svantaggio del Real.

Nessuna delle due squadre, grazie anche a due stoppate di Tavares, sembra trovare continuità realizzativa, il tempo passa e, nonostante l’alley-oop Llull-Tavares, il Real non riesce a concludere velocemente i propri possessi. Nonostante ciò, il black out blaugrana permette ai blancos di rientrare fino al -15.

La sveglia del Barça suona con l’ancora infallibile Abrines che piazza il +19 dal perimetro, poi Higgins forza il quarto fallo di Tavares e completa l’opera realilzzando entrambi i tiri dai 4,60m.

I padroni di casa provano a reagire, tuttavia la terna arbitrale giudica eccessiva la protesta di Causeur e punisce l’esterno francese con il fallo tecnico. Il Barcellona grazia l’ingenuità sbagliando dalla lunetta, a ringraziare è Llull con un’altra tripla del suo repertorio, poi Causeur bissa per il -13.

Mai sottovalutare Calathes, il play ellenico non avrà grandi doti balistiche ma vede il gioco come pochi: due assist liberano Smits e Mirotic per il nuovo +19; il Barça aumenta di nuovo l’intensità difensiva ed il Real non riesce ad accorciare prima che la penultima sirena mandi le squadre in panchina sul punteggio di 50-69.

Il Barça comincia il quarto periodo cercando di protrarre al massimo i propri possessi, il gioco con il cronometro mette in crisi il Real Madrid che solo la magia di Abalde fa risalire a -11; l’ex del Valencia Basket è in fiducia e trascina con sè anche Tavares che sorprende Oriola con l’ennesima stoppata; ma Higgins è in missione, ancora le sue mani protagoniste della tripla del +16. C’è poco altro da raccontare, Abalde prova ancora a scuotere i suoi ma Higgins fa suo il match ed il titolo di MVP tenendo a distanza un avversario che si è svegliato troppo tardi.

Capitan Pierre Oriola alza al cielo del WiZink Center la coppa, finisce 88-73.

“Campeones, Campeones” risuona nel vuoto impianto dell’Avenida Felipe II, l’astinenza di trofeo blaugrana era durata già troppo.

MVP: Cory Higgins

Clutch Player: Cory Higgins

La chiave: Il Barça è più costante e controlla la sfuriata del Real Madrid. Nel primo tempo Mirotic è un martello su Deck e, quando viene a mancare l’ispanomontenegrino, è Smits a dargli un degno cambio. Troppo tardiva la decisione di Laso di mettere più chili e centimetri nello spot di ala forte.  

 

Elio De Falco

In foto, il Barcelona credit ACB