FOTO: David Logan (Ciamillo-Castoria)
di Filippo Luini
David Logan è veramente eterno e lo sta dimostrando in questa stagione 2020-2021.
Ma, facendo un passo indietro, l’Italia è sempre stata nel destino del tiratore statunitense (naturalizzato polacco): è il 2005, infatti, quando inizia la carriera da professionista nell’allora Legadue a Pavia. Poi tante maglie cambiate (6) e l’approdo alla prima big europea, il Baskonia. Quindi gli anni d’oro di Panathinaikos e Maccabi, prima di tornare in Italia e rimanerci a lungo, a Sassari. Canestri su canestri, vittorie su vittorie, David Logan ovunque sia andato ha lasciato il segno con quella straordinaria capacità di separarsi dal difensore e bruciare la retina dalla lunga distanza.
Quest’anno, a Treviso, piazza storica che di americani di talento ne ha visti parecchi – bussare a casa Trajan Langdon e Gary Neal – sta, ancora, facendo la differenza. Dopo undici giornate è il secondo miglior realizzatore con 21 punti di media (10 partite giocate, in attesa del recupero della nona giornata contro Trieste). High stagionale da 35 contro la Fortitudo e due prove che sporcano le medie: a Milano, 9 nella proibitiva partita del Forum con il socio Carroll out dopo pochi minuti; e 4 a Reggio Emilia, dove la palla proprio non ne voleva sapere di entrare.
La dipendenza della De’ Longhi si evince dalle medie di Logan quando Treviso centra la vittoria, momento nel quale la media punti passa da 21, a poco meno di 24.
A quasi 38 anni, Logan, è ancora un bomber di un altro pianeta, e anche ieri sera, nella vittoria della sua Treviso contro Cremona, lo ha dimostrato.