Una vera squadra. Con il bilanciamento, gli equilibri, la solidità, la compattezza da gruppo di qualità. Che muove bene la palla, sia in transizione sia nell’attacco alla difesa schierata. Ed esprime una pallacanestro logica, concreta, anche brillante. Con un’attenta cura ai dettagli, precisione nell’esecuzione degli schemi, e sagge scelte tattiche.
Ci sono state tante cose belle nel successo 85-74 della Virtus Femminile a Gyor, in Ungheria.
Non si vince con questa sicurezza, all’estero, in una partita di Euroleague, se non possiedi la mentalità giusta e una buona espressione tecnica.
Detto questo, è evidente che saranno ben altre le sfide che dovranno dimostrare la reale consistenza del team virtussino nella principale competizione europea. Già i prossimi match saranno più indicativi: giovedì 19 ottobre nel Madison di Piazza Azzarita sfidando il Perfumerias Avenida, l’ambiziosa squadra di Salamanca (dove giocano Mariella Fasoula forte centro greco, e la playmaker turca Olcay Cakir), il mercoledì 25 in trasferta, in Francia, al “Palacium” di Villeneuve d’Ascq.
Frattanto… è interessante prendere atto di questa V nera che si esprime con bella fluidità, con personalità, con diverse soluzioni tecniche e una solidità mentale che si nota in particolare nell’organizzazione difensiva. Due partite di Euroleague: una vittoria con uno scarto di 21 lunghezze nel debutto casalingo contro Polkowicze, raggiungendo i 90 punti, poi questa vittoria chiara di 11 a Gyor in un match non semplice, che sarebbe potuto essere decisamente più insidioso se le ragazze di coach Pierre Vincent non avessero tenuto il campo con così grande controllo. Con una totale concentrazione. Con sapienza e costanza. E anche “on the road” la Virtus Segafredo femminile ha confezionato un punteggio alto, arrivando a 85.
Il Serco UNI Gyor ha buttato davanti agli occhi delle virtussine due star della WNBA: Diamond Miller, guardia-ala ventiduenne, una nazionale degli Stati Uniti, selezionata dalle Minnesota Linx al primo giro (con il numero 2) nel draft WNBA 2023, e Kristine Anigwe atletica power forward-centro di 1,93 per 91 chili, ventiseienne uscita nel 2019 dalla University of California, Berkeley, selezionata al primo giro dalle Connecticut Sun, nominata “Naismith Difensive Player of the Year” nel 2019, e successive esperienze con Dallas Wings, Los Angeles Spark, Phoenix Mercury, in Europa con Cukurova Mersin e con Passalacqua Ragusa. Nella stagione WNBA che s’è conclusa da poco, Anigwe ha fatto parte delle Chicago Sky.
Come ha risposto la Virtus Segafredo? Con il gruppo. Con la sostanza, gli equilibri e l’organizzazione del suo gioco di squadra. Facendo tutto ciò che deve fare una buona squadra per vincere. In trasferta.
Diamond Miller, che era ancora negli Stati Uniti la settimana scorsa e non ha giocato la partita di Euroleague che il Serco Gyor ha perso di 1 solo punto e nell’overtime a Villeneucve D’Ascq, stavolta c’era. E si è presentata al pubblico ungherese con 24 punti in 25’44”, cinque rimbalzi e sei assist. Indubbiamente un grande talento, che la Virtus ha comunque costretto a qualche “forzatura” (come appare dal 46% nel suo totale-tiro).
Kristina Anigwe ha combattuto con intensità, com’è nelle sue caratteristiche, però ha raccolto poco in rapporto al suo potenziale: 13 punti e 6 rimbalzi. Non ha fatto la differenza. Circondata e efficacemente contrastata dal valoroso cast di “lunghe” della V nera di Bologna. Olbis Andrè, Iliana Rupert, Lauren Cox, Haley Peters. Con l’aiuto importante di Cecilia Zandalasini in versione rimbalzista (11) oltre ad essere stata sublime nelle “letture” come indicano i 9 assist. Nove sono stati anche gli assist di Francesca Pasa.
La saggia scelta tecnica, da parte di coach Pierre Vincent, di “cavalcare” Olbis Andrè in grandissima serata e anche l’altro centro Iliana Rupert, ha fatto la vera differenza.
MVP della partita indiscutibilmente Olbis André. Le compagne l’hanno servita con regolarità, con efficacia. E lei, Olbis, si è sempre fatta trovare pronta. A concretizzare. Immagine imperiosa nel cuore dell’area avversaria. Una continua tortura per il team ungherese.
Prestazione enorme, quella di Olbis Futo Andrè: 24 punti in 25 minuti, 11 su 14 nelle conclusioni vicino a canestro: reattiva, tempista, inafferrabile. E poi 6 rimbalzi. E anche una attenta difesa. Raggiungendo un eclatante 25 di Efficiency, e +13 di Plus/Minus.
E’ bello che a vestirsi di gloria sia stata una cestista italiana. Anzi, una bolognese! Eh sì. Olbis Futo Andrè è nata il giorno di Natale del 1998 a Castel San Pietro Terme. In provincia di Bologna.
Cestisticamente cresciuta proprio nel capoluogo dell’Emilia Romagna. I primi passi, nel basket, nella stagione 2012-2013 con la Pol. Pontevecchio e nella stagione successiva con la Fortitudo rosa. Nel 2014, da sedicenne, debutta in serie A2 con la Libertas Basket Bologna. Ha 17 anni quando viene ingaggiata dalla PB63 Battipaglia. Nel massimo campionato. Tre stagioni in Campania. E facendo parte dello squadrone scledense, Olbis vince 2 scudetti (2019 e 2022), 2 Coppe Italia (2021 e 2022) e 3 Supercoppe Italiane (2018, 2019, 2021).
Nell’estate 2022 torna a casa. A Bologna. Avendo ora 24 anni, ed essendo giocatrice in grandissima crescita, si può definire il suo acquisto il più felice investimento realizzato per la sezione Virtus Femminile da “patron” Massimo Zanetti. Oltre ovviamente all’ingaggio di Cecilia Zandalasini. Ma “Zanda” era già una stella, era già la migliore cestista d’Italia, faceva l’Euroleague con il Fenerbahce Istanbul e ha giocato anche nel campionato professionistico americano con Minnesota Lynkx. Mentre Olbis Andrè era un giovane prospetto. E’ esplosa in Virtus nella stagione scorsa, allenata da Giampiero Ticchi che l’ha saputa valorizzare, e ora sta compiendo un altro salto di qualità (sul piano dell’espressione tecnica, della sicurezza, del rendimento) sotto la gestione e gli insegnamenti di coach Pierre Vincent. Olbis Andrè e allenatore francese si conoscono bene, poiché Vincent ha allenato la Famila Schio dal 2017 al 2021.