L’anticipo della diciannovesima giornata sarà Fortitudo Bologna contro Dinamo Sassari. Alle 20, all’UnipolArena si sfideranno le due squadre con obiettivi e situazione di classifica differente. Non per questo non si prospetta una partita interessante caratterizzato dal sfida nella sfida con il grande ex Gianmarco Pozzecco e l’esordio di Ethan Happ proprio contro la Lavoropiù.
Alla vigilia della gara in conferenza stampa ha parlato il coach della Fortitudo Bologna, Luca Dalmonte.
Queste le sue parole:
“Nel corso dei mesi scorsi, colpevolmente non avevo prestato la giusta attenzione nel guardare Sassari. Per necessità l’ho fatto nel corso di questa settimana e devo riconoscere quanto sia una squadra di grande identità e solidità che cerca spesso il gioco in post basso. Ha Bilan e Burnell nel gioco del post basso a cui si aggiungerà Happ. Ha buon equilibrio sia sul gioco interno che sul perimetro. Non hanno solo identità offensiva, ma anche un sistema difensivo chiaro che è performante perché induce gli avversari a dover fare uno sforzo di lettura costante per 40’. Credo che oggi Sassari sia una delle squadre più caratterizzanti che abbiamo incontrato finora. Va dato merito al roster, estremamente europeo, e allo staff tecnico per entrambe le fasi del campo. Sarà quindi necessario avere grande equilibrio tra difendere l’area ed essere aggressivi contro i tiri da tre punti. Offensivamente dovremo essere sempre attenti per leggere le scelte difensive che Sassari ci obbligherà a fare”.
La vittoria attraverso la difesa a Trento, è la mentalità che desidera vedere? “Sicuramente stiamo cercando di costruire un’identità difensiva. D’altro canto è necessario mantenere una buona e costante performance offensiva. È la partita e l’avversario in questione che ci porterà a differenti tracce e trame sulle singole partite. A noi spetta giocarle entrambe e non poggiarci solamente su un aspetto. Noi dobbiamo essere pronti ad essere competitivi”.
La zona vista a Trento è un unicum oppure verrà riproposta? “L’abbiamo provata per la prima volta a Bamberg, solamente per allenarla in vista di Trento. Contro la Dolomiti Energia abbiamo fatto un 3-2 per rompere la loro costante aggressività e togliere loro il ritmo della partita”.
Wesley Saunders può essere il leader di questa Fortitudo? “All’interno della partita dobbiamo avere due o tre protagonisti che si devono alternare. Non possiamo affidarci ai singoli, ma la squadra si deve allacciare al sistema. Dentro al quale c’è anche la possibilità di avere dei protagonisti, ma l’importante è che tutti siano pronti ad esserlo”.
Le condizioni di Pietro Aradori? “Aradori alla fine in 48 ore ha risolto il fastidio che aveva accusato a Trento. Credo che c’è stata una componente di legittima preoccupazione perché aveva sentito un piccolo fastidio nello stesso punto che l’aveva tenuto lontano dai campi per diverse settimane”.
Come sarà affrontare Ethan Happ? “Happ ora gioca a Sassari. Credo che porterà tutto il talento che ha mostrato sia a Cremona che qui in Fortitudo. Penso che darà una grande mano alla Dinamo perché si andrà ad inserire in un contesto in cui il gioco interno ha un valore molto importante. Credo bisogna allontanarsi dal giudizio dei singoli giocatori, ma i singoli vanno contestualizzati all’interno di un gruppo. Ogni giocatore della storia è testimone di questo e ognuno riesce a sviluppare il proprio meglio in base al contesto in cui giocano”.
Cosa della vittoria contro la Dolomiti Energia rivedremo contro Sassari? “Trento è una squadra molto aggressiva in entrambe le fasi del gioco, Sassari invece protegge maggiormente l’area. Quindi le lettura saranno differenti. Trento ha un concezione di corri e tira. Sassari gioca a campo aperto che usa pick and roll immediati, ma va in post basso. Se non ha tiri certi nei primi secondi, è una squadra che esegue molto bene l’azione corale. Ci vorranno da perte nostro letture differenti quindi sarà difficile, da un punto di vista tecnico, portare qualcosa di Trento contro Sassari”.
Conferma le voci sul possibile innesto di un quattro straniero? “Credo che una società che ha tanti italiani importanti e solo quattro giocatori stranieri, sia necessario che nel protocollo sia costantemente in aggiornamento per quanto riguarda lo sviluppo di mercato. Perché in caso di necessità non si perda tempo nella ricerca ma ci si faccia già trovare pronti”.
Eugenio Petrillo