Esistono giocatori, campioni, leggende, poi c’è una categoria a parte, gli Immortali, quelli che lasciano il segno.
Marcelinho Huertas ha appena compiuto 42 anni, a quell’età si parla di ex giocatori, magari avviati da qualche tempo alla carriera da allenatore o dirigente; a quell’età cominciano a scoprire quanto difficile sia prendere quelle decisioni che loro, in campo, contestavano o vedevano come una profonda ingiustizia.
L’ex Fortitudo non è ancora tra questi. MVP della stagione regolare del campionato più competitivo d’Europa, fulcro dell’asse play-pivot più datato della Liga Endesa con l’ex canturino Shermadini e ancora oggi assoluto protagonista contro giocatori che hanno anche la metà dei suoi anni.
Solo Málaga-Barcellona va a gara 3, Real, Valencia e Tenerife risolvono la serie in appena 2 incontri.
REAL MADRID – BASKONIA 2-0 (82-76; 103-112)
Il Real Madrid offre due facce della propria medaglia per passare il turno contro un Baskonia che, almeno, ha provato a rispolverare un po’ del proprio glorioso passato recente.
Gara 1 è combattuta, gli uomini di Laso credono nel blitz e giocano un primo tempo esemplare nella propria metà campo, trovando in Howard (17 nel primo atto) l’uomo a cui affidare i palloni che valgono il primo strappo con un parziale di 8-0; Chus Mateo si affida a Walter Tavares e il lungo capoverdiano risponde presente per chiudere la prima metà di gara sul 37-38.
Al rientro dagli spogliatoi l’ex Milano Luwawu-Cabarrot segna 5 punti in fila per il nuovo +6 ma è un altro Real quello che replica al ceffone avversario stringendo le maglie difensive e costringendo i baschi ad un solo punto in 6 minuti a cavallo dei due ultimi quarti.
Il resto ce lo mettono, di volta in volta, Feliz e Llull ma, nel finale, tocca ad Alberto Abalde (14 per lui) mettere a segno i canestri decisivi per respingere l’ultimo assalto ospite.
Agli antipodi, quanto a spettacolo, il secondo round. Trent Forrest (30 a referto con 7 assist smazzati) funge anche da Howard, decisamente più spento il portoricano rispetto al match del Movistar Arena, tuttavia al Baskonia manca intensità difensiva ed il Real Madrid ne approfitta dominando soprattutto a rimbalzo offensivo. È lì che i blancos seminano il proprio successo, contro un avversario troppo dipendente dalla soluzione esterna.
La gara prende la direzione della capitale quando la precisione dal perimetro abbandona i blaugrana; lì emergono Facundo Campazzo (17) e Andrés Feliz (17), ma l’ultima parola spetta, come ancora oggi accade spesso, a Sergio Llull, 19 punti ed una tripla che chiude le ostilità dopo l’eliminazione per falli di Luwawu-Cabarrot ed un opaco Chima Moneke che potrebbe aver concluso la propria avventura in quel di Vitoria.
VALENCIA – GRAN CANARIA 2-0 (98-74; 94-102)
Come da pronostico, senza sorprese.
Valencia Basket fa suo il pass per le semifinali dopo una gara 1 dominata ed una visita alla Gran Canaria Arena che riesce a risolvere soltanto dopo un supplementare.
Il primo match della serie si spezza nel terzo quarto, i taronja azzannano il parquet con un parziale di 34-8 aiutato da ben 7 canestri pesanti (gli stessi di tutto il primo tempo) e guidato da un Montero versione extralusso.
“El problema” diventa benedizione quando si concentra sul parquet e disegna pallacanestro per tutti, Gran Canaria, invece, litiga con il ferro e commette l’errore di accettare il ritmo degli uomini di Pedro Martínez che scollinano anche i 30 punti di vantaggio.
Gli ultimi 10’ sono di puro garbage time.
Altra musica nelle isole.
Albicy (16), Homesley (16) e Tobey sono i protagonisti dell’avvio di gara in cui la squadra di Jaka Lakovic tocca anche la doppia cifra di vantaggio (22-11), complice un avvio per nulla convincente dei taronja dal perimetro (0/6).
Ma Jean Montero ha altri piani. Si supera ancora, stavolta assurgendo al ruolo di salvatore della Patria valenciana, con 36 punti e 41 di valutazione, un punteggio individuale che supera il precedente record per un under 21 che aveva stabilito un certo Pau Gasol un quarto di secolo fa.
Core ‘ngrato il dominicano, cresciuto proprio nell’isola e andato via non senza una sfilza di polemiche, tra buyout, prestiti e bizze; una vendetta perfetta che si concretizza nel secondo tempo in cui, dopo i 13 punti dei primi 20’, esonda aggiungendone altri 23 in 25’, supplementare compreso.
Gran Canaria, migliore per larghi tratti di partita, deve arrendersi al 45’ e cedere il passo al suo ex più polemico.
TENERIFE – BADALONA 2-0 (96-81; 60-80)
Se cercate la definizione di eternità, una delle foto che salteranno agli occhi è quella di un signore brasiliano di 42 anni intento a mettere insieme una prestazione stratosferica, si chiama Marcelinho Huertas.
Sono 39 i punti con cui strapazza in gara 1 la povera Badalona, con 6 assist a supporto. Insieme a Shermadini forma l’asse play-pivot più veterano della Liga Endesa, sommando 78 anni in due. Al Santiago Martín, sempre loro, sommano anche 53 punti a referto.
La Joventut regge un tempo, poi si arrende alla brillantezza aurinegra nonostante i 18 punti di Sam Dekker, i 16 di Artem Pustovyi ed altri tre compagni in doppia cifra. Pesa la prestazione incolore di Dotson.
La rivincita alimenta le speranze della Penya con l’assenza di Marcelinho, tuttavia è Bruno Fitipaldo (23) a raccogliere il testimone del carioca mentre Dotson, risvegliatosi, non trova collaborazione dai compagni.
Anche stavolta il rientro dagli spogliatoi è fatale per i neroverdi, miopi dal perimetro (14%) contro una Tenerife che, invece, trova proprio in Fitipaldo il terminale offensivo micidiale dai 6,75 (5/7 per lui).
È semifinale contro Valencia, non sarà una passeggiata di salute.
MÁLAGA – BARCELLONA 2-1 (97-101; 59-81; 97-95)
Sembrava tutto apparecchiato per l’upset, complice uno Jabari Parker da 20 punti ed un Kevin Punter da 21, oltre ai canestri decisivi di Justin Anderson, in gara 1 che aveva riacceso le aspettative blaugrana con il blitz esterno. E invece, ecco il plot twist più imprevedibile.
Al Palau è una Málaga imperiale, tutta difesa e transizioni veloci con un ottimo Tillie ad imporre la propria presenza nel pitturato. Il timone finisce inevitabilmente nelle mani di Kendrick Perry (15) e Oleg Balcerowski (14), con pennellate di Carter e Djedovic che scavano nel terzo periodo un solco ormai irrecuperabile. A metà quarta frazione ecco anche i fischi del Palau, ben sentiti anche dal presidente Joan Laporta, presente nel parterre e colpevole di aver allestito un roster dalle rotazioni deficitarie.
Eppure i blaugrana non si arrendono.
Al ritorno al Martín Carpena, Kevin Punter è indemoniato. Dopo un primo quarto difficile, segna a ripetizione nei secondi 10’. La sua è una prestazione monumentale, 37 i punti a referto, e la faccia del Barça è tutt’altra cosa rispetto a due giorni prima.
Stavolta è Peñarroya a far valere il proprio piano partita per lunghi tratti, comanda il talento e Málaga deve concedere, restando in scia grazie al proprio gioco corale ed alla verve di Perry (16) e Taylor (16).
Nonostante tutto il Barcellona vola ed è ad un passo dal completare il controblitz; il Carpena, pieno, entra in gioco e Tyson Pérez segna 5 dei suoi 11 punti finali in un fazzoletto di tempo, il pareggio arriva con un sottomano di Perry a 8”5 dalla sirena. Punter ha il tiro per chiuderla ma fallisce l’occasione, overtime.
L’impianto malacitano è una pentola a pressione, nonostante tutto Punter risponde con 7 punti in fila che rimettono avanti il Barça (92-94), ma è il preludio di un momento da ricordare.
Carter piazza la tripla con il pallone medicinale, sul capovolgimento di fronte Ejim prende un rimbalzo vitale e si guadagna anche il viaggio in lunetta, altri due a segno, 97-95. Ultimo possesso per gli ospiti e palla a Satoransky per la conclusione dal perimetro, a qualcuno torna alla mente la Copa del Rey del 2009, ma stavolta Málaga è dalla parte giusta della storia: Kameron Taylor si veste da Pete Mickeal e va a stoppare il tentativo del playmaker ex Wizards, finisce qui, Málaga è in semifinale ed affronterà il Real Madrid, Ibón Navarro dovrà chiedere ai suoi almeno altre 3 imprese.
MVP BM: KAMERON TAYLOR (UNICAJA MÁLAGA)
Non perché faccia le cifre migliori, ma perché è il protagonista dell’azione più decisiva di questi quarti di finale. Quella giocata vale un passaggio del turno, vale il rischio d’invadere il cilindro, vale una stagione. Vero, in gara 3 segna anche 16 punti, ma tutto si riduce a quel momento, ad uno di quei pochi momenti chiave facilmente riconoscibili anche dallo spettatore meno esperto. L’autore della giocata più decisiva, finora, della stagione di Málaga non poteva che essere celebrato.
IL QUINTETTO DI BM
Marcelinho Huertas (La Laguna Tenerife), 39 pt e 6 ast in G1 vs Joventut Badalona.
Jean Montero (Valencia Basket), 36 pt in G2 @Dreamland G. Canaria
Kameron Taylor (Unicaja Málaga), 16 pt in G3 vs Barcellona
Jaime Pradilla (Valencia Basket), 16 pt in G2 @Dreamland G. Canaria
Walter Tavares (Real Madrid), 15pt e 13 rb in G1 vs Baskonia