di Maurizio Roveri
Come essere sullo… Shangai Tower e provare le vertigini di trovarsi in cima al grattacielo più alto di tutta la Cina.
La Nazionale della coach Wei Zheng sale sulle spalle poderose della sua torre, Xu Han, per guardare l’orizzonte dall’alto dei 2,08 della giocatrice cinese più rappresentativa. E vedere da lassù un grande sogno diventare realtà. La Cina riesce alfine a spuntarla (61-59) sull’Australia dentro il “Sidney SuperDome” dopo una sfida faticosa, emozionante, estenuante. Combattuta spalla a spalla. In palio c’era l’ingresso nella finalissima di questa edizione 2022 dei Campionati Mondiali di basket Femminile.
​ L’Australia, Nazionale di casa, ha lottato orgogliosamente. Incoraggiata e sorretta dal tifo del “SuperDome” la squadra guidata da Sandy Brondello si è battuta con tutta l’anima. Prevalendo ai rimbalzi. Però quel misero 31% al tiro (22 su 71) l’ha condannata alla sconfitta. Una dolorosa occasione persa.
Xu Han, troneggiante, con la sua “presenza” al centro dell’area ha sicuramente condizionato le australiane. Le quali non hanno trovato efficaci spaziature per confezionare conclusioni sicure, tiri facili.
Ha solo 22 anni, Xu Han. Però gioca con grande maturità. Ha fabbricato la sua partita più concreta. Per spingere la Cina dentro la finale. Dove sfiderà il Dream Team statunitense.
Il 51,20% nelle conclusioni da 2 punti indica chiaramente quanto la Cina abbia lavorato per portare la partita il più possibile sottocanestro. Strategia che è andata a buon fine, avendo come alleata l’imprecisione e l’inconsistenza delle australiane nel tiro da 3 punti (5 su 21, che è il 23%).
I 6 piedi e 10 pollici di Xu Han e le sue 193 libbre hanno trasmesso certezze alla Cina, anche quando l’Australia (che aveva afferrato una certa iniziativa nel primo quarto) s’era portata avanti di 5 lunghezze. Sul 20 a 15.​
La cestista cinese, che nei mesi scorsi ha giocato in America, nella WNBA con la maglia di New York Liberty, in questa equilibratissima semifinale sul filo del rasoio ha regalato alla sua Nazionale ventisette minuti di orgoglio e concretezza: 19 punti (con l’80% nelle conclusioni a canestro), 5 falli subiti, 11 rimbalzi, 5 stoppate e uno straordinario 33 di Efficiency.
La “presenza” di Xu ha fatto la differenza. Anche se… l’ultimo lampo, che ha spezzato l’equilibrio sul 59-59, porta la firma di Siyu Wang. Che a soli tre secondi dal termine, ad un passo dal supplementare, ha avuto l’intuizione vincente. Andando a guadagnarsi un fallo. E con estrema freddezza realizzare entrambi i tiri liberi. Quelli del 61-59. Che valgono l’ingresso nella finale di un Mondiale.
Nell’altra semifinale, la “regina” s’è presa la scena. Con lo splendore della sua classe. La regina è la prestigiosa Breanna Stewart, campionessa dei canestri fra le più grandi al mondo, “sogno proibito” della Virtus Segafredo fra giugno e luglio (poi ha firmato per il Fenerbahce, il club turco che sta tesserando tutte le migliori della WNBA ed appare destinato a dominare la prossima Euroleague).
Breanna fino ad ora s’era vista poco. Un po’ ai margini. Tenuta evidentemente un po’ a riposo dalla coach americana Cheryl Reeve. Per poterla avere al massimo delle energie in occasione delle partite decisive.
La Stewart s’è impossessata della scena. Ed è stata divina nella sua prestazione. Venti minuti sul parquet, 17 punti, 8 rimbalzi, 3 assist, 25 di Efficiency.
Si sono sintonizzate sulla sua frequenza d’onda la sempre brava e incisiva A’Ja Wilson (15 punti, 12 rimbalzi, 30 di Efficiency), Kelsey Plum e Alyssa Thomas, per l’83-43 con il quale il Dream Team USA ha travolto il Canada.​
Quaranta punti di differenza. In una semifinale mondiale! Devastante, la formazione degli Stati Uniti.
Nello scontro fra l’attacco esplosivo delle americane e il sistema difensivo (che s’era fatto apprezzare nelle precedenti partita) del Canada, non c’è stata storia. La difesa canadese s’è sgretolata.
RISULTATI DELLE SEMIFINALI:
USA – Canada. 83-43
Cina-Australia. 61-59.
FINALISSIMA DELLA FIBA WOMEN’S BASKETBALL WORLS CUP 2022: USA – Cina, sabato 1 ottobre al Sidney SuperDome.