Heat, Warriors, Celtics, Suns: è tempo di scoprire i protagonisti della ventesima settimana NBA
Mancano solo sei giorni all’inizio dei play-in, e le franchigie NBA si ritrovano a dover affrontare le ultime tre partite della regular season. Alcune squadre, come Bulls, Pelicans e Kings, tenteranno di vincerle per raggiungere il decimo posto delle rispettive Conference. Altre, come Celtics, Mavericks, Blazers e Lakers, faranno ugualmente di tutto per ottenere tre vittorie, ma nella speranza di accedere direttamente ai playoff. Per il resto, comunque, la situazione di classifica è abbastanza delineata in entrambe le Conference. Philadelphia 76ers (47-22), Brooklyn Nets (45-24), Milwaukee Bucks (44-25) e Miami Heat (38-31) hanno già strappato un biglietto per i playoff della Eastern Conference, così come Utah Jazz (50-19), Phoenix Suns (48-21), Los Angeles Clippers (46-23) e Denver Nuggets (45-24) si sono già qualificate per quelli della Western Conference. A seguire, a Est, Atlanta Hawks (38-31) e New York Knicks (38-31), mentre a Ovest Portland Trail Blazers (40-29) e Dallas Mavericks (40-29). Per quanto riguarda i play-in, invece, a meno di stravolgimenti nelle ultime tre gare, gli accoppiamenti al momento sarebbero: Boston Celtics-Charlotte Hornets e Indiana Pacers-Washington Wizards, a Est, e Los Angeles Lakers-Golden State Warriors e Memphis Grizzlies-San Antonio Spurs, a Ovest.
Le migliori: Miami Heat e Golden State Warriors
I Miami Heat (38-31) sono ritornati la squadra che aveva incantato i propri tifosi, e non solo, nella scorsa post-season. Una formazione affiatata, solida (soprattutto in difesa, che rientra nella top 10 della lega) e guidata da due condottieri come Jimmy Butler e Bam Adebayo, che nelle ultime cinque partite hanno alzato decisamente il ritmo e trascinato i propri compagni a ben quattro vittorie (due delle quali contro una contender della Eastern Conference: i Celtics). Un’altra buona notizia, per la squadra di coach Erik Spoelstra, riguarda il ritorno di Tyler Herro, una delle rivelazioni degli scorsi playoff, rimasto a lungo fuori dai campi NBA per motivi controversi e adesso ritornato a disposizione dei propri compagni. È anche grazie al suo contributo, così come quelli di Kendrick Nunn, Duncan Robinson, Trevor Ariza e Andre Iguodala (che hanno tutti reso meno amara l’assenza di Victor Oladipo), che gli Heat hanno raggiunto in volata il quarto posto della Eastern Conference e si sono qualificati per i playoff. Tuttavia le ultime tre partite della franchigia di Miami non saranno per niente semplici, visto che a parte i Pistons (ultimi in classifica) gli Heat dovranno affrontare due delle migliori squadre dell’Est: Sixers e Bucks.
Prossime partite: Philadelphia 76ers (venerdì 14); Milwaukee Bucks (sabato 15); Detroit Pistons (domenica 16);

Complice anche un calendario più o meno agevole, perlomeno in cinque delle ultime dieci partite (due contro i Pelicans, due contro OKC e una contro i Rockets), i Golden State Warriors (37-33) sembrano aver trovato il proprio ritmo. La squadra è apparsa più convinta e determinata, soprattutto a livello difensivo, e ha concesso solo 95.8 punti su 100 possessi ai propri avversari. Un dato significativo, visto che nella prima parte di stagione la difesa dei Warriors aveva fatto acqua da tutte le parti. Tuttavia la vera fortuna della squadra della Baia è arrivata dall’attacco, e in particolare da un giocatore che i fan NBA degli ultimi anni conoscono molto bene: Steph Curry. Il numero 30 sta infatti giocando una stagione a dir poco straordinaria, fatta di medie da fantascienza (31.9 punti di media e primato della lega) e prestazioni leggendarie, che hanno recentemente permesso ai Warriors di battere due potenze come i Jazz e i Suns e qualificarsi per i play-in della Western Conference. Sicuramente un ottimo traguardo per coach Steve Kerr, che da quest’anno sta cercando di ricostruire la squadra che ha dominato gran parte delle ultime stagioni NBA. Aspettando l’avversario dei play-in, che al momento sembrerebbero essere i Lakers, i Warriors possono così guardare alle ultime due gare (contro Pelicans e Grizzlies) con maggiore serenità.
Prossime partite: New Orleans Pelicans (sabato 15); Memphis Grizzlies (domenica 16);

Le peggiori: Boston Celtics e Phoenix Suns
I Boston Celtics (35-34) continuano ad avere qualcosa che non va. Una vittoria nelle ultime quattro partite disputate è sicuramente troppo poco per una squadra che sta cercando di evitare i play-in, e coach Brad Stevens lo sa bene. Purtroppo, però, il finale di stagione dei Celtics è stato attraversato anche da imprevisti che pure un allenatore giovane e brillante come Stevens non avrebbe potuto predire. L’infortunio al polso sinistro di Jaylen Brown, ad esempio, che dopo aver vissuto la miglior annata della propria carriera (24.7 punti di media, con il 48.4% dal campo, il 39.7% da tre e il 76.4% ai liberi), coronata anche dalla prima convocazione agli All Star Game, rimarrà fuori per tutte le rimanenti partite della stagione. A parte lo sciagurato infortunio di Brown, comunque, bisogna pur ammettere che quest’anno i Celtics non hanno giocato bene né in attacco né in difesa (anzi, in entrambe le metà campo sono peggiorati, passando dal quarto attacco e dalla quarta difesa dell’anno scorso al decimo attacco e alla diciannovesima difesa di quest’anno), e che tutti quelli che non si chiamano Jayson Tatum non hanno brillato. Marcus Smart e Kemba Walker, ad esempio, hanno vissuto una stagione altalenante e abbastanza deludente (9-9 il record, con loro, Tatum e Brown in campo), che getta non poche ombre sul futuro ai play-in della franchigia di Boston. Contro una squadra giovane, frizzante e ambiziosa come i Charlotte Hornets, infatti, il solo talento di Tatum potrebbe non bastare, e i Celtics potrebbero andare incontro a un prematuro e tragico epilogo di stagione. Una delle più deludenti della loro recente storia.
Prossime partite: Cleveland Cavaliers (giovedì 13); Minnesota Timberwolves (sabato 15); New York Knicks (domenica 16);

I Phoenix Suns (48-21) hanno lasciato a bocca aperta la lega la scorsa settimana, quando si sono qualificati per i playoff (per la prima volta in undici anni) e hanno raggiunto la vetta della Western Conference. Dopo tale meritato traguardo, però, i ragazzi di coach Monty Williams hanno un po’ rallentato, rimediando tre sconfitte nelle ultime quattro gare disputate (contro Hawks, Lakers e Warriors) e facendosi scavalcare nuovamente dagli indomabili Utah Jazz (ancora privi di Donovan Mitchell). Ovviamente i tifosi dei Suns non hanno nulla di cui preoccuparsi, visto che è abbastanza normale che dopo una stagione così stupefacente e impegnativa i loro beniamini abbiano bisogno di riposarsi un po’ in vista dei playoff. Come ha ricordato lo stesso coach Williams, tuttavia, sia lui che i suoi ragazzi sono affamati di vittorie e non hanno alcuna intenzione di adagiarsi sugli allori, e c’è quindi da aspettarsi che in occasione dei playoff Chris Paul, Devin Booker, DeAndre Ayton, Mikal Bridges, Jae Crowder e compagni tornino a tirarsi su le maniche. Del resto i Suns non si qualificano ai playoff dal 2010 (cioè dai tempi del duo Nash-Stoudemire), e difficilmente prenderanno sotto gamba un’opportunità del genere.
Prossime partite: Portland Trail Blazers (venerdì 14); San Antonio Spurs (sabato 15); San Antonio Spurs (domenica 16);

Pier Paolo Polimeno