Nets, Blazers e Derrick Rose: è tempo di scoprire i protagonisti della ottava settimana NBA

L’ottava settimana NBA non ha visto grossi sconvolgimenti di classifica. La Eastern Conference, infatti, è ancora guidata dai Philadelphia 76ers, che nonostante una settimana abbastanza difficile (due vittorie e tre sconfitte consecutive nelle ultime cinque partite), si ritrovano ancora al primo posto (18-10), seppur a stretto contatto con i Nets (18-12)  e i Bucks (16-12). Costanti i Knicks (14-15), i Raptors (13-15) e gli Hornets (13-15), più in difficoltà i Celtics (14-13) e i Pacers (14-14), che hanno racimolato solo due vittorie nelle ultime sei, mentre in crisi nera gli Hawks e i Cavaliers (entrambe 0-4 negli ultimi sette giorni). La Western Conference, invece, balla la musica degli Utah Jazz già da un po’. La squadra di Quinn Snyder è saldamente prima in classifica (23-5), dopo aver vinto nove delle ultime dieci partite, e non sembra voler  accennare a interrompere la propria splendida sinfonia. I Lakers (22-7), i Clippers (21-8), i Suns (17-10) e i sorprendenti Blazers (17-10), però, sono a poche vittorie di distanza e tallonano la capolista, così come gli Spurs (16-11), i Nuggets (15-12), i Warriors (15-13) e i Mavericks (13-15, ma con quattro vittorie nelle ultime cinque), che lottano selvaggiamente per un posto nei playoff. Settimana storta, invece, per Rockets (0-5), Kings (0-4) e Pelicans (1-3), che ritornano nella parte bassa della classifica.

 

Le migliori: Brooklyn Nets e Portland Trail Blazers

I Brooklyn Nets sono reduci da un’ottima settimana. Nelle ultime quattro partite disputate, infatti, la squadra di coach Steve Nash ha ottenuto quattro vittorie consecutive (ultima delle quali ieri notte, in rimonta, contro i tenaci Phoenix Suns), e adesso si ritrova al secondo posto della Eastern Conference (18-12), alle spalle della capolista Philadelphia (che però ha due partite in meno). In attesa del ritorno di Kevin Durant, fuori per un infortunio al bicipite femorale, il gioco dei Nets è passato inevitabilmente per le mani di Harden e Irving, che dopo essersi parlati e spiegati, hanno interagito con sempre maggiore armonia e influenzato positivamente anche il gioco dei propri compagni. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: 125.5 punti di media nelle ultime quattro partite, con il 52.9% dal campo e il 45.9% da tre, ma soprattutto una maggiore attenzione difensiva e un maggior spirito di sacrificio da parte di tutti gli elementi del roster. Sicuramente buone notizie per Steve Nash, che malgrado le varie assenze (Dinwiddie, Claxton, Durant e Shumpert) sta vedendo una squadra diversa rispetto alla settimana scorsa. Una squadra che sta cercando di conoscersi meglio, e che vuole fare di tutto per arrivare in finale di Conference.

Harden Nba

La Western Conference dell’ultima settimana, invece, ha avuto due protagonisti indiscussi. I primi sono i Jazz, che con nove vittorie nelle ultime dieci partite (e il miglior record dell’NBA, 23-5) non sembrano avere alcuna intenzione di fermarsi e scendere dal primo gradino della classifica. I secondi, meno attesi, sono i Portland Trail Blazers, che negli ultimi sette giorni hanno vinto cinque partite consecutive (ultima delle quali ieri notte, contro i Thunder), e sono balzati al quarto posto della classifica (dietro a Clippers, Lakers e Jazz). Una volata inattesa, come detto, visto che i Blazers sono privi di Nurkic e McCollum, due pedine fondamentali, già da un po’ di tempo. Ma la franchigia dell’Oregon si è affidata al proprio leader e guida spirituale, ovvero Damian Lillard (29.3 punti, 4.4 rimbalzi e 7.4 assist di media), che ha preso per mano i compagni e li ha guidati attraverso un’incredibile scalata (sette vittorie nelle ultime nove partite). Ovviamente i meriti non sono tutti del numero 0, che non ce l’avrebbe mai fatta senza l’aiuto dei propri compagni (in particolare Anthony, Trent Jr, Covington, Kanter e Simons).

 

Le peggiori: Atlanta Hawks e Houston Rockets

Gli Atlanta Hawks hanno qualcosa che non va. La squadra, infatti, non sta mantenendo le aspettative, e in questa settimana non ha decisamente brillato. Soprattutto nei quarti quarti di gioco delle ultime partite, dove su 100 possessi è stata superata dagli avversari di 8.4 punti. Ma gli Hawks hanno anche altri problemi, specialmente dal punto di vista difensivo. La difesa di Atlanta, infatti, malgrado la grande abilità a rimbalzo di Clint Capela (primo della lega, con 14 rimbalzi a partita), nell’ultima settimana ha fatto acqua da tutte le parti (complice anche la prolungata assenza di De’Andre Hunter, uno dei migliori difensori del roster), e i risultati sono stati disastrosi. Quattro sconfitte nelle ultime quattro partite disputate, e scivolamento all’undicesima posizione della Eastern Conference con un record tutt’altro che invidiabile (11-16). Situazione difficile, dunque, per Gallinari e compagni, che adesso dovranno affrontare otto delle prossime dieci partite (che chiuderanno la prima metà della stagione) fuori casa.

I Rockets sono in un momento di estrema difficoltà. La squadra, infatti, viene da una striscia di cinque sconfitte consecutive, e adesso langue al penultimo posto della Western Conference. Colpa di un attacco poco prolifico (il 23esimo della lega), di una difesa poco grintosa (22esima per rimbalzi complessivi) e di una scarsa circolazione di palla (la squadra è 26esima per assist). Sebbene i Rockets non stiano convincendo, però, bisogna anche sottolineare che la squadra versa in condizioni critiche, soprattutto dal punto di vista delle rotazioni. Sono molti, infatti, i giocatori indisponibili per coach Stephen Silas: P.J. Tucker, Eric Gordon, Christian Wood, Victor Oladipo e Dante Exum. Fatta questa precisazione, laa franchigia texana ha sicuramente le carte per arrivare ai playoff, ma per farlo dovrà rialzarsi in piedi al più presto e aggiustare un record decisamente negativo (11-16).

Focus: il ritorno di Derrick Rose ai Knicks

L’ottava settimana di pallacanestro NBA ha assistito a un importante cambio di maglia, oltreché a un grande ritorno. Quello di Derrick Rose al Madison Square Garden, con i colori dei New York Knicks. Una scelta significativa sotto vari aspetti. In primo luogo perché il più giovane MVP della storia della lega ha deciso di ritornare sotto la guida di Tom Thibodeau, suo allenatore ai tempi dei Chicago Bulls. Una scelta chiaramente di tipo affettivo. Secondariamente, però, Rose ha anche affermato di essere ritornato nella Grande Mela per avere la possibilità di giocare i playoff. Un desiderio che non avrebbe potuto realizzare con i Detroit Pistons (che comunque hanno dichiarato di capire e condividere la scelta del giocatore). Tuttavia, è lecito chiedersi se i Knicks abbiano effettivamente la possibilità di arrivare ai playoff, e la risposta potrebbe sicuramente essere affermativa. I New York Knicks, infatti, sono una delle rivelazioni delle ultime settimane (1-3 nelle ultime quattro), e al momento possono vantare un ottimo sesto posto (14-15), subito dietro a Pacers e Celtics. Una squadra di giovani prospetti (Barrett, Toppin, Quickley, Robinson), affiancati da solidi veterani (soprattutto Randle, ma anche Rivers, Gibson, Noel, Bullock) che stanno facendo valere la propria esperienza nella lega. Veterani a cui, adesso, si è aggiunto Derrick Rose, che ha subito fatto sentire il proprio carisma e la propria voglia di fare. Nelle ultime quattro partite (le prime in maglia Knicks), infatti, “D-Rose” ha viaggiato con 13 punti, 2 rimbalzi e 3.8 assist di media a partita, con un plus-minus di +12.5. Numeri che non rendono abbastanza giustizia all’incredibile impatto del giocatore, che è risultato decisivo nelle ultime tre vittorie dei Knicks, e alla sua influenza sui nuovi compagni di gioco. In particolare sui più giovani, come Immanuel Quickley, che ha dichiarato: “Rende il gioco più facile per me e i compagni.” I New York Knicks, dunque, adesso possono contare su un giocatore di esperienza in più, e su un importante uomo-spogliatoio e guida per i più giovani. Un innesto che potrebbe veramente aiutarli a raggiungere i playoff della Eastern Conference.

 

Pier Paolo Polimeno