A settembre, per la pallacanestro, è l’inizio di nuovo anno e, soprattutto, di una nuova stagione sportiva.
In casa Fortitudo, tante le novità.
La più importante, il tanto atteso accordo tra la Casa Madre la Sg Fortitudo e la Fortitudo Pallacanestro Bologna 103.
A chi meglio dei protagonisti dell’Sg farci raccontare quanto è successo e cosa ci si auspica succederà in Fortitudo.
Primo tra tutti sentiamo Marco Calamai (ex giocatore, allenatore, Vice Presidente dell’Sg Fortitudo, giornalista, in passato anche garante della Fortitudo 103 e, non ultimo,grande tifoso della F).
Chi è per lei la Casa Madre?
“La Casa Madre Fortitudo, almeno per me, è un riferimento e una guida. Con i suoi 123 anni di storia, tanti personaggi che sono passati da qui è, quindi, un esempio di una società piena di valori, di storia e di tradizione, una guida per chi la dirige, per chi ci gioca e per chi la segue”.
L’accordo – tanto atteso – con la Fortitudo 103?
“Ritengo che sia il giusto approdo di un processo che è stato un po’ troppo lungo però con la guida illuminata del Presidente della 103 Stefano Tedeschi e del Consiglio Direttivo e del Presidente della Casa Madre Andrea Bianchini si è arrivati ad una prima base, poi le cose dovranno essere migliorate e sviluppate ma è stato fatto un primo passo fondamentale dove le parti hanno dimostrato rispetto l’una verso l’altra con il riconoscimento da parte della Sg del ruolo fondamentale che è la 103 perché è la vetrina importante: visto il pubblico, i giocatori stranieri e, il riconoscimento da parte della 103 che, la Sg è la storia e che, comunque, tra le stesse vi debba essere correttezza e rispetto. Poi, credo di dire ciò che credo pensino tutti e che, la Sg dovrà tornare ad essere quella che è stata in passato e cioè il vivaio, il settore giovanile della 103. Dovranno quindi esserci due società distinte poiché hanno un ruolo diverso una (la 103) é la vetrina più importante: la serie A, l’altra il vivaio ma deve tornare ad essere per la gente un’unica realtà, come era tanti, tanti anni fa. Quindi il settore giovanile della 103 che si sviluppa nella SG e, questo è l’obiettivo. Comunque, quest’anno è stato sicuramente fatto un passo importantissimo”.
In relazione al marchio – negli anni scorsi oggetto di discussioni (troppe) – com’è la situazione oggi?
“Il marchio è un segno di riconoscimento importante e deve unire sia la 103 che la Sg. Poi è ovvio che la Casa Madre è la proprietaria del marchio ciò ad ulteriore supporto che è lei la storia. Il marchio deve essere il collante tra queste due parti. Il marchio ci deve unire e non dividere”.
Che futuro ha per lei l’Sg?
“Abbiamo passato momenti difficili. Adesso il futuro è scritto nei principi che Don Mariotti ci ha lasciato tanti anni fa e, più precisamente: accoglienza, carità, solidarietà e disponibilità verso gli altri, educazione e rispetto nello sport. A questo l’Sg non potrà mai discostarsi, quindi, chiunque vorrà avere un rapporto con l’Sg dovrà sapere che questi sono i principi dai quali non ci si può spostare e, anche il mio gruppo: gli Overlimits (i ragazzi speciali che compongono questo gruppo) sono l’esempio più bello di come l’Sg metta in pratica detti principi. L’Sg è un luogo di accoglienza, anche i giocatori delle giovanili della Sg, ogni settimana,partecipano agli allenamenti del mio gruppo e, in questo modo, i miei ragazzi si sentono accolti (a riprova dei principi della Sg e di Don Mariotti – luogo dove tuti i ragazzi possono avere uno spazio per giocare e stare insieme). Io mi auguro quindi che questo sia il presente ed il futuro della Sg”.
Visto che ha accennato a questo bellissimo progetto degli Overlimits, può raccontarci qualcosa di più?
“All’interno dell’Sg c’è il gruppo adulto, perché altri due gruppi minori sono a San Lazzaro e al Navile. Trattasi di più di 50 ragazzi che giocano con allenatori molto preparati e che giocano con ragazzi delle giovanili di diverse età e questo è proprio un vanto per me e per l’Sg è l’esempio di quello che dovrebbe essere l’inclusione vera, la palestra è di tutti, nessuno ha più diritti di altri ed ogni ragazzo ha il diritto di essere aiutato da un ragazzo più pronto, più bravoe questo è il principio che ci lega nel rispetto della nostra storia ed i giocatori Sg hanno sempre dimostrato di essere molto attenti ai bisogno dei ragazzi che hanno più difficoltà e si è creato così un bellissimo progetto che da anni i vari presidenti della Sg hanno voluto e portato avanti. Credo sia un esempio virtuoso, tra i pochi in Italia, e l’Sg – una società sportiva di normodotati – ha saputo investire e coltivare questo bellissimo progetto di inclusione nei confronti di ragazzi in difficoltà che tifano Fortitudo e che oggi si sentono parte di un progetto e si sentono giocatori quando entrano lì (in Furla) e questo è il nostro successo”.
Alcune domande al Presidente dell’Sg Andrea Bianchini – uno dei promotori di questo accordo che, da anni tutti si auspicavano avvenisse e, che pone fine ad anni di schermaglie tra persone facenti capo ad un’unica fede che è la Fortitudo.
Che cosa è per lei la Casa Madre?
“Ci chiamiamo Casa Madre perché dall’unico contenitoreche è l’Sg, fondata nel 1901, sono nate tante sezioni, principalmente prima la ginnastica, poi il calcio, poi la pallacanestro, l’hockey su prato, il baseball ed ora, ultima sezione ma non meno importante quella degli Overlimits. Ed è per questo che si chiama Casa Madre, cioè la struttura dalla quale sono nate tutte le altre sezioni”.
Cosa pensa dell’accordo tra l’Sg e la 103?
“Diciamo che è un punto di partenza. Vuole essere un punto di partenza e non vuole essere un punto di arrivo. Questo accordo prevede una collaborazione tra settori giovanili, cioè la possibilità di visionare ed in qualche modo indirizzare giocatori da Sg verso 103 ed in uscita da 103 verso Sg. Dico che è un punto di partenza perché da questo deve nascere una vera struttura di settore giovanile unico e quindi bisogna capire come farla, chi la farà ed in quale modo. Credo però che sempre di più debba esserci una sinergia tra i due settori giovanili e vedremo come si potrà realizzare”.
Qual è la situazione del marchio oggi?
“Il marchio è un marchio di cui noi siamo proprietari perché è stato depositato all’inizio degli anni 2000. Il marchio viene dato alla 103 gratuitamente per l’utilizzo sportivo e viene dato invece a pagamento per quanto riguarda tutta la parte marketing”.
Infine, qualche battuta sulla nuova era della Sg.
“Da quest’anno inizia una nuova era della Sg, dobbiamo affrontare diverse sfide, non ultima quella dello svincolo – dei giocatori del settore giovanile – che nella pallacanestro è una cosa assolutamente nuova e vedremo cosa porterà. Per ora i numeri ci danno ancora una volta buone prospettive. E’ chiaro che non si parla solo di pallacanestro ma anche di tutte le altre sezioni. Il nostro obiettivo è quello da una parte di consolidare e mantenere la posizione, la visibilità, l’attualità dell’attività sportiva, dall’altra parte sarebbe interessante che Sg fosse vista e vissuta dagli abitanti del quartiere in maniera più viva e cioè che vedessero Sg non come una società sportiva ma come un qualcosa che può essere utile nell’ambito del territorio”.
Conosciamo ora, per chi non lo conosce ancora – Luca Carrera che oggi ricopre il ruolo di responsabile del settore giovanile e di responsabile della sezione pallacanestro della Sg Fortitudo.
Cosa pensa sulla nuova era dell’Sg?
“Siamo ripartiti a fine agosto con tutte le nuove regole che ci sono state date dalla Federazione ed abbiamo iniziato questo accordo con l’Accademy della 103, quindi, noi quest’anno lavoreremo soprattutto con i gruppi Gold e con i gruppi Silver, soprattutto con i ragazzi di sotto età per poter portarli l’anno prossimo a fare l’eccellenza e cercheremo di fare dei gruppi competitivi in tutte le nostre categorie”.
Che cosa rappresenta per lei la Casa Madre?
“Casa Madre, come al solito, è un punto di riferimento per tutto il basket giovanile bolognese e noi puntiamo molto sui bambini (anche i più piccoli) per indirizzarli e portali a diventare giocatori che possano esprimere il meglio che loro possano esprimere (non necessariamente diventare giocatori di serie A ma giocatori di qualsiasi tipo di categoria ma dove loro si possano trovare bene). Curiamo molto anche valori al di fuori della pallacanestro; noi vogliamo che i bambini ed i ragazzi qui si sentano a casa”.
Questo per lei è il primo anno in cui si trova a gestire tutto il settore pallacanestro cosa si aspetta da questa annata che sta per iniziare?
“Mi aspetto ed auspico una crescita di tutti i nostri ragazzi, spero che tutti si possano divertire e che imparino a giocare a pallacanestro e che imparino a stare in questa società che, in questo momento, non è facile da gestire”.
E sulla squadra di punta della Sg cosa può dirci?
“La serie C è la nostra squadra di punta. E’ una squadra fatta quasi interamente dai nostri ragazzi che escono dal settore giovanile o che sono ancora nel settore giovanile. E’una squadra molto giovane. Ha un’età media di 21 anni, quindi siamo giovanissimi. E’ un’esperienza che noi diamo da fare ai nostri ragazzi per vedere di prepararli al mondo Senior che è tutt’altra cosa rispetto a quello giovanile”.
Come vede il futuro dell’Sg?
“Il futuro della Sg, sperando che la collaborazione con la 103 vada avanti e, quindi, porti miglioramenti per tutto, è quello di dover preparare i nostri ragazzi per le eccellenze che serviranno poi alla 103 per tirare fuori dei giocatori che possano servire per la serie A o per altre categorie superiori”.
Per ultimo ma, non di importanza, abbiamo fatto una chiacchierata con il Capo Allenatore delle due squadre dei ragazzi più grandi delle squadre giovanili della Sg Fortitudo (Under 17 Gold e Under 19 Gold), Cristian Maiello.
Cristian Maiello è al secondo anno in Sg ed è a lui che sono stati affidati due importanti gruppi (i ragazzi più grandi del settore giovanile dell’Sg).
Che cosa si aspetta da questi due gruppi che ha appena iniziato ad allenare?
“Mi aspetto davvero tantissimo perché ho tantissima fiducia nei loro mezzi e spero di arrivare alla fine dell’anno togliendoci tante soddisfazioni”.
Obiettivi di quest’anno?
“Vincere. Anche se l’importante è fare avere tanto divertimento ai ragazzi, quindi, l’importante è che tutti abbiano il piacere di venire ad allenamento, la conseguenza poi sono le vittorie sicuramente che, se arriveranno, ci potremo divertire tanto”.
Considerato che ad inizio settembre si è tenuto il raduno di tre giorni all’Euro Camp di Cesenatico di tutte le squadre della Sg Fortitudo (compresa la serie C), esperienza che ha dato inizio alla preparazione sportiva e ha consentito un efficacie team building di tutti i ragazzi delle varie squadre, chiediamo al Coach Maiello di raccontarci qualche sua impressione.
“Molto bello! Mi piaciuto veramente tanto. Mi è piaciutamolto la condivisione con i ragazzi e con lo staff (perché siamo tutti ragazzi giovani). Ci siamo divertiti molto e, quindi, un’impressione davvero positiva. Vedere poi che, comunque, i ragazzi hanno fatto davvero tanta fatica (visto il caldo e l’inizio degli allenamenti) e nessuno si è lamentato ma hanno fatto fatica e si sono divertiti a fare fatica mi è piaciuto davvero tanto”.
Giocatore o allenatore?
“Ovviamente sono due cose molto diverse. Giocare, potessi tornerei a giocare volentieri perché stare in campo è proprio bello, viversi anche lo spogliatoio. L’allenatore è un ruolo diverso, molto appassionante perché devi far rendere al meglio quelli che hai in campo e quindi il piacere ce l’hai da quel punto di vista lì ma è molto mentale, nel senso che non puoi troppo festeggiare, devi subito pensare alla prossima mossa, a quello che fa l’altra squadra, a cosa sta pensando l’altro allenatore. E’ un piacere sicuramente e, poi ripeto, vedere giocatori tristi non fa piacere e, quindi, è un altro tipo di piacere”.
Ed infine: Allenatore o educatore?
“Uno non prescinde l’altro. Nella storia ci sono stati tanti allenatori che non avevano rapporti con i propri giocatori a me piace in primis dare il buon esempio e far sì che si rispettino le regole per certi ambiti. Quindi direi che uno non prescinde dall’altro, per me, quindi allenatore ed educatore”.
Dopo questo viaggio all’interno delle figure principali della Sg Fortitudo ne deriva un quadro di grande passione e grande entusiasmo quest’anno in Sg, grande voglia di fare e voglia di continuare a costruire insieme alla 103 quel settore giovanile che in passato ha fatto sbocciare tanti giocatori che hanno fatto della Fortitudo la squadra gloriosa che tutti conosciamo ed amiamo, sempre nel rispetto dei principi di Don Mariotti e, senza mai dimenticare, il perseguimento del divertimento dei bambini e dei ragazzi sotto un unico amore che è quello della pallacanestro, della Fortitudo e sotto un unico grande simbolo della “F scudata”.
Matteo Magagnoli