L’esultanza dei singoli, tra scene di gioia, lacrime e dichiarazioni roboanti, e la felicità di un popolo che, dopo 12 anni di purgatorio, è tornato nell’olimpo del basket europeo sono le immagini che meglio caratterizzano la storica qualificazione del Panathinakos alla Final Four di Eurolega.
Un evento che, all’ombra del Partenone, tutti, tra società e tifosi, aspettavano e desideravano, come dimostrato dalla campagna acquisti faraonica ad inizio stagione e, più in generale, dall’alta affluenza di pubblico alle partite che la compagine di Atene ha disputato sia tra le mura amiche, che in trasferta.
Non a caso, ieri la OAKA arena era stracolma di un pubblico rumoroso, come se si fosse a partita in corso, già ad un’ora e mezza abbondante prima della palla a due dell’incontro decisivo della serie. Finita la gara, il ‘popolo verde’ ha poi invaso il terreno di gioco, dando il via ad una festa durata tutta la notte.
Altresì, un Matthias Lessort scatenato, impegnato a saltare e cantare assieme ad una marea di tifosi festanti davanti allo spogliatoio, oltre ad un Kostas Sloukas in lacrime dopo la sirena finale, hanno dimostrato quanto anche i giocatori tenessero fortemente a centrare l’obiettivo qualificazione.
Una campagna acquisti faraonica
Oltre al francese ed al greco, anche Luca Vildoza, Marius Grigonis, Jerian Grant, senza dimenticare Kendrick Nunn, aggiunto al roster a stagione in corso, hanno fatto parte di un effettivo costoso, che la società greca ha costruito con un immenso sforzo economico, con il chiaro intento di tornare grandi in Europa e, nel più breve tempo possibile, vincere l’Eurolega.
Del resto, che Sloukas e Lessort siano stati tra i giocatori a festeggiare con maggiore veemenza non è poi affatto casuale. È proprio su costoro, infatti, che il direttore sportivo del Panathinakos, Sani Bečirovič, ha convogliato gran parte delle ingenti risorse messe a disposizione da patron Giannakopoulos.
Con Sloukas e Lessort a rappresentare le maggiori ‘bombe di mercato’ dell’estate, Bečirovič ha difatti fornito un tandem play-pivot esplosivo, capace di mettere in mostra uno dei pick’n’roll più efficaci di tutta l’Eurolega, ad un allenatore esigente e motivato, ingaggiato per vincere subito, quale Ergin Ataman.
“Adesso vinciamo l’Eurolega”
Ataman, appunto. Un coach dalla comunicazione abbastanza controversa, che la qualificazione, manco a dirlo, la ha celebrata a modo suo. “Ringrazio tutti coloro che mi sostengono, soprattutto in Turchia” ha dichiarato al termine della partita, in una intervista caratterizzata da crescente euforia.
“Adesso andiamo alle Final Four, e ci candidiamo ad essere la squadra designata a vincere l’Eurolega!” ha chiuso, col ‘botto’, il già due volte campione d’Europa con l’Anadolu Efes, che solo al termine di gara 1, col Panathinakos sconfitto dal Maccabi per la terza volta consecutiva nel corso della stagione, parlava di dimissioni in caso di mancata qualificazione.
Seppur in controtendenza con i festeggiamenti di tifosi e giocatori, che hanno reso omaggio agli avversari dopo una serie equilibrata, i proclami roboanti di coach Ataman sono perfettamente in linea sia con le dichiarazioni che il club greco ha emesso durante la serie, in polemica con Maccabi ed organizzazione, che coi proclami altisonanti di inizio stagione.
In occasione della sua presentazione alla stampa, l’ex allenatore di Mens Sana Siena e Fortitudo Bologna aveva promesso a tifosi e società la Final Four di Eurolega sin dal suo primo anno alla guida della squadra.
Altresì, Ataman si era autroproclamato personalità capace di eguagliare i fasti di quel Panathinakos che, sotto la guida di Željko Obradović, aveva dominato in Europa nei primi anni Duemila.
Panathinakos e Maccabi: eterni rivali
Željko Obradović, allenatore e manager che con la compagine di Atene di Euroleghe ne ha vinte ben cinque, senza contare una manciata di titoli nazionali, è stato il condottiero capace di portare Atene all’ultima qualificazione ad una Final Four di Eurolega.
Era infatti il 2012 quando il Panathinakos riuscì ad avere la meglio guardacaso sul Maccabi e, sempre coincidenza, in una gara 5 infuocata, disputata e vinta di un solo punto davanti al proprio pubblico alla OAKA arena (86:85).
In quell’occasione, con un roster infarcito di talento, come capitan Dimitris Diamantidis autore del libero decisivo, ma anche Sarunas Jasikevičius, Mike Batiste, Nick Calathes e Stratos Perperoglou, Obradović superò un Maccabi altrettanto talentuoso.
Allenato da David Blatt, con atleti del calibro di David Blu, Keith Langford e Devin Smith e Shawn James nel proprio roster, Tel Aviv riuscì a portare Atene alla ‘bella’, dopo essersi preso il fattore campo in gara 2, ed averlo poi perso in gara 4.
Se Ataman riuscirà ad equiparare Obradović lo si vedrà strada facendo. Di sicuro, il coach turco di strada da fare ne ha tanta per raggiungere il livello uno stratega dall’immenso lato umano che, oltre alle cinque Euroleghe col Panathinakos, di massimi titoli europei ne ha vinti altri quattro, segnatamente con Partizan, Joventut Badalona, Real Madrid e Fenerbahçe.
Certo è, altresì, che sia la quinta gara della serie playoff del 2012, che l’incontro decisivo di ieri, sono parte integrante della storia dell’Eurolega per via non solo della posta in palio, ma anche di uno svolgimento che, come per tutte le ‘belle’ di qualsivoglia serie playoff, è sfuggito ad ogni logica.
Una partita destinata a fare storia
A seguito di un sostanziale equilibrio nel corso dei primi tre quarti dell’incontro, col Maccabi a tentare una fuga nel primo periodo, ed il Panathinakos puntuale nel trattenere gli avversari in una contesa punto a punto, i padroni di casa hanno preso il largo ad inizio quarto quarto.
È con un break di 10:2, favorito da un’intensità difensiva decisiva, con 3 palle rubate e 4 palle perse provocate, che Atene ha de facto chiuso l’incontro, sferrando un colpo decisivo al quale Tel Aviv, malgrado un 43% dalla lunga distanza, non ha saputo rispondere.
Kostas Sloukas con 15 punti, 6 rimbalzi e 2 assist, oltre a Matthias Lessort con 9 punti ed 11 rimbalzi, sono stati tra i migliori marcatori del Panathinakos assieme a Kendrick Nunn, top scorer dell’incontro con 26 punti, 5 rimbalzi e 4 assist.
Lorenzo Brown e Josh Nebo, con 19 punti e 7 assist, e 14 punti e 7 rimbalzi a testa, hanno guidato, da parte loro, i tabellini della compagine allenata da Oded Kattash.
Costretto a disputare le proprie partite casalinghe sul neutro di Belgrado a causa della situazione internazionale, il Maccabi, capace di restare in corsa fino a 10 minuti dalla sirena finale, dall’Eurolega è uscito a testa alta.
Panathinakos vs. Maccabi 81-72 – statistiche
Matteo Cazzulani
Nella foto: Kostas Sloukas. Credits: sito EuroLeague