Le parole dei due coach, quello di Sassari Nenad Markovic e quello di Varese Herman Mandole, dopo il loro scontro nel quattordicesimo turno di LBA:
NENAD MARKOVIC:
“Sono deluso, Varese è una squadra che gioca per segnare, per attaccare, ho parlato una settimana di difesa, di quello che dovevamo fare per fermarli, per come essere duri e aggressivi contro di loro, non abbiamo fatto niente di tutto questo. Mi prendo tutta la responsabilità come coach, probabilmente non sono riuscito a trasferire l’importanza del match e quello che dovevamo fare. Sbagliamo cose per mancanza di concentrazione, per superficialità, non abbiamo fame di vincere, di competere, di preparargli al meglio. Tanti falli, tanti errori sul pick and roll, troppa individualità.
Si pente di non aver utilizzato di più il quintetto small-ball
“Abbiamo cercato di abbassare il quintetto per riuscire ad attaccare meglio, di essere più aggressivi, ma abbiamo commesso tanti errori banali, tanti errori da sotto, penso che questa squadra come l’anno scorso non riesca a vincere una partita importante per qualcosa, come nella passata stagione quando scarichi e senza energia abbiamo perso sempre con Varese e Pesaro. Non siamo in grado di capire cosa ci voglia per vincere gare come questa, non riesco veramente a non vedere quello che facciamo in allenamento, tutto è chiaro, poi andiamo in campo e facciamo male. Abbiamo giocato molto meglio contro Tortona e Bologna pur perdendo, l’unica soluzione è chiudersi in palestra, testa bassa”
Mancanza di personalità
“L’energià non è solo tirare e giocare 1vs1, ci vuole che si facciano altre cose, rimbalzi, palle recuperate, difese, solo Renfro in alcuni momenti ha fatto questo, ci vogliono anche le guardie. Ho detto tutta la settimana che c’era un giocatore che tirava anche da sette metri, non è questione di talento ma preparazione mentale, abbiamo giocato due quarti con due falli, tutti prendono confidenza e poi buttiamo la partita, uguale allo scorso anno”
HERMAN MANDOLE:
«È stata una gara dura, tosta, dove abbiamo cominciato male, senza concentrazione e lasciando punti facili ai nostri avversari. Dopodiché siamo ritornati in partita dominando secondo e terzo quarto e all’inizio dell’ultima frazione fino a quando il nervosismo di vincere fuori casa per la prima volta in stagione, dovuto al fatto di avere tanti giocatori giovani ed inesperti, ha preso il sopravvento. In quel momento abbiamo lasciato troppi rimbalzi offensivi ai nostri avversari, abbiamo perso qualche palla in maniera banale ed abbiamo smesso di giocare in attacco per riuscire a far scorrere il cronometro; abbiamo sbagliato e Sassari, che è una squadra forte, ha avuto l’opportunità di farsi sotto. A parte questo, sono contento per i ragazzi e lo staff perché avevamo bisogno di questo tipo di partita fuori casa. Intensità difensiva e ritmo sono state le chiavi del match, soprattutto quando siamo riusciti a difendere bene; abbiamo preso 20 punti dopo 5 minuti, 10 nei successivi 5 e 25 tra secondo e terzo quarto. È questo il modo di giocare; quando riusciamo a giocare il nostro stile, lo stile Pallacanestro Varese, siamo bravi, altrimenti siamo scarsi».