Un nuovo allenatore sarebbe dovuto palesarsi a Zagabria, ma ad arrivare sono stati invece due regali per la festa di Santa Lucia in Dalmazia, terra in cui il culto della Santa con l’asinello che porta regali, così come in Veneto e Lombardia orientale, è molto forte.

Questo è lo scenario dei movimenti di mercato degli ultimi giorni in seno alla Lega ABA, il campionato che raccoglie il meglio della pallacanestro ex-jugoslava, e che ha coinvolto in particolare le compagini della Dalmazia.

Colpo Vraneš a Spalato

A sparare la prima salva di cannone è stato lo Split, che nel tardo pomeriggio ha annunciato la firma di Ivan Vraneš, centro ex Juventus Utėna già nel mirino di squadre anche italiane tra Serie A e Serie A2 quest’estate, che la compagine di Spalato ha prelevato dal Medio Oriente.

Con un roster già composto da Antonio Jordano, Borna Kapusta, David Škara, Boris Tišma e Shannon Shorter, lo Split, allenato da Slaven Rimac, si candida ora ai playoff di Lega ABA e alla vittoria del titolo croato.

Risposta Baković a Zara

Playoff di Lega ABA e titolo di Premijer Liga sono obiettivi condivisi dallo Zadar, che poche ore più tardi ha ufficializzato Marko Baković, lungo trentunenne prelevato dall’MZT di Skopje, eliminata dalla Seconda Lega ABA la scorsa settimana per mano della Cedevita Junior coach Dino Repeša.

La firma di Baković permette a coach Danijel Jusup di allargare una rosa dello Zadar che, grazie alla presenza di Vladimir Mihailović, Amar Gegić, Marko Ramljak, Karlo Žganec e Lovro Mazalin, è competitiva se al completo, ma che, falcidiata da infortuni, sta arrancando in Lega ABA.

Niente Mršić alla Cibona

Mentre le squadre Dalmate si sono rafforzate, a mancare sono notizie da parte della Cibona, le cui trattative con coach Veljko Mršić sono arrivate ad un momento di stallo

Con cinque vittorie e sei sconfitte, lo Split è nono in Lega ABA, seguito dallo Zadar, undicesimo con quattro successi e sette partite perse. La Cibona, invece, è penultima con due vinte ed otto perse.

Matteo Cazzulani

Nella foto: Marko Baković (a sinistra) ed Ivan Vraneš (a destra)