Coach Ettore Messina ha incontrato i media alla conferenza stampa di presentazione delle Final Four: “Per noi, come potete immaginare, è una gioia incredibile trovarci qui. Lo siamo per il nostro proprietario, per la famiglia del signor Armani, che ha supportato finanziariamente ed emotivamente questo club, che è stato un proprietario straordinario per questo club, e per i nostri tifosi, ovviamente. Per quanto riguarda il basket italiano, come ogni paese in Europa, i tuoi fan sono felici quando vinci. E quelli che non sono fan sono felici quando perdi. So che è un momento di buoni propositi, ma ci saranno persone che tifano per noi e ci saranno quelli che non faranno il tifo per noi. Se facciamo bene, come abbiamo fatto noi; e se la nazionale fa bene e se altri club faranno un passo in avanti, questo sarà molto importante per attirare altri investitori nel nostro meraviglioso sport. Sarebbe molto importante non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa “.
Sui giocatori alla loro prima Final Four: “La prima Final Four non è mai facile. I nostri veterani saranno sicuramente utili a chi è qui per la prima volta. Parleranno, li guideranno attraverso l’esempio, e faranno in modo che si sentano a proprio agio prima della partita e durante la partita. E poi nessuno sa cosa succedendo dentro ognuno di noi. Di sicuro, concentrarsi sulle piccole cose come tutti hanno detto probabilmente aiuterà a giocare meglio”.
Sull’esperienza di Final Four dei veterani: “Penso che ogni Final Four sia diversa. Se riesci a esserci tante volte, conosci un po’ la routine, sai cosa ti aspetta, non ti perdi a guardarti intorno che è quello che succede la prima volta. Ti guardi in giro e pensi di essere a Disneyworld. L’esperienza aiuta a concentrarsi un po’ di più sulle cose che contano davvero. Il valore aggiunto è che chi è stato qui può aiutare quelli che invece non ci sono mai stati. La prima Final Four è sempre la più difficile”.
Sulla differenza tra le vittorie con Virtus Bologna e CSKA e la Final Four raggiunta con l’Olimpia: “Ovviamente poter competere in una Final Four con una squadra del tuo paese è importante, ma ricordo che giocare le Final Four con il CSKA, che rappresenta a sua volta un intero paese, è stata un’esperienza speciale e unica. La differenza principale è che quando sono stato qui con la Virtus e con il CSKA eravamo sempre i favoriti e avevamo grandi aspettative, mentre con Treviso e ora con Milano, probabilmente nessuno si aspettano di vederci vincere. Tutti abbiamo delle debolezze, questo ci fa sentire un po’ meglio”.
Sulla pressione di giocare una Final Four 29 anni dopo l’ultima disputata dall’Olimpia: “Non credo che nessuno nel club senta questo tipo di pressione, per due motivi. Uno, non siamo responsabili di ciò che il club ha fatto prima, quindi non possiamo assumerci la responsabilità degli ultimi 29 anni. E secondo, perché abbiamo avuto una stagione magnifica e anche se abbiamo costruito una squadra molto seria, molto competitiva, con giocatori di spicco e giovani giocatori affamati, non era previsto. Ma siamo qui, insieme a queste squadre fantastiche, e dobbiamo esserne molto contenti. Per me, la cosa più importante è che il club rimanga competitivo in futuro perché non ha alcun senso giocare i playoff un anno e poi scomparire per 10 anni. Cosa faremo la prossima stagione, e quella dopo, e quella dopo ancora, sarà molto importante. Se arrivi ai playoff ogni volta, ti capiterà di tornare alle Final Four. E se sei nelle Final Four due volte, 3-4 volte, una volta puoi anche vincere. Non credo che dobbiamo fare tutto in fretta, perché non ha alcun senso”.
Sull’entrare nelle Final Four da sfavorito: “È una grande, nuova, esperienza. Mi sto godendo ogni singolo istante di questa Final Four. Indipendentemente dal risultato. Perché personalmente, attraibuisco grande valore a quello che abbiamo fatto come gruppo, come squadra, come club, solo per essere qui. Onestamente, non mi sono mai goduto una partita in tutta la mia vita, sia che la vinca o che la perda. Ma essere qui in questa situazione è davvero gratificante. Mi sto godendo ogni singolo minuto da quando mi sveglio per allenarmi e anche qui, adesso. Non si sa mai, magari questa potrebbe essere la mia ultima conferenza stampa alle Final Four. Voglio godermi ogni secondo. Cosa succederà dopo, lo vedremo”.