VIRTUS BOLOGNA-OLIMPIA MILANO 84-78
PARZIALI: 25-12; 42-37; 62-58.
BOLOGNA: Tessitori n.e., Cordinier 9, Mannion, Belinelli 11, Pajola 5, Alibegovic, Jaiteh 17, Shengelia 15, Hackett 8, Sampson 5, Weems 6, Teodosic 8. All. Scariolo.
MILANO: Melli 20, Grant 6, Rodriguez 18, Ricci 2, Biligha, Hall 11, Baldasso n.e., Shields 3, Alviti n.e., Hines 15, Bentil, Datome 3. All. Messina.
ARBITRI: Manuel Mazzoni, Saverio Lanzarini, Guido Giovannetti.
Alla Segafredo Arena va in scena quella che potrebbe essere la partita già decisiva per la finale scudetto. Gara 5 tra Virtus ed Olimpia rappresenta il bivio, con Bologna spalle a muro e costretta a vincere da qui sino alla fine se non vuole scucirsi lo scudo dal petto, mentre Milano ha il primo match point sulla propria racchetta.
Pronti via, si vede da subito la grinta delle Vu nere che non hanno la minima intenzione di abdicare davanti al proprio pubblico. Coach Scariolo ha preparato molto bene la partita, puntando tutto sul gioco interno e naturalmente su Jaiteh. Il francese risponde presente, con un primo tempo pazzesco fatto da 17 punti con un preciso 8/8 dal campo conditi da 9 rimbalzi. Non solo però il centro, perché dei 25 punti di squadra nel primo quarto, 20 sono stati realizzati in area e gli altri 5 ai liberi. Mentre Bologna approccia per la prima volta bene in questa serie finale, Milano è spaesata e poco convinta. I liberi corti di Melli e il palo incredibile di Datome (che entra, tira ed esce in poco poco più di un minuto) sono la fotografia di una squadra che forse col braccino corto sente la tensione.
Coach Messina assolutamente non soddisfatto della gara, si toglie subito la giacca e dà spolvero alla panchina facendo giocare dieci effettivi nei primi 9′ di gioco. Anche la Virtus allunga le rotazioni con dieci giocatori nel primo quarto, e all’inizio del secondo si vede anche Mannion che porta il conto a undici. Il play però si vede che non ha fiducia in sé, anche se viene applaudito dal pubblico quando entra e quando gioca il primo possesso. Potrebbe tirare in penetrazione, ma preferisce scaricare; poi si prende un tiro dalla distanza che è una specialità della casa, ed invece ne esce un airball incredibile. In compenso si conquista uno sfondamento importante che ne fa apprezzare l’impegno.
Uno sfondamento importante è anche quello di Rodriguez su Shengelia. E sì, perché dopo che le ‘scarpette rosse’ erano precipitate anche sotto la doppia cifra nei primi 10′, nei secondi lo spagnolo ha piazza un parziale molto silente che ha riportato sotto Milano. E quel fischio in qualche modo ha permesso alla Virtus di spezzare il break. Insomma più che in canestro è servita un’ottima azione difensiva per fermare l’onda Olimpia. Ma il 42-37 all’intervallo è stato praticamente un lusso per gli ospiti, che pur soffrendo hanno rimesso in piedi la partita grazie alla difesa.
Al rientro in campo la Virtus dà un’alta botta impressionante alla partita, raggiungendo il massimo vantaggio a quota 14 punti. Ma si era ben lontani dalla risoluzione del thriller. Milano raddoppia quando il pallone arriva nei pressi del proprio canestro, ma soprattutto trova la giusta contromossa alla difesa avversaria con il pick and roll. E quando c’è da ballare a due, allora non può che essere la coppia formata da Rodriguez e Hines a scendere in pista. Belinelli inizia a far canestro quando c’è da segnare, mentre Datome non vede il campo e questa scelta è forse un po’ strana. Soprattutto se il tuo miglior violino, ovvero Shields, è in una di quelle serate storte e non riesce a fare canestro neppure in contropiede, quando viene stoppato a meno di un minuto dal termine.
L’ultimo periodo è uno spettacolo. Sul parquet si vedono due squadre che lottano, giocano a pallacanestro con scelte sempre oculate e a battere la difesa avversaria. Le difese, che stanno forse giocando anche meglio degli attacchi in questa intera serie di finale scudetto. La Virtus Bologna nonostante qualche patema di troppo per la mole di gioco creata, porta a casa meritatamente il successo allungando così la serie e conquistandosi la possibilità di giocare un’altra partita. Milano non ha avuto forse la giusta lucidità per chiudere i conti, ma adesso ha l’occasione di chiudere i conti davanti al pubblico amico, sabato al Forum di Assago.
QUI le statistiche del match
Giovanni Bocciero