di Camilla Vescovi
Ben ritrovati su OVERTIME, oggi vi presentiamo Riccardo Visconti: un ragazzo del ’98 cresciuto nei settori giovanili di Kolbe Torino, L.A San Mauro Basket e Don Bosco Crocetta per poi approdare nel 2013 alla Reyer Venezia dove esordisce nel 2015 nella partita vinta contro Trento. Dopo qualche anno da protagonista anche in A2, torna nella massima serie vestendo la maglia dell’Happy Casa Brindisi sotto la guida di Coach Vitucci. Nelle ultime partite si sta dimostrando un grandissimo talento italiano ed è anche per questa ragione che siamo lieti di conoscere e raccontarvi di lui non solo come giocatore.
A che età e perché si è avvicinato alla pallacanestro?
“Molto presto, ho vissuto questa passione fin da piccolo grazie alla mia famiglia ed ho iniziato a giocare a 4 anni, da lì non ho più voluto smettere“.
Se dovesse dare dei consigli ai giovani ragazzi che la seguono e che vorrebbero intraprendere la sua stessa strada, quali sarebbero?
“Sicuramente di lavorare continuamente e di allenarsi tanto, nonostante le cose possano andare bene o male, non smettere mai di credere in quello che si sta facendo perché il lavoro costante e serio paga sempre anche se non si vedono risultati a breve termine”.
Quali sono state le sue emozioni quest’estate, dopo la chiamata da parte della Happy Casa Brindisi?
“È stato bello perché sono stato contattato molto presto. Gli anni passati mi ero dato come obiettivo quello di fare il salto in un paio di anni e quando mi son sentito così richiesto da una squadra di Serie A l’obiettivo prima citato è subito stato rimpiazzato da altri nuovi (ammette sorridendo ndr)”.
Si è laureato da poco, qual è il segreto per riuscire a far combaciare studio e lavoro seppur a livelli così alti?
“Organizzazione e pazienza penso siano la chiave, però senza dubbio è stato più facile organizzarsi in questo periodo universitario, piuttosto che quello delle superiori.
C’è anche da dire che io ho avuto la fortuna di aver persone costantemente al mio fianco che mi hanno sempre sostenuto ed aiutato molto, come ad esempio i miei familiari e soprattutto la mia ragazza“.
Sappiamo che anche sua sorella Alessandra ha un’esperienza non indifferente nell’ambito cestistico femminile… che ruolo ha avuto la sua famiglia nel suo percorso sino ad oggi?
“Ha avuto un ruolo molto importante, anche perché tutte le esperienze che mi sono trovato a fare, mia sorella le ha affrontate prima di me e i miei genitori pure, quindi son sempre stati i primi a consigliarmi e motivarmi ogni giorno per dare il meglio sia fuori che dentro il campo“.
Qual è il giocatore a cui fa più riferimento in squadra e perchè?
“In realtà ti devo dire un po’ tutti, anche perché sono partito per questa esperienza con l’obiettivo di imparare tanto e da tutti, dato che sapevo mi sarei trovato a lavorare con giocatori esperti ed uno staff molto preparato“.
Cosa si aspetta da questa stagione nonostante le varie incognite causa covid?
“Sinceramente spero che il campionato possa proseguire senza incognite e che quindi si riesca a risolvere per il meglio questa situazione. Poi se le cose dovessero peggiorare e si presentasse la situazione della scorsa stagione, lo accetterei perché ovviamente la salute viene prima di tutto, ma la speranza rimane quella di poter lavorare in sicurezza e riuscire a far divertire i tifosi, seppur a distanza“.