Intervistato da Lorenzo Gatto su “Il Piccolo”, il General Manager della Pallacanestro Trieste Michael Arcieri ha parlato del cambio al vertice che ha portato Paul Matiasic a diventare presidente del club: “La leadership e la proprietà di Paul assicurano la sostenibilità a lungo termine della società, della squadra e dei nostri obiettivi per il futuro. È una persona che ha grande passione e competenza nel basket professionistico, che ha radici familiari profonde in questa regione, in questa città. Il legame con le sue origini istriane è forte, come anche il suo desiderio di vedere una Pallacanestro Trieste vincente, non solo in campo, ma anche fuori dal campo, nelle vite degli abitanti di Trieste. Per quanto riguarda la mia inclusione nel CdA, posso certamente dire che è un grande onore che Paul mi abbia chiesto di farne parte, assieme a Connor. Si tratta di una cosa importante che vivrò con il massimo impegno e la massima serietà. E una grande responsabilità, perché insieme dobbiamo prendere decisioni importantissime per il presente e il futuro a lungo termine della società e io mi auguro di poter dare il mio contributo a Paul e Connor nel fare le scelte migliori per il bene del Club. Mercato che, con l’arrivo del “terremoto” Trapani e la contemporanea crescita di altre società è stato sicuramente il più dispendioso degli ultimi anni”.

Arcieri ha anche fatto un bilancio del mercato biancorosso: “Siamo soddisfatti della squadra che abbiamo allestito, tra conferme e nuovi arrivi, perché abbiamo firmato esattamente i giocatori che volevamo: tutti gli italiani che hanno firmato un pluriennale nell’estate del 2023, sono tornati, era quello che volevamo un anno fa. Siamo contentissimi, l’unico che non è tornato è Vildera, a cui davvero auguriamo il meglio possibile a Brindisi, ma siamo contenti per tutti gli altri. Riguardo al tema americani, tra i quali includo anche Jeff Brooks, siamo molto soddisfatti perché si tratta realmente di prime scelte, a partire dalla conferma di Justin Reyes. Ross e Brown, che conosco benissimo, li avremmo voluti già all’inizio dello scorso campionato, perché sono giocatori che insieme a Brooks mi sono piaciuti molto sin da quando ho iniziato la mia carriera in Italia. Sono tutti prime scelte. Anche quando parliamo di Uthoff e Johnson, vale lo stesso principio. Ho fatto lo scouting di Jared quando giocava a Iowa, lo conosco molto bene come giocatore. La Summer League di quest’anno per noi è stata fondamentale perché, quando ho capito che Jared stava pensando di venire in Europa invece che tornare in Giappone, per me è diventato una prima scelta. Per quanto riguarda Jayce, in passato ho fatto anche scouting su di lui, prima quando ha giocato a Utah e poi quando si è spostato a Marquette. Noi siamo andati in Summer League alla ricerca di un 4 e un 5, con talenti precisi: come 5 volevamo un centro che potesse difendere, che garantisse presenza importante nel pitturato e al ferro, un rimbalzista, che potesse segnare, con un QI cestistico alto, che giocasse con energia, positività e fiducia. Dopo i nostri studi e i nostri ragionamenti, guardando quelli che erano i centri disponibili a venire in Europa in Summer League è stato per noi evidente come Jayce fosse da subito in cima alla nostra lista”.

Infine, gli obiettivi di Trieste per il prossimo anno: “Parlare di obiettivi per me è sempre una cosa complicata. Ovviamente ognuno di noi in società guarda avanti e si pone i propri obiettivi, però non mi piace già ragionare su Coppa Italia o Playoff, ad esempio. Arriviamo all’inizio di questa stagione da neopromossi e con altre 15 squadre, molto forti, che come noi cercheranno di dare il massimo. Abbiamo costruito il roster che volevamo, una squadra piena di talento e versatilità. Giocatori con un alto QI cestistico, capaci di giocare in posizioni diverse: possiamo schierare uomini di talento sia per la fase offensiva che quella difensiva, come anche vicino al ferro. Il nostro obiettivo, che è quello di tutte e 16 le squadre, è quello di fare in modo che, il prima possibile, questi giocatori diventino squadra, che trovino insieme un equilibrio, una chimica. Non so dove questo ci porterà in termini di risultati, lo vedremo a maggio, ma l’obiettivo ad oggi è trasformare 12 giocatori, ad oggi un po’”stranieri” tra di loro, in un “guanto” nelle mani dell’allenatore. Abbiamo talento in campo, ma anche in panchina, con Jamion e tutti i nostri allenatori. L’obiettivo è lavorare, crescere, giocare la nostra pallacanestro, fatta di difese forti, rimbalzi e ripartenze offensive, un basket intelligente, in cui attacchiamo il ferro cercando di trovare i tiri che garantiscono più possibilità di andare a segno. Vogliamo avere la possibilità di vincere contro qualsiasi avversario ci troveremo davanti, ogni domenica”.

Fonte: legabasket.it