Si dice che giocare a stretto giro aiuti a ripartire dopo una sconfitta. Altrettanto vero, però, è che, se perdi di nuovo, il boccone da ingoiare passi da amaro ad aspro.

Si dice anche che vincere aiuti a vincere, in questo senso il back to back può trasformare la tua in una settimana da Dio, come nel film interpretato da Jim Carrey.

Cercheranno di vivere il secondo scenario sia Zalgiris Kaunas che Barcellona. Saras Jasikevicius torna nella sua casa, la Zalgirio Arena, da avversario, ma anche da allenatore con un bagaglio di certezze che cresce a partire dal Clásico della seconda giornata.

La gara vinta agevolmente sul Bayern ha confermato il trend di crescita dei blaugrana che trovano sempre più sintonia con il nuovo timoniere Satoransky.

Reduce dal successo ai danni della Virtus Bologna, Maksvytis e lo Zalgiris provano a fare en plein nelle due gare ravvicinate davanti al proprio pubblico.

Da segnalare la progressiva crescita di Ignas “Iggy” Brazdeikis, sempre più a suo agio nel basket del Vecchio Continente.

Il pronostico direbbe blaugrana, ma occhio alla cornice scenica degli 11mila dell’arena di Kaunas, indiziata ad ospitare anche le Final 4.

 

Un bottino pieno, stavolta in trasferta, punta a farlo Valencia per concludere il prolungato annuncio in quel di Istambul.

La campagna di Costantinopoli degli uomini di Alex Mumbrú è partita sotto i migliori auspici grazie ai nervi saldi di Chris Jones con i liberi a 5” dalla fine e nonostante un Micic vicino alla clamorosa tripla doppia.

Il Fener, dal suo canto, vuole proseguire la propria marcia spedita in testa alla gradutatoria dopo la netta affermazione ottenuta ai danni del malcapitato Asvel, in una serata difficile per Devin Booker.

Non sarà a disposizione di Itoudis Bjelica, tuttavia la coppia Edwards-Wilbekin promette scintille se innescata da un Calathes che vive un ottimo momento di forma e di gioco.

 

Il Maccabi, preso Jaylen Adams – qualcuno avvisi mister Charles Misuraca… – attende la seconda francese a stretto giro dopo la vittoria ottenuta ai danni del Monaco anche per capire a cosa può aspirare veramente.

Gli uomini di Kattash cercano la continuità che pareva mancare, un po’ come in Austin Hollins, uno dei profili più discussi in questo periodo. Qualche buona indicazione l’ha data Baldwin, ma l’ex Bayern e Baskonia è chiamato, anch’egli, ad un apporto più costante.

La vittoria di Valencia è, invece, stata pia illusione per gli uomini di TJ Parker, travolti dall’impeto del Fenerbahçe nel primo impegno “on the road” dei transalpini.

Può effettivamente pesare il fattore spostamento, seppur non eccessivamente lontano da Istambul, dove l’Asvel era atterrato nella giornata di lunedì.

Vero è che De Colo e compagni hanno affrontato, finora, due candidate alla Final 4 nelle prime 3 uscite.

Occhio, inoltre, all’impatto di Fall, già migliore dei suoi contro il Fener con 23 punti e 9 rimbalzi.

 

La finale annunciata della scorsa Eurocup avrà luogo con qualche mese di ritardo…in Eurolega.

Incassata la sconfitta contro l’altro santone Messina, Zele Obradovic si prepara a sfidare l’altra italiana della competizione, la Virtus, con più certezze di quanto una sconfitta casalinga possa lasciare.

La gara con l’Olimpia ha lasciato ai belgradesi la consapevolezza di potersi giocare un certo tipo di partite e di poter stare a questi livelli non solo come roster, ma come squadra, il che non è scontato che coincida.

Sarà sfida del grande ex, quella tra le due bianconere: Kevin Punter, assoluto protagonista della BCL vinta nel 2018 dalle Vu Nere, rappresenta la storia recente, ma anche uno dei più tosti avversari, visto che si è ritrovato contro la stessa Virtus nella finale scudetto poi vinta dai felsinei.

Scariolo ha, invece, un problema: l’attacco. In tre gare ufficiali disputate, la Virtus non è mai andata oltre i 66 punti segnati, con il secondo ritmo più lento di tutta la competizione ed il terzo attacco meno efficiente sui 100 possessi (100.0 offensive rating).

L’attuale situazione porta il tifoso virtussino ad aspettare con ansia il ritorno di Shengelia, previsto per fine mese dai più ottimisti, ma già prima del rientro del lungo ex Cska servirà trovare qualche idea per dare maggior fluidità alle Vu nere nella metà campo avversaria.

 

Espugnata la Stark Arena, l’Olimpia Milano fa visita a coach Trinchieri ed al suo Bayern.

Dalla sfida dei due santoni, Obradovic e Messina, Melli e compagni hanno tratto buone indicazioni sulla gestione dei momenti decisivi delle gare, trovando uno Shields sempre più a suo agio dopo l’infortunio.

Da registrare la gestione di Kevin Pangos, apparso ancora un po’ scollegato dai compagni e portato alla soluzione da solista, con Devon Hall a farne le veci in fase di facilitazione dei compagni.

Ottime anche le risposte di Voigtmann, fattore determinante a Belgrado, come dimostra il suo plus/minus (+23).

Trinchieri prova a leccarsi le ferite: non basta certo l’assenza di Bonga a spiegare l’avvio poco edificante dei suoi, fermi al palo dopo 3 giornate e dominati in casa propria dal Barcellona.

La sensazione è quella di una squadra ancora in costruzione sul grande palcoscenico, a differenza dei cugini berlinesi, e troppo soft sotto canestro.

I pronostici sono dalla parte dell’Olimpia, ma occhio alla storia: il Bayern è sempre stato un avversario più che ostico per questa Milano.

 

Elio De Falco