Ci siamo. Il completamento dei vari regional ha definito le Final Four, che si disputeranno dal primo al 3 aprile 2023 a Houston, Texas. Una kermesse che parte già inconsueta, visto che tre delle quattro partecipanti saranno esordienti assolute: unica eccezione Connecticut, dunque, il cui blasone la pone come favorita sulla carta. 

Di seguito la cronaca delle Elite Eight. 

Creighton 56-57 San Diego State 

Una fisiologica battaglia ad armi pare tra le teste di serie rispettivamente 6 e 5 del tabellone. I Bluejays sin da principio cercano di creare pericoli avvicinandosi al ferro, mentre gli Aztecs prediligono attaccare sfruttando i blocchi, in modo da usufruire di tiri non contestabili.

Sono i ragazzi in blu a fare la partita, con gli avversari tuttavia mai ad eccessiva distanza da loro. E così San Diego State appena possibile approfitta di un calo di rendimento del college gesuita e condotta da Lamont Butler balza in testa. 

Gli ultimi secondi sono convulsi: prima Creighton pareggia con un layup di Baylor Scheierman, poi, proprio sulla sirena, Ryan Nemhard fa fallo su Darion Trammell, che sbaglia il primo libero ma mette il secondo, regalando la prima finale a quattro agli Aztecs. 

Florida Atlantic 79-76 Kansas State 

Come George Mason nel 2006, come Butler nel 2010, come Virginia Commonwealth nel 2011, come Wichita State nel 2013. Anzi, no, meglio di tutte loro, perché FAU è l’unica del novero ad aver  disputato una sola volta (nel 2002, per essere precisi) il torneo NCAA prima dello sprint di quest’anno. 

Una sfida di sorpassi e controsorpassi, di equilibri che si spostano dall’una all’altra sponda senza soluzione di continuità. A sei giri di lancette dalla fine, tuttavia, due triple mandano avanti gli Owls, che pochi minuti dopo decapitano il tentativo di rimonta ospite con un’altra bomba, di Alijah Martin. 

Negli ultimi scampoli KSU prova un ulteriore arrembaggio, ma con quattro conclusioni dalla linea della carità Michael Forrest scrive la storia, quella di FAU e quella della March Madness. 

Miami (FL) 88-81 Texas 

Nonostante i Longhorns siano stati protagonisti di una storia incredibile, con un coach vincente esonerato a metà stagione per questioni extra-campo ed uno ad interim che li ha portati tra le migliori otto, era preventivabile uno stop. Che sì è arrivato contro un team alle sue sole seconde Elite Eight, ma comunque allenato da un vecchio bucaniere della panchina. 

Jim Larrañaga fu l’artefice del miracolo di George Mason nel 2006 (vedi sopra), e si è ripetuto ora con gli Hurricanes. I quali nel match decisivo hanno lasciato sfogare Texas per un po’, salvo poi iniziare a mitragliare il canestro avversario con Isaiah Wong, Nijel Pack e Wooga Poplar. 

A chiudere i giochi ci ha infine pensato Jordan Miller, che con due paia di liberi ha indirizzato l’incontro verso la vittoria di Miami. 

Connecticut 82-54 Gonzaga 

Una gara canina in piena regola. Visto il risultato conclusivo, verosimilmente si tratta di una gara di corsa, in cui i Bulldogs non hanno saputo in alcun modo reggere il passo dei più veloci e affamati Huskies. 

Il linguaggio verbale dei giocatori di UConn già lasciava presagire determinazione feroce a non lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione. E così è stato, con Gonzaga che ha retto solo un tempo, prima di venire demolita dal tiro di tre e dal contropiede degli avversari. 

Connecticut ora avrà tutti gli occhi addosso. È l’unica delle contendenti di Houston non solo aver vinto un titolo, ma addirittura ad avere partecipato all’evento. E certamente vorrà far pesare questo suo status. 

di Luigi Ercolani