Sogni infranti sulle Isole Canarie.

Servirà attendere almeno un altro anno per vedere una delle due squadre isolane sollevare la Copa del Rey. In finale ci vanno Málaga, 90-83 su Tenerife, e Real Madrid, 80-63 contro i padroni di casa di Gran Canaria.

Nella sfida del pomeriggio è Yankuba Sima, ex Reyer Venezia, ad imporre la propria legge con 21 punti e 8 rimbalzi in appena 19′ di parquet, più distribuito l’apporto in casa Real dove Hezonja è il miglior realizzatore con 14 punti in un match in cui Chus Mateo può permettersi di non far arrivare nessuno ai 25′ di utilizzo.

 

UNICAJA MÁLAGA – LA LAGUNA TENERIFE 90-83

Terza finale dell’anno per l’Unicaja Málaga dopo quelle, vinte, di Supercoppa di Spagna e di Coppa Intercontinentale. Gli uomini di Ibón Navarro resistono al ritorno di Tenerife e staccano il biglietto per l’ultimo atto trascinati da un Yankuba Sima che ai tifosi della Reyer avrebbe fatto molto piacere conoscere.

Peccato che in orogranata sia transitata una versione meno aggiornata di lui.

Tenerife si affida ancora una volta alla sua coppia di senatori, Marcelinho Huertas e Giorgi Shermadini sommano quasi 77 anni in due, eppure fatturano rispettivamente 18 e 13 punti, 4 e 5 assist, 1 e 7 rimbalzi, 18 e 26 di valutazione.

Ma stavolta non basta, Alberto Díaz non fa soltanto il mastino ma produce 12 punti con 3/4 dalla lunga distanza e smazza 6 assist, sopperendo alla giornata no di Kendrick Perry.

Nel finale di terzo quarto arriva l’allungo andaluso, Sima ultima il proprio fatturato per firmare il +10, Cameron Taylor piazza il 72-60 con cui si va all’ultima pausa.

La tripla di Osetkowski in apertura di quarta frazione vale il massimo vantaggio e permette all’Unicaja di controllare il ritmo (75-60).

Tenerife, a rimorchio, ci continua a provare e accarezza l’idea del sorpasso ricucendo più volte fino al -5 ma venendo puntualmente ricacciata indietro. L’ultima speranza di Marcelinho (88-83) si accende a 28″ dalla fine ma appena 5″ dopo Taylor chiude i giochi dalla lunetta, passa Málaga, alla ricerca del terzo trofeo stagionale.

 

DREAMLAND GRAN CANARIA – REAL MADRID 63-80

Occasione persa. Uno dei peggiori Real Madrid della stagione sopravvive ad un avvio horror, solo 2 punti nei primi 5′, e al -14 (26-12) degli albori del 2º quarto e vince di pura inerzia contro una Gran Canaria che spreca, così, la chance forse irripetibile di sovvertire un pronostico chiaramente sbilanciato in favore degli uomini di Chus Mateo.

Nel parziale di 11-0 che riporta in scia il Real (26-23) ci sono 8 punti dei 14 finali di Mario Hezonja, miglior marcatore merengue, il sorpasso è solo questione di tempo e arriva con la tripla che risveglia un Campazzo fino a quel momento soporifero.

È il momento in cui i blancos spaccano la partita, break di 13-0 per assicurarsi il comando le operazioni (35-43). L’inchiodata di Tavares (36-45) suona come un chiaro messaggio, il Granca ha un ultimo sussulto in cui Tobey offre sprazzi di una vitalità smarrita al 40′ dei quarti di finale, soffocata dalle lunghe leve di un Tavares in versione anaconda nel proprio pitturato.

A ciò si aggiunga la pressione sul perimetro, solo il 23% concesso ai canarini, e la morsa è completa.

Solo Caleb Homesley (15) riesce a superare quota 10, anche la lunetta piange.

Il secondo tempo è un’agonia per gli uomini di Lakovic.

 

 

MVP: YANKUBA SIMA (UNICAJA MÁLAGA)

Come quegli attori non protagonisti che trovano il film che li lancia definitivamente per ruoli più importanti, l’ex Reyer trova nella gara da dentro o fuori una prestazione che potrebbe svoltare la sua stagione e fargli scalare posizioni nelle gerarchie di Ibón Navarro.

21 punti a referto, 8 rimbalzi, il tutto in 19′, unico neo l’essersi silenziato nel quarto periodo. Ma se l’Unicaja si giocherà il titolo, gran parte del merito è suo.