Un libero a 2” dalla fine, se ti chiamassi Ettore Messina e ti stessi giocando una vittoria nella cornice di Oaka, spereresti che lo tirasse uno qualsiasi tra i tuoi esterni, tante le scelte a disposizione.
O magari, parlando di lunghi, un Melli.
E invece capita nelle mani di Hines (13), tutto fuorchè uno specialista a cronometro fermo. Ma uno che sa come si vince.
È proprio l’ex CSKA a mettere la firma nella maniera che meno ti aspetti, dopo una gara che l’Olimpia deve vincere per due volte, dopo essere volata anche a +12 (51-63) alla penultima sirena.
Dopo un primo quarto favorevole agli ellenici, trascinati da un Nedovic (19) più preciso dall’area che dall’arco, l’Olimpia reagisce con la sua solita difesa nei periodi centrali, riuscendo a trovare buone soluzioni in area (61.1%) che compensano la scarsa mira dal perimetro (26.7%) anche degli esterni (Delaney segna 15 punti con 1/5 da 3, Rodríguez fa 1/6 dall’arco).
Quando la partita sembra saldamente nelle mani biancorosse, il Panathinaikos ricorda di essere sul parquet di Oaka e reagisce d’orgoglio.
L’Olimpia è colta di sorpresa e fatica a controllare il ritorno di Nedovic e compagni, con Okaro White (2/3) che colpisce dai 6,75 e Papagiannis (11+7r) a prendersi il pitturato di prepotenza.
Milano va in tilt, ma resiste ed arriva ad 1’22” dalla fine con un apparentemente rassicurante vantaggio di 7 punti (68-75), tre possessi che, nella norma, varrebbero la certezza del successo.
E invece no: il Pana non muore mai e si riavvicina ad appena due lunghezze con la tripla di Nedovic ed i liberi di Macon (73-75).
Mancano 25”, l’Olimpia può andare fino alla fine del possesso e le basta un canestro qualsiasi per assicurare il successo, anche due liberi andrebbero bene per mettere due possessi di distacco che, stavolta sì, sarebbero decisivi.
E invece ecco gli eventi insoliti che sparigliano le carte: Sergio Rodríguez dovrebbe essere uno che tiene la palla in cassaforte in questi momenti, invece si fa soffiare la sfera inopinatamente da Nedovic che vola a pareggiare a quota 75.
Lo spagnolo prova a farsi perdonare con uno dei suoi marchi di fabbrica, ma il suo tentativo dall’arco non trova la retina.
La parabola trova il tonfo sordo del ferro…ma non solo. Il secondo contatto è quello con le mani provvidenziali di Kyle Hines che si guadagna un viaggio in lunetta che i difensori del Pana concedono come male minore a 2” dalla fine, con la possibilità di disegnare il possesso per vincere.
Ma Kyle è astuto: nel primo libero c’è tutta la partita e lui è glaciale, +1 Olimpia. Nel secondo l’errore voluto è scelta ovvia e vincente.
L’Olimpia fatica, ma ottiene un successo che la mantiene in scia delle prime, nonostante la penalizzazione in termini di vittorie arrivata con la sospensione delle squadre russe.
I playoff sono sicuri, salvo ripensamenti di Euroleague il 21 marzo, per il fattore campo bisognerà aspettare ancora un po’.