Dopo i no blasonati di Carlton Myers e Vincenzino Esposito (e quelli di Daniele Cinciarini, Matteo Montano, Giovanni Pini, che venivano dati come obiettivi per la futura squadra), la Fortitudo pare orientata- secondo fonti ben verificate da BM, come era accaduto con Myers ed Esposito- a proporre la presidenza ad un altro ex del passato, che risponde al nome di Gregor Fucka. Quella di Gianluca Muratori, che fin’ora ha ricevuto soltanto no che fanno riflettere, pare un’ostinata ed ossessiva ricerca del “santino” a tutti i costi. E questo fa storcere il naso ad una tifoseria già arrabbiata ed ostile (non certo per i nomi in questione, a cui viene riconosciuto una vera fortitudinità, anche in virtù dei recenti rifiuti) che sospetta il tentativo di cercare il nome che possa nascondere la polvere sotto al tappeto e far vendere fumo come specchietto per le allodole in vista della prossima campagna abbonamenti che non pare nascere sotto i migliori auspici: stavolta il cuore di un pubblico eternamente e ciecamente innamorato sembra essere messo a dura prova dopo una dolorosissima retrocessione ed oltre di nulla di fatto per cercare di ricostruire una ripartenza tecnica ed economica credibile. Anzi, gli unici due punti messi a segno, sono l’iscrizione all’A2, che in tempi normali dovrebbe essere un atto di routine e la concessione della rateizzazione del debito con l’Agenzia delle Entrate, spacciati quasi come successi per cui esultare. Fatti che invece non cancellano automaticamente le ombre e le incognite sul futuro di un club che vive una situazione in salita da ogni punto di vista. Tornando a Fucka, reduce da un esonero alla sua prima esperienza da capo allenatore (in B al Bologna Basket 2016) e senza nessuna esperienza manageriale alle spalle, a chi conosce la storia fortitudina non sfugge che il rapporto tra Gregor (pur tra i protagonisti dello scudetto dell’Aquila nel 2000) e la piazza non fu, probabilmente immeritatamente, sempre idilliaco aspettandosi qualcosa di più di un rendimento a volte altalenante nei suoi primi anni in maglia biancoblù. I momenti di maggiore tensione furono quelli della stagione 1998-1999, specie dopo la Final Four di Eurolega di Monaco, con la semifinale persa malamente con la Virtus. Pur rimanendo l’italiano di Kranj un grande nome del basket azzurro e legato da un quinquennio importante in maglia biancoblù. Ma un nome che non ha il fascino e probabilmente non scalda come i due precedenti candidati dalla proprietà attuale al soglio del sodalizio bolognese. E la sensazione diffusa è che al di là di questi illustri nomi del passato, la piazza si rispecchi in un no al proseguio di questa proprietà, come diceva un eloquente striscione a fine campionato: “Liberate la Fortitudo”. Intanto per quanto riguarda la panchina alla ricerca di una mossa che scuota almeno un po’ la situazione, i candidati ora cercati (anche se non come prima scelta e questo è possibile che avrà un peso per chi dovrà valutare le proposte attuali) sono identificati nel trio Caja, Dalmonte e Finelli in ordine alfabetico. Scelte di diverse caratura, segno che ci si muove a naso e senza un preciso indirizzo tecnico: il primo ad essere sentito, probabilmente già oggi Attilio Caja, reduce dalla grande annata con la Reggiana, esperto di situazioni delicate e l’unico non appartenente al criterio di nomi legati al passato biancoblù. Luca Dalmonte, che aveva miracolosamente salvato la squadra due anni fa, ma poi non fu incredibilmente confermato, pare anche perchè non volesse confermare Aradori, che anche oggi è l’unico degli unici due giocatori della Fortitudo (l’altro è Fantinelli). Infine Alessandro Finelli, bolognese, di scuola fortitudina, una lunga esperienza in A2, reduce nelle recenti due annate da esiti che non hanno portato a quelle promozioni che i club Scafati (promossa in A poi quest’anno) e della Real Sebastiani Rieti, si attendevano. Finelli, tra l’altro ha già vissuto un’amara esperienza simile con la Fortitudo quando conquistò un’inutile promozione in A2 nel 2010, ma il club di Sacrati fu poi escluso dalla FIP dall’A2 e cancellato: vorrà Alex mettersi di nuovo in una situazione complicata, rischiosa e forse più esplosiva di allora quando almeno c’era il sostegno totale della tifoseria? Ma aldilà di chi sarà il presidente, l’allenatore e tutto il resto, che ad oggi è zero (caso unico essendo gli altri club ormai quasi a lavoro ultimato), l’impressione è che sul futuro della Fortitudo aleggi qualcosa di molto più importante di queste scelte, che ridia certezza e credibilità a lungo termine.
Fortitudo Bologna, ora per la presidenza spunta il nome di Gregor Fucka, dopo i no illustri di Myers ed Esposito. Continua l’ossessione di un grande nome del passato, ma in ballo c’è molto di più in una situazione paradossale e preoccupante
