La pesante contestazione. La vandalizzazione degli skybox. Il tracollo a Cremona. Le parole del GM Horowitz, la conferma di Mandole, il dispiacere di Bulgheroni e poi, adesso, le parole di Scola. Una settimana ovviamente turbolenta, per una squadra, la Openjobmetis, che è chiamata a svoltare e voltare pagina.

Scola è stato chiaro. Non è nemmeno lui contento. Ma mancano ancora 20 partite e non si può ora tirarsi indietro. Nella settimana che porta alla partita di domenica contro Milano, un derby infuocato con il ritorno di Nico Mannion, si sono avvicendati dei fatti che non sono in linea con la normalità. Scola ne prende le distanze, sottolinea che certe minacce (quelle degli Arditi di non presenziare più alle partite se non cambierà qualcosa) non sono in linea con i valori della società e non fanno bene alla stessa.

“Noi aspettiamo i veri tifosi per aiutare la Pallacanestro Varese”. E con questa risposta dà una importante chiusura ad un tema che stava diventando bollente. Masnago è un fortino e Varese, nonostante le diverse sconfitte, si sente ovviamente più a suo agio lì. E senza i suoi ultras e il loro supporto, il palazzetto rischia di non essere come sempre. Scola però non fa un passo indietro e condanna quelle minacce che non fanno bene. Sottolinea che mancano ancora 20 partite, che accetta tutti i punti di vista e di opinione di tutti. Ma ci sono limiti che non si possono travalicare.

“Nessuno è contento e la società sta lavorando con i suoi giocatori tutti i giorni per migliorare questa situazione”. E’ tutto parte della Pallacanestro, del gioco. “Non è la prima volta che siamo in una situazione difficile e non sarà l’ultima. Stiamo lavorando per migliorare. Credo anche che quello che è successo questa settimana non rappresenta la totalità della tifoseria varesina. Credo che la maggioranza sia arrabbiata per quello che sta succedendo, ma non che quello che successo riguarda tutti. La città giustamente non è contenta ma ci sono modi e modi.” E, così il richiamo ai veri tifosi di Varese è forte. Alza anche la voce Scola dicendo che non ha nessun senso dire che lui è venuto qui per andare in A2 e che il progetto è volto a quello, a perdere apposta. Non sono cose costruttive che fanno bene alla squadra.

Sulla conferma di Mandole, poi l’AD ha voluto sottolineare che: “Non faremo mai scelte in base a quello che chiede la tifoseria perché sarebbe un errore. Rispettiamo le opinioni di tutti ma poi le decisioni da professionisti le prendiamo noi. In Pallacanestro Varese chi decide come si gioca è l’allenatore, chi sceglie l’allenatore è il management, chi sceglie il management sono io, chi sceglie l’AD è il CDA, così è e così sarà sempre. Poi le persone posso dire che non è così ma la realtà è questa e tale rimarrà, questa è la nostra linea societaria. Da quando sono qui abbiamo cambiato 6 allenatori, tutti giocavano in maniera diversa, con stile diverso, con sistema offensivo e difensivo diverso, con metodo di allenamento diverso. Decidono loro, quando non piace al management quello che fanno si cambia per prendere chi si crede possa fare meglio. Io in questa catena ho la responsabilità di creare un team di management di livello. Quando il management deciderà che la squadra è meglio abbia un altro allenatore cambieranno coach, e se penserò che loro come dirigenti non sono all’altezza li cambierò. Questa è la linea societaria.”

Ha anche sottolineato che sono pronti ad intervenire nuovamente sul mercato. Sul fatto che comunque si è già cambiato tanto, che si è sbagliato in estate e si è dovuti passare al 6+6. E che monitorano sempre quelle occasioni che possono essere utili al miglioramento di un roster che sta facendo fatica. E’ chiaro che tutto questo necessita di sforzi importanti, ma non verrà lasciato nulla di intentato. In perfetta linea anche con le dichiarazioni che Bulgheroni ha lasciato in settimana.

E così Scola tuona, dopo il silenzio. In una settimana difficile, dove tutti hanno parlato, cercando di alzare un muro di cinta ed estrapolare dalle difficoltà oggettive una squadra che non può permettersi altri passi falsi, soprattutto con dirette concorrenti.