Il presidente FIP Gianni Petrucci è stato intervistato da Il Corriere della Sera ed ha toccato vari temi anche la sua possibile non ricanditatura a presidente:
“Su Pozzecco, l’ho sempre seguito da giocatore, ha quel qualcosa in più di cui ci si può innamorare. Ho sempre avuto un rapporto particolare con lui. È un entusiasta, un vincente, anche lui ha vissuto momenti delicati che lo hanno fatto crescere e maturare, ovvio che quando si ingaggia un allenatore si fa una scommessa, sono convinto che sia quella giusta”.
Su Meo Sacchetti, cerco il dialogo è vero, ma sono anche un decisionista e avevo capito che era arrivata l’ora di cambiare. Il cuore lo puoi usare come muscolo o come sentimento, sì forse sono stato un po’ brusco con Sacchetti, in quell’occasione ho usato il muscolo. Ma riconosco che ha portato risultati importanti”
“Intanto le dico subito che non mi ricandiderò. Penso di aver dato tutto al basket, faccio un passo indietro. Confido in un uomo di sport, magari un ex giocatore, stimo molto Datome il nostro leader in azzurro, ma non necessariamente deve essere figlio del basket, meglio un uomo che ami e conosca lo sport, questa è la figura ideale per raccogliere un’eredità prestigiosa come il basket italiano”. “Scusi e lei Petrucci “padre e padrone del basket”.
Il presidente di fatto non potrà ricandidarsi perchè dal 2018 è attuato il limite di tre mandati per presidenti ed organi direttivi del CONI e delle Federazioni Sportive associate. I mandati scadono “ogni quadriennio olimpico”. Petrucci è stato eletto per la prima volta nel 1992, poi rieletto nel 1996, per poi lasciare nel 1999 per passare alla presidenza del CONI. È tornato alla presidenza della FIP nel 2013 per poi essere rieletto nel 2016 e 2020.