di Maurizio Roveri
Impetuosa, travolgente, inesorabile la “macchina da canestri” della Nazionale degli Stati Uniti. Demolisce progressivamente la pur coraggiosa resistenza d’una Cina che per venti minuti era rimasta orgogliosamente aggrappata alla partita confezionando una apprezzabile e organizzata pallacanestro.
Ma l’America ha una marcia in più. Decisamente. E quando lo squadrone della coach Cheryl Reeve ha alzato il ritmo in difesa, aumentando l’intensità e scatenando il suo basket in “transizione”, la differenza è apparsa evidente. Sotto l’aspetto del talento, della reattività, della pressione, della corsa.
E così le statunitensi hanno vinto con un margine di 22 punti (83-61) la finale di questa edizione australiana della Fiba Women’s Basketball World Cup.
Un “Mondiale” con tutte vittorie. Imbattuto e imbattibile, il Dream Team americano.
La pallacanestro femminile targata USA sale per l’undicesima volta sul trono, nella storia del campionato del mondo.
Ha prodotto una partita intensa e tatticamente molto intelligente, la formazione statunitense. Ha avuto pazienza e costanza nella fase iniziale di questa finalissima, quando l’entusiasmo il coraggio e le energie di Tontong Wu, Siyu Wang e Yueru Li permettevano alla Cina di attaccare con buona circolazione di palla. Prendendosi buoni tiri. Il gruppo allenato dalla coach Wei Zheng ha visto per un attimo la luce del sole (4-2 e 6-4) sulle prime curve del match. Riuscendo a non fare scappare via le statunitensi, in un primo quarto di gioco nel quale la Cina è stata all’altezza delle più quotate avversarie. Dieci minuti di forte equilibrio, Yueru Li e compagne sotto di 1 sull’11-12 e di 3 (13-16). Addirittura la Cina riusciva a far commettere alle statunitensi una infrazione di 24”.
Sono rimaste serene e concentrate, le ragazze di Cheryl Reeve. Lasciando sfogare la squadra avversaria e prendendone gradatamente le misure. In particolare, minuto dopo minuto, cresceva d’intensità e di fisicità la difesa americana. E proprio da un umile e sostanzioso lavoro difensivo, le ragazze USA hanno afferrato l’iniziativa. Costringendo sempre più le cinesi ad attaccare lontano dall’area.
Straordinaria, veramente, la protezione del “pitturato”. Mani rapide per intercetti e palle rubate, “aiuti” sempre pronti, forte pressione sui “tagli”. E piedi veloci per attaccare in transizione, per correre in contropiede.
La Cina era ancora vicina vicina, a -4 sul 26-30 e a -5 (28-33) a metà del secondo periodo di gioco.
Con un intenso e continuo lavoro ai fianchi delle avversarie, il Dream Team statunitense ha progressivamente allungato. Sugli assalti di una Chelsea Gray “on fire”, di Jevell Loyd, di A’Ja Wilson, di Kelsey Plum e le deliziose “letture” di Breanna Stewart (bravissima ad attirare su di sé la difesa cinese per poi scaricare sublimi palloni alle compagne in taglio dentro l’area) la squadra americana ha mandato in affanno le avversarie. Cominciando a creare delle crepe – sempre più inquietanti – nella loro resistenza.
Quando le ragazze USA sono entrate in pieno ritmo, la finale del Mondiale ha avuto una sola protagonista. E i 16 mila spettatori del “Sydney SuperDome” hanno applaudito la tecnica, la freschezza, l’entusiasmo, la fisicità, l’atletismo di questo squadrone americano.
Un team molto rinnovato rispetto all’Oro olimpico di Tokyo, eppure ugualmente efficace e spettacolare.
Chelsea Gray è stata nominata “Player of the Game”: 10 punti (5 su 9 al tiro, 5 su 6 nei liberi, 4 rimbalzi, 8 assist, 3 palle recuperate, 21 di Efficiency).
Alyssa Thomas ha messo tanta intensità dentro le aree artigliando 9 rimbalzi, spalleggiata da una Breanna Stewart da ammirare per l’intelligenza tattica e lo spirito di sacrificio. Sì, la “regina” non ha cercatola scena, la “regina” si è messa al servizio della squadra. E in questa partita di grande umiltà e disponibilità, Breanna ha ulteriormente dimostrato la sua Grandezza.
A’ja Wilson, giovane, fresca, energica, veloce, ha prodotto ancora una volta una prestazione offensivamente importante. D’assalto. Le sue compagne di squadra le hanno messo le ali. E quando può distendersi in velocità, A’ja diventa inafferrabile. La Wilson è stata premiata con il titolo di MVP di questo Mondiali 2022.
Di meriti ne ha avuti tantissimi, l’imbattibile Dream Team statunitense lungo le tappe di questo percorso vincente. In finale, il merito principale è l’aver limitato la pericolosità della “torre di Cina” Xu Han. Tenuta a soli 8 punti (3 su 7 al tiro).
Chiaro che alla lunga è diventato impossibile per la Nazionale cinese reggere l’urto, con Xu Han mai nel vivo del gioco e con l’assenza importante di Li Meng per infortunio.
Comunque, onore a questa Cina. Arrivata per la seconda volta nella storia alla finale dei Mondiali. Una finale difficilissima, affrontata con coraggio contro una formazione di enorme talento.
Nella “finalina” per la medaglia di bronzo, l’Australia ha travolto il Canada 95-65.
LA CLASSIFICA FINALE
- Stati Uniti
- Cina
- Australia
- Canada
- Belgio
- Serbia
- Francia
- Portorico
- Giappone
- Corea
- Mali
- Bosnia Erzegovina